proteine alternative

Proteine alternative: cosa sono e perché stanno ridefinendo il futuro dell’alimentazione?

Le proteine alternative e il loro ruolo nel futuro dell'alimentazione

Le proteine alternative stanno emergendo come una soluzione promettente e sostenibile. Queste fonti di nutrimento, che vanno oltre le carni e latticini, rappresentano un nuovo orizzonte nell’industria alimentare. Con un impatto ambientale significativamente ridotto rispetto all’allevamento tradizionale di animali, le proteine alternative offrono un approccio più equilibrato per soddisfare le esigenze alimentari globali senza sacrificare il benessere del nostro pianeta.

L’allevamento tradizionale di carne si rivela problematico sotto molteplici aspetti. Le principali conseguenze dell’allevamento intensivo includono:

  1. Elevate emissioni di gas serra: l’agricoltura animale contribuisce fino al 20% delle emissioni globali di gas serra, più di tutti i mezzi di trasporto combinati.
  2. Uso intensivo di risorse: l’allevamento richiede vaste aree di terra e quantità ingenti di acqua, rendendolo un processo insostenibile in termini di utilizzo delle risorse naturali.
  3. Impatto sulla biodiversità: la deforestazione per creare pascoli e coltivare mangimi riduce la biodiversità, minacciando ecosistemi preziosi.
  4. Problemi di salute pubblica: l’uso diffuso di antibiotici nell’allevamento intensivo contribuisce all’antibiotico-resistenza, mentre la gestione delle feci animali e la contaminazione delle acque rappresentano rischi per la salute umana.
  5. Questioni etiche: la pratica dell’allevamento industriale solleva preoccupazioni etiche riguardanti il benessere degli animali, spesso allevati in condizioni di sovraffollamento e stress.

Queste problematiche stanno catalizzando l’interesse verso alternative sostenibili e rispettose dell’ambiente, come le proteine alternative, che offrono un approccio più equilibrato e sostenibile alla produzione alimentare.

Quali sono le principali proteine alternative?

Tre innovazioni emergono come principali protagonisti nel mondo delle proteine alternative: 

  • la “carne” a base vegetale, che imita fedelmente i prodotti di origine animale;
  • la carne coltivata, una soluzione che utilizza le cellule animali per produrre carne senza l’allevamento;
  • i prodotti derivati dalla fermentazione, che sfruttano processi biologici per creare proteine alternative nutrizionali e gustose.

Queste soluzioni offrono non solo opzioni più sostenibili ma anche la promessa di un futuro alimentare più equilibrato.

Carne vegetale: sapore familiare, impatto minimo

carne vegetale

Una protagonista di questa rivoluzione è la carne a base vegetale. I suoi sviluppatori hanno lavorato intensamente per replicare il gusto, la consistenza e l’esperienza della carne tradizionale, ma con un impatto ambientale notevolmente ridotto. La carne vegetale solo promette un futuro più sostenibile con minori emissioni di gas serra e un uso più efficiente di acqua e terra.

La carne a base vegetale è realizzata utilizzando una varietà di ingredienti plant-based, come legumi (come soia e piselli), cereali, noci e semi. Questi ingredienti sono selezionati e combinati per imitare la struttura e il sapore della carne. Vengono utilizzate tecniche per creare texture che ricordano quella della carne, inclusa l’imitazione di aspetti come la succulenza e il “sanguinamento” (ottenuto, ad esempio, con il succo di barbabietola). La ricerca e lo sviluppo continuano a migliorare il gusto, la consistenza e il valore nutrizionale di questi prodotti, rendendoli sempre più simili alla carne tradizionale e attrattivi per una vasta gamma di consumatori. La famosa Beyond Meat o l’italianaissima Joy Food sono degli esempi di marchi emergenti. 

Carne coltivata: di cosa si tratta?

carne coltivata

La carne coltivata si presenta come una soluzione promettente. Coltivata direttamente dalle cellule animali, questa carne bypassa l’allevamento tradizionale, riducendo notevolmente l’impatto ambientale. Il processo inizia con la raccolta di cellule staminali da un animale, che vengono poi coltivate in bioreattori. Qui, le cellule si moltiplicano e si sviluppano in tessuti, replicando la carne a livello cellulare. Questo metodo promette una produzione più sostenibile, riducendo l’uso di risorse come terra e acqua e diminuendo le emissioni di gas serra. Essendo una produzione non basata sull’allevamento intensivo offre anche una produzione sicura, escludendo la necessità di antibiotici e riducendo il rischio di malattie zoonotiche. 

La carne coltivata ha già ricevuto approvazione per la vendita in paesi come Singapore e gli Stati Uniti, indicando un futuro promettente per questo settore. In Europa, il cammino verso la commercializzazione è ancora in una fase preliminare, con un significativo interesse per la ricerca e lo sviluppo. L’approvazione europea richiede un rigoroso processo di valutazione per garantire sicurezza e qualità, segnando un passo importante verso un sistema alimentare più sostenibile e innovativo.

Ma la carne coltivata non prevede comunque sfruttamento animale?

Sì, senz’altro. La carne coltivata non è un prodotto adatto ai vegani o ai vegetariani perché sempre di carne animale si tratta: questa innovazione è però interessante, perché da una singola estrazione di cellule staminali (da qui, lo sfruttamento animale), si può creare carne andando a soddisfare la domanda della popolazione mondiale. Se funzionasse, potrebbe davvero soppiantare la macchina crudele di allevamenti intensivi e macelli, riducendo enormemente la sofferenza animale. Un primo passo, quindi, non il traguardo verso la completa liberazione animale.

Fermentazione: una vecchia tecnica per nuove soluzioni

fermentazione

La fermentazione, una tecnica secolare, ha assunto un ruolo cruciale nel campo delle proteine alternative. Utilizzando metodi come la fermentazione tradizionale, di biomassa e di precisione, le aziende stanno innovando nella produzione di proteine e ingredienti che imitano quelli animali. La fermentazione di biomassa impiega microrganismi come i funghi che crescono rapidamente e producono biomassa proteica. Questa biomassa è l’ingrediente principale di prodotti come Quorn, fornendo un’alternativa alla carne. Parallelamente, la fermentazione di precisione utilizza microrganismi come lieviti, per produrre proteine presenti in prodotti lattiero-caseari e uova. Queste proteine sono poi utilizzate per creare alternative innovative ai latticini e alle uova, senza sfruttamento animale. Entrambi i processi offrono una produzione efficiente e sostenibile, aprendo la strada a un’ampia gamma di prodotti alimentari rivoluzionari e consapevoli dell’ambiente.

Guardando al futuro: una tavola più sostenibile

Queste alternative proteiche non sono solo una questione di scelta dietetica, ma rappresentano un cambiamento fondamentale nel modo in cui percepiamo e consumiamo il cibo. Mentre il mondo si confronta con le sfide ambientali e etiche, queste innovazioni offrono non solo nuove opzioni culinarie, ma anche un percorso verso un futuro alimentare più sostenibile e rispettoso. Per i nostri lettori consapevoli, è una transizione non solo desiderabile ma necessaria, un passo verso un mondo in cui il cibo che amiamo non comprometta il pianeta che chiamiamo casa.

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