Quanti sono i vegani in Italia?

La popolazione "veg" in Italia ha raggiunto un massimo storico nel 2020. Vegetariani e vegani sono sempre di più, per motivazioni etiche ma anche di salute. Ma quali sono le differenze tra questi stili di vita?

Per quanto molte persone si ostinino ancora a pensarlo, l’alimentazione a base vegetale non è una moda passeggera. Al contrario, risulta una scelta ben consolidata nel nostro Paese. Secondo il Rapporto Vegan Italia Osservatorio VEGANOK 2017 , stilato su un campione di 15 mila persone, i vegani nel nostro Paese erano il 2,6% della popolazione. Di questi, il 59% erano donne e il 41% uomini. Oggi, secondo il Rapporto Eurispes 2020, la percentuale di vegetariani e vegani è dell’8,9%, un massimo storico per l’Italia, con un 2,2% di vegani. Bisogna sottolineare, però, che i dati Eurispes vengono raccolti con metodologie differenti e su un campione di intervistati ridotto, e di conseguenza il dato che riguarda la popolazione vegan è certamente sottostimato.

A conferma di ciò, l’ascesa inarrestabile dei consumi di prodotti plant-based. Basti pensare che il numero di prodotti conformi allo standard VEGANOK  è cresciuto da 14.000 registrato a Marzo 2020 a 14.447 di Settembre 2020, per un totale di 565 aziende; un aumento del 3,1% in soli 6 mesi. L’incremento si registra contestualmente a un calo nei consumi di carne, in particolare di quella bovina.

Anche il Report Osservatorio VEGANOK 2020 sul latte vegetale conferma questa tendenza: secondo i dati,

In Italia, le vendite dei prodotti “sostitutivi” del latte, del formaggio e dello yogurt, che nel 2016 avevano un valore complessivo pari a poco meno di 250 milioni di euro in GDO (Iper + Super + LSP), sono cresciute a doppia cifra nell’ultimo biennio. Il segmento, la cui componente principale a volumi e a valori era ed è ancora rappresentata dalle bevande vegetali sostitutive del latte, è caratterizzato da una straordinaria vitalità e registra un aumento dei lanci e delle referenze in assortimento.

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L’ascesa del consumatore flexitarian

Il lento ma costante incremento delle vendite in questo settore, va attribuito solo in parte ai consumatori vegetariani e vegani, perché il consumatore flexitarian gioca un ruolo fondamentale in questo contesto. Parliamo di persone che non si definiscono né vegetariane né vegane – e che, di fatto, non rientrano nel conteggio di questa tipologia di consumatori – ma che diminuiscono in maniera considerevole il proprio acquisto di prodotti di origine animale in favore di alimenti plant-based. Non esistono al momento dati ufficiali che monitorino il numero di persone flexitarian, ma si tratta anche in questo caso di cifre in ascesa stando ai dati recenti sugli acquisti di prodotti plant-based.

Le motivazioni legate a questa scelta sono prevalentemente di carattere ambientale o connesse alla convinzione che gli alimenti vegetali siano più sani della controparte animale. Quello che è certo, è che l’impennata dell’economia plant-based a cui stiamo assistendo nell’ultimo periodo è dovuto anche a quella fetta di consumatori consapevoli e informati, sempre più numerosi, che spostano i propri acquisti verso proteine ​​di origine vegetale e stili di vita più sani.

Vegani e vegetariani: le differenze

Anche se nel sondaggio Eurispes si parla del complesso della popolazione “veg”, tra vegetariani e vegani ci sono differenze sostanziali. I vegetariani sono coloro che scelgono di non mangiare carne e pesce, pur continuando ad alimentarsi di derivati animali. Così distinguiamo i latto-ovo-vegetariani, che mangiano sia uova che latticini; i latto-vegetariani, che escludono le uova ma non latte e derivati; gli ovo-vegetariani, che invece escludono latte e latticini ma consumano le uova. Dal momento che la produzione di derivati animali comporta lo sfruttamento, la detenzione e la morte degli animali coinvolti, quella vegetariana non viene generalmente considerata una scelta etica, ma piuttosto un semplice regime alimentare che – salvo eccezioni individuali – non si estende ad altri ambiti della quotidianità.

Diverso è il discorso per i vegani, che escludono dalla propria alimentazione:

  • carne
  • pesce
  • uova
  • latte e derivati
  • miele

Il termine “vegan” fu coniato nel 1944 da Donald Watson, fondatore della Vegan Society, ed è permeato da ragioni di tipo etico. Un vegano ha come obiettivo primario quello – nel limite del possibile – di evitare la sofferenza e la morte di qualunque animale non umano. L’alimentazione, dunque, è solo un aspetto della filosofia vegan, forse il principale ma non di certo l’unico. I vegani escludono dal proprio guardaroba pelle, seta, lana e qualsiasi altro tessuto di origine animale; evitano zoo, circhi e parchi acquatici, perché implicano lo sfruttamento e la reclusione degli animali che ne fanno parte. Il veganismo non è una dieta, ma uno stile di vita e una filosofia di pensiero basata sull’antispecismo, ovvero la convinzione che nessuna specie animale – nemmeno quella umana – sia superiore alle altre o possieda un diverso status morale.

Non è raro che la scelta di una alimentazione vegetariana spiani la strada per quella vegan: molte persone partono eliminando il consumo di carne e pesce, per poi venire a conoscenza delle motivazioni etiche legate al veganismo e scegliere di abbracciare questo stile di vita. Da vent’anni VEGANOK si impegna quotidianamente per diffondere consapevolezza e informazioni su questo stile di vita, per cercare di rendere lo sfruttamento animale un retaggio del passato.


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