Quanto “pesa” una singola porzione di carne sull’ambiente e sulla nostra salute? Ce lo svela uno studio elaborato da un gruppo di scienziati dell’Università di Oxford, in collaborazione con l’Università del Minnesota. Tanto, secondo gli esperti, che hanno analizzato 15 gruppi alimentari diversi tra alimenti di origine vegetale e di origine animale. E i risultati parlano chiaro: l’impatto ambientale e gli effetti a lungo termine sulla nostra salute dei prodotti vegetali risultano nettamente migliori.
I dettagli dello studio
Gli scienziati hanno analizzato 15 gruppi alimentari diversi (pollo, latticini, uova, pesce, frutta, verdura, legumi, frutta a guscio, olio di oliva, patate, carni rosse lavorate, cereali raffinati, bevande zuccherate, carni rosse non lavorate, cereali integrali), studiando il loro impatto sia sull’ambiente che sulla nostra salute (analizzando le abitudini alimentari di decine di milioni di persone grazie all’impiego di studi compiuti in precedenza).
In particolare, per l’ambiente sono stati presi in considerazione:
- emissioni di gas serra
- uso del suolo
- uso di acqua
- acidificazione *
- eutrofizzazione *
* risultati di inquinamento
Per quanto riguarda la salute umana, invece, è stato analizzato l’impatto di questi alimenti sull’insorgenza di:
- malattie cardiovascolari
- cancro del colon-retto
- diabete
- ictus
- aumento tasso di mortalità
I risultati dello studio
In generale, quello che emerge è che gli alimenti di origine vegetale hanno un impatto notevolmente inferiore su ambiente e salute; tra gli alimenti di origine animale, quello meno impattante risulta il pesce, mentre la carne rossa – lavorata e non – è l’alimento più deleterio in assoluto. In particolare, una porzione di carne rossa da 50 grammi (aggiuntiva rispetto ai valori medi di riferimento tratti da altri studi), è infatti associata all’emissione di almeno 20 volte più gas serra e a un utilizzo del suolo 100 volte superiore rispetto a una porzione di verdure da 100 grammi.
Ma non basta, perché lo stesso si può dire riguardo all’impatto della carne sulla nostra salute: dallo studio emerge che una porzione di soli 50 grammi di carne lavorata al giorno (che equivale, per esempio, a due fette di prosciutto) aumenta del 41% la probabilità di andare incontro a malattie potenzialmente mortali – come malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e ictus. Non va dimenticato, a questo proposito, che nel 2015 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato la carne rossa tra i cancerogeni umani probabili e la carne lavorata tra i cancerogeni umani certi, al pari di alcol e fumo. Allo stesso modo, come si legge nello studio, anche “il consumo di bevande zuccherate con zucchero è associato a un aumentato rischio di malattie tra le quali coronaropatie, diabete di tipo 2 e ictus, anche se non alla mortalità totale o al cancro del colon-retto”.
Come sottolineano gli esperti, tendenzialmente gli alimenti con un impatto ambientale più basso hanno anche i maggiori benefici per la salute, mentre gli alimenti con un impatto ambientale più elevato – carni rosse in testa – hanno spesso anche l’impatto peggiore sulla salute umana. I risultati, quindi, viaggiano su due rette parallele che difficilmente si distanzieranno: ciò che è buono per l’ambiente lo è anche per la salute umana e viceversa.
Cambiare dieta per cambiare il mondo
La conclusione degli esperti è quindi chiara: il passaggio verso un maggiore consumo di alimenti più sani generalmente migliorerebbe la sostenibilità ambientale, sebbene gli alimenti trasformati ricchi di zuccheri danneggino la salute ma possano avere impatti ambientali relativamente bassi. In ogni caso questi risultati potrebbero aiutare i consumatori, i responsabili politici e le aziende alimentari a comprendere meglio le molteplici implicazioni per la salute e l’ambiente delle scelte alimentari del singolo.
Le diete globali si sono spostate verso un maggiore consumo di alimenti associato a un maggiore rischio di insorgenza di malattie o a maggiori impatti ambientali. Invertire questa tendenza nelle regioni in cui si è verificata e aumentare invece il consumo di cereali integrali, frutta, verdura, frutta a guscio, legumi avrebbe molteplici benefici per la salute e l’ambiente a livello globale.
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