Report obesità della Commissione Lancet: junk food e carne come il tabacco

La Commissione Lancet chiede che l'obesità, la malnutrizione e il cambiamento climatico siano collegati in un'unica sindemia e considerati nella loro gravità globale. Gli esperti sostengono che al junk food, alle carni rosse e processate, sia necessario applicare una serie di norme e avvertenze come già avviene per il tabacco. Nel report, si fa anche riferimento ad una richiesta di inversione rotta per ciò che riguarda il modello produttivo: le corporations agiscono nella sola ottica dell'ottimizzazione dei profitti. I governi devono agire per costruire sistemi alimentari sani, equi e sostenibili.

Sulle pagine del Daily Mail è stata pubblicata da pochi giorni la notizia del nuovo studio della Commissione sull’Obesità del Lancet: il report chiede ai governi di trattare la carne rossa e altri cibi malsani nello stesso modo in cui trattano i prodotti dell’industria del tabacco. Si sostiene che sia necessario lanciare la lotta al cibo malsano (junk food, carni rosse e processate) attraverso un sistema di tassazione e inserendo sul packaging, avvertimenti sulla salute esattamente con lo stesso principio con cui si cerca di scoraggiare all’acquisto delle sigarette.

Il report della Lancet Commission on Obesity, è stato compilato da 43 accademici di 14 paesi e accusa i politici di “decenni di inerzia” perché non hanno agito sul “conflitto fondamentale e inconciliabile” tra gran parte dell’industria alimentare e la salute delle nazioni. Le tasse devono essere applicate alle carni – il cui consumo è legato ad una serie di patologie, tra cui malattie cardiache e cancro. Secondo la commissione, gli introiti derivanti dalle meat tax dovranno essere usati per abbassare il prezzo delle verdure e sovvenzionare progetti che promuovano un sano stile di vita. Si otterrebbe una tripla vittoria: colpire l’obesità, migliorare un’alimentazione sana e ridurre il cambiamento climatico. Anche la pubblicità sul junk food dovrebbe essere frenata e andrebbero poste delle diciture ad hoc sulle etichette le etichette per sensibilizzare i consumatori ad acquisti più consapevoli.

Il report è stato rifiutato dall’industria alimentare e Tim Rycroft della Food and Drink Federation (Uk) lo ha definito come “profondamente irresponsabile”. Gli autori però hanno detto che la crisi sanitaria è urgente – con un miliardo di persone che soffrono di malnutrizione a livello mondiale e due miliardi che mangiano troppo. Nella sola Gran Bretagna, i due terzi degli adulti sono in sovrappeso, con conseguente aumento dei tassi di malattie cardiache, diabete e cancro.

Il professor William Dietz della George Washington University negli Stati Uniti, autore del report, ha dichiarato: “Tra 50 anni, se non saremo in grado di ridurlo, avremo questo incredibile flagello dell’obesità da un lato e della denutrizione dall’atro“. Non ultime, le conseguenze sul piano ambientale dell’attuale sistema alimentare. William Dietz infatti aggiunge: “il pianeta brucerà”. Ha concluso: “Sebbene il cibo differisca chiaramente dal tabacco perché è una necessità per sostenere la vita umana, il junk food e le bevande malsane non lo sono. Le somiglianze con l’industria del tabacco risiedono nel danno che inducono e nei comportamenti delle corporations che traggono profitto”.

Il professor Boyd Swinburn, dell’Università di Auckland, ha aggiunto: “Fino ad ora, la denutrizione e l’obesità sono state viste come poli opposti in termini di assunzione di troppe o troppe poche calorie. In realtà, sono fenomeni guidati dagli stessi sistemi alimentari malsani e iniqui, sostenuti dalla stessa economia politica che è incentrata sulla crescita economica e ignora i risultati negativi sulla salute e sull’equità“.

Il modello commerciale prevalente delle grandi aziende alimentari che si concentrano sull’ottimizzazione dei profitti a breve termine porta ad un consumo eccessivo di alimenti e bevande povere di nutrienti nei paesi ad alto reddito e sempre più nei paesi a basso e medio reddito. La coesistenza di obesità e arresto della crescita negli stessi bambini in alcuni paesi è un segnale di allarme urgente – e entrambi saranno esacerbati dai cambiamenti climatici. Affrontare la sindemia globale richiede un ripensamento urgente di come mangiamo, viviamo, consumiamo e ci muoviamo, incluso un cambiamento radicale verso un modello di business sostenibile e che promuova la salute adatto alle sfide future che affrontiamo oggi “, ha affermato il dott. Richard Horton, curatore editoriale di The Lancet.

Il problema va visto nella sua gravità globale: le “pandemie” di obesità, malnutrizione e cambiamenti climatici vengono circoscritte nel concetto di “unico pericolo sindemico globale” che definisce la più grande minaccia alla salute umana e planetaria.

Il termine sindemico, recentemente coniato, si riferisce alla dipendenza della salute da molti fattori e indica l’aggregazione di due o più epidemie concomitanti o sequenziali o gruppi di malattie in una popolazione con interazioni biologiche che aggravano la prognosi e l’incidenza delle malattie stesse.

Tra le azioni raccomandate indicate nel report, la commissione per l’obesità di Lancet chiede l’istituzione di una Convenzione sui sistemi alimentari (Convention on Food Systems – FCFS) – simile alle convention globali per il controllo del tabacco e il cambiamento climatico al fine di limitare l’influenza dell’industria alimentare e mobilitare azioni nazionali per sistemi alimentari sani, equi e sostenibili.

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