Quanto impatta l’alimentazione sul nostro pianeta? Quali sono i numeri del consumo di carne e qual è il valore della scelta vegan in un contesto globale in cui di fatto si assiste ad uno sterminio di massa in termini di animali uccisi?
L’alimentazione odierna, così come è stata costituita dal progresso e dall’evoluzione della tecnica, rappresenta il settore industriale che più di tutti contribuisce allo sfruttamento animale: più della vivisezione, più del vestiario, più delle competizioni (ippica, cinofilia ecc.), più della caccia e bracconaggio, più della pesca, più dello svago e lusso in genere (zoo, circhi, acquari ecc.), più della violenza di specie (vandalismo, zooerastia ecc,).
L’alimentazione del benessere causa ogni anno centinaia di miliardi di vittime Animali. Si calcola, in maniera molto approssimativa, che ogni anno circa 150 miliardi di creature innocenti vengano uccise selvaggiamente, cifra a cui bisogna aggiungere tutti i Pesci (esclusi quelli “NON COMMESTIBILI” ovvero Delfini, Foche, Leoni Marini ecc.). La maggior parte delle organizzazioni per i diritti degli Animali eviterà interamente la questione della quantificazione del massacro degli Animali Marini. Questo perché in realtà è impossibile prevedere con molta precisione quanti vengono uccisi ogni anno per il cibo. Infatti le industrie ittiche del mondo registrano le loro catture in termini di tonnellate e non in numero specifico di individui, e questi parametri sono in continua evoluzione. La produzione e la cattura lorda nel mondo, misurate quindi in milioni di tonnellate di Pesci, varia di anno in anno in base alle circostanze ambientali e ai cambiamenti nelle economie locali e globali.
Per fare un resoconto veloce, nel 2013 sono stati uccisi per la carne circa 69 miliardi di Animali terrestri (fonte FAOSAT). Nel dettaglio: circa 298 milioni di Bovini, 1,4 miliardi di Maiali, 4,8 milioni di Cavalli, 536 milioni di Pecore…ecc. In questo studio si stima che tra il 1999 e il 2007 siano stati catturati ogni anno tra i 900 e i 2.700 miliardi di Pesci (dati variabili proprio perché calcolati in base ad un peso pescato approssimato). Usando lo stesso metodo si stima che siano stati uccisi per cibo a livello globale nel 2011 tra i 38 e i 128 miliardi di Pesci allevati.
Ad oggi dunque più di 150 miliardi è il numero di Animali uccisi nel mondo ogni anno dalle industrie della carne. Questi numeri non includono molti milioni di Animali uccisi nei laboratori di vivisezione, Cani e Gatti uccisi in rifugi, gli Animali nei circhi, rodei, zoo e acquari. Non includono gli Animali uccisi in altri luoghi come la corrida o dog-fighting, né comprendono i Cavalli e Levrieri che sono stati sterminati quando non erano più ritenuti idonei per le corse.
Se guardiamo dunque queste statistiche non propriamente attendibili (per i fatti su citati, ma comunque abbastanza veritiere e al rialzo) gli Animali uccisi nel mondo sono tantissimi, parliamo di centinaia di miliardi ogni anno. E si prevede che entro il 2050 queste cifre potrebbero aumentare in base ad un aumento della popolazione Umana mondiale che potrebbe attestarsi vicino ai 9,7 miliardi di persone.
I dati delle vittime sono forniti in maniera abbastanza approssimativa dall’Organizzazione Mondiale per l’Alimentazione e l’Agricoltura, ma non comprendono altri decessi in aree del mondo non propriamente rintracciabili e quindi quantificabili, soprattutto in aree come la Cina dove addirittura i Cani sono fonte di sostentamento. I Cani e i Gatti infatti sono tristemente vicino a noi perché oltre ad essere una “compagnia” spesso e volentieri costituiscono una preda da uccidere o eliminare malamente, come appunto succede tramite rudi e crudeli pratiche di soppressione, ovvero le “soluzioni finali” al randagismo. Questa terribile piaga nel nostro Paese è drammaticamente famosa per le sue stragi, basti osservare l’ultimo caso di cronaca accaduto a Sciacca in Sicilia dove decine e decine di Cani sono stati selvaggiamente avvelenati. Ma un po’ in tutto il meridione d’Italia la situazione è altamente preoccupante, visti gli episodi di profonda speculazione con cui abili e spietati cacciatori operano indisturbati.
C’è da dire poi che l’attuale status sociale impone carne statisticamente ritenuta lecita ed accettabile per il gusto personale. Mucche, Cavalli, Conigli, Galline, Vitelli, Maiali, Agnelli sono tristemente famosi in tutte le ricette culinarie, considerando anche i derivati alimentari da loro ottenuti: latte, formaggi, uova, salumi ecc.ecc. Non è dato sapere però se il mercato si sviluppi enormemente verso altre specie Animali altamente redditizie quali Insetti, Rettili, Zebre…o chissà cos’altro. L’Expo 2015 che si è svolto 3 anni fa ha dimostrato come l’ndustria zootecnica stia studiando altri processi di sterminio giustificati come sostentamento e sviluppo economico.
In media comunque si è calcolato che ogni consumatore carnivoro italiano mangia dai 10 ai 30 Animali circa all’anno, in base al proprio appetito. In generale quasi 100 Animali al secondo vengono uccisi a scopo alimentare! Un dato abbastanza significante.
Detto questo dunque si può sottovalutare l’aumento esponenziale del consumo di alimenti d’origine vegetale? Si può negare che il consumo di carne e derivati animali sia stato erroneamente assimilato fonte primaria di sostentamento, rispetto invece ad una alimentazione più idonea al proprio organismo? Osservando i dati da fonti attendibili…sicuramente no!
Si è parlato spesso di come l’essere Umano non sia un predatore naturale, e che la sua alimentazione non è prettamente basata su proteine animali ma, anzi, più verso frutta e cereali integrali, verdure ed ortaggi. Numerosi fonti internazionali e studiosi illustri come Neal D. Barnard (medico, professore universitario e ricercatore statunitense) o T. Colin Campbell (biochimico statunitense, nutrizionista, professore emerito di Nutrizione e Biochimica alla Cornell University) spingono sempre più verso una nutrizione vegetale ed integrale rivolta al vegetarismo o più specificatamente al veganismo. Il dott. T.C. Campbell in particolare è famoso in tutto il mondo per la pubblicazione del rapporto “The China Study”sulla comparazione tra l’alimentazione occidentale e cinese. In seguito ai suoi studi relativi alla correlazione fra cibo e malattie ha adottato lui stesso un’alimentazione integrale naturale a base vegetale e ha raccomandato la formazione degli operatori medici in tal senso.
Il “veganismo salutista”,definizione tecnicamente non corretta ma ormai universalmente usata per indicare chi, pur non essendo realmente vegan, ha abbracciato un’alimentazione a base vegetale per migliorare la propria salute, è una realtà assodata e sempre più presente all’interno di un sistema commerciale che predilige nuovi inserimenti, e quindi nuove tendenze alimentari. Il commercio legato al cibo è strettamente correlato a sviluppi progressivamente innovativi, come già detto in precedenza. Ecco perché in un presente altamente consumista non si può ignorare ipocritamente l’aumento considerevole di qualsiasi procedimento che possa diminuire o addirittura annullare lo sfruttamento animale.
Utilizzare gli stessi mezzi di uno specismo incontrollato non è propriamente etico per i puristi del liberazionismo ma attualmente non si può escludere uno sviluppo commerciale rivolto al cruelty-free. Pensiamo solamente all’annientamento graduale degli allevamenti intensivi ed ogni strumento annesso (mattatoi e macellerie ecc). Strategie sperimentali, come la carne prodotta in laboratorio o l’uovo vegano già citate in altri approfondimenti, ad oggi non risultano essere compromettenti da un punto di vista pratico. Obbiettivamente sono inconciliabili con l’antispecismo ma qui stiamo analizzando un processo valido ed sostitutivo al consumo di Animali. Anche la vivisezione ed altri studi scientifici sugli Animali sono al momento difficilmente opinabili verso una risoluzione definitiva.
Bisogna adottare quindi altre contromisure abili ed intelligenti per contrastare il genocidio in atto.
Nonostante l’industria zootecnica stia adottando profonde reazioni contrarie alle crescita di cibo 100% vegetale (aziende storicamente affiliate alla produzione di carne ed affini ora vendono anche “surrogati veggie”che ovviamente hanno poco da condividere con prodotti realmente certificati VEGANOK) altri, più tipicamente etici e responsabili alla salvaguardia animale, sono pronti alla “rivoluzione capitalista”. Forse è azzardato parlare di un “capitalismo etico” e benefico per la collettività che potrebbe ribaltare ogni concezione di sperpero, lo scandalo e lo sdegno potrebbero risultare controproducenti alla causa animalista. Ma il biologico, le vegan certifications, la naturalità e l’origine controllata delle materie prime prive di contaminazioni sono mezzi altamente significativi ed utili a percorrere una nuova e più proficua responsabilità sociale.
Strumenti importanti come l’Osservatorio VEGANOK confermano la crescita esponenziale e continua dei consumi vegetali, grazie anche a nuovi protagonisti nella scena imprenditoriale italiana ed estera.
È interessante notare come i numeri indicati dall’Osservatorio VEGANOK sono decisamente in controtendenza rispetto ad altre statistiche presumibilmente fuorvianti, come quelle diffuse dall’Eurispes che di recente ha pubblicato numeri apparentemente lontani dalla realtà utilizzando campioni di utenti che a molti sono sembrati scarsi e con una definizione poco efficiente e confusionaria: vegani, vegetariani, intolleranti, salutisti e modaioli tutti in un unico calderone.
Il 2018 sarà dunque un anno riccio di novità, e Noi con esso ne faremo parte.
Approfondimenti:
www.osservatorioveganok.com
http://faostat3.fao.org/download/Q/QL/E
http://fishcount.org.uk/fish-count-estimates
http://www.adaptt.org/killcounter.html
http://www.fao.org/
http://www.live-counter.com/animals-killed-worldwide/
http://considerveganism.com/counter/
Fonte:
www.promiseland.it
Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!

Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.
lauraserpilli
dice:Interessante approfondimento. Ritengo che, sebbene la salute e la varietà sempre più ampia di prodotti sostitutivi siano argomenti indiretti alla causa animale, possano comunque rappresentare una importante leva per il cambiamento.
Quello dell’alimentazione etica è un involucro che va riempito con il senso etico della scelta. Ci arriveremo presto!!
Roberto Contestabile
dice:Cara Laura, il salutismo è un tema molto dibattuto…su più fronti e da più parti. Questo inevitabilmente ha delle conseguenze, che siano positive o negative spetta solo a noi in quanto utenti. Di sicuro abbiamo delle grandi responsabilità, e negare lo sviluppo recente è sicuramente più dannoso che utile. Soprattutto quando le difficoltà e le barriere sono enormi, in particolar modo le menzogne e i sabotaggi abbastanza frequenti.
Detto questo, che ci piaccia o no, viviamo in un presente altamente contraddittorio ricco di compromessi, qualcuno piacevole…qualcun’altro meno.
Che il veganismo sia pieno di sfaccettature è fuori discussione, e solo il tempo ci dirà se i nostri approcci odierni sono stati efficienti e a favore del nostro principale scopo: gli Animali e la loro liberazione.
Nel frattempo occupiamo il nostro tempo al meglio, perseguendo cause utili e collaborative. Il fatto stesso che l’alimentazione carnista fa più vittime di qualsiasi altro settore produttivo non deve farci distogliere l’attenzione dalle principali priorità, perché forse essa È la priorità.
Mafioso
dice:Grazie Manu, una buona giornata e a prestowrite custom essays