Salviamo il lupo italiano

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Piano per la conservazione del lupo: prossima conferenza Stato-Regioni giovedì 2 Febbraio. Continua la polemica e la mobilitazione pubblica da parte di cittadini, etologi, associazioni ed esponenti della politica contro il piano per la conservazione del lupo in Italia. Dopo la grande eco mediatica, pare che molti esponenti delle regioni stiano considerando l’idea di fare marcia indietro. […]


Piano per la conservazione del lupo: prossima conferenza Stato-Regioni giovedì 2 Febbraio.
Continua la polemica e la mobilitazione pubblica da parte di cittadini, etologi, associazioni ed esponenti della politica contro il piano per la conservazione del lupo in Italia.
Dopo la grande eco mediatica, pare che molti esponenti delle regioni stiano considerando l’idea di fare marcia indietro. Il piano, tra le altre misure, prevede l’abbattimento legale del 5% della popolazione del lupo italiano.
Una misura del genere, secondo gli esperti agevolerebbe il bracconaggio nei confronti della specie, protetta ormai da 46 anni. Diversi gli etologi che si sono schierati contro questo piano di conservazione. Francesco De Giorgio dal suo blog infatti pone una questione importante come quella dello sfaldamento dei branchi “Come viene tenuto conto dei diritti base di autonomia, integrità, dignità e vulnerabilità di ogni lupo e di ogni gruppo sociale stabile?
Secondo Roberto Marchesini, etologo e filosofo, “Tantissimi studi dimostrano che la presenza del lupo è un fattore che determina l’equilibrio e il riequilibrio del territorio (…)Il lupo contiene determinate specie: il suo abbattimento comporterà l’aumento di queste altre specie e si reputeranno necessarie altre misure di abbattimento. (…) Ritengo l’accaduto una dimostrazione di scarsa cultura ecologica, di scarso rispetto per l’ambiente e di zero rispetto per gli animali.
Dall’appello al presidente Gentiloni delle diverse associazioni animaliste (ENPA, LAC, LAV, LIPU, LNDC) ecco i motivi per i quali tale piano non deve essere attuato:
– perché non esistono dati precisi e attendibili sulla popolazione di lupi in Italia;
– perché lo stato di conservazione del lupo potrebbe essere pericolosamente compromesso;
– perché non sono possibili abbattimenti realmente selettivi e gli effetti sono sempre imprevedibili;
– perché non diminuirebbe i comportamenti predatori ma potrebbe aggravarli, come in altri Paesi;
– perché non avrebbe effetti positivi sulle tensioni sociali e, anzi, potrebbe comportare una maggiore tolleranza verso atti di bracconaggio e di “giustizia” privata.
– Da 46 anni i lupi sono specie particolarmente protetta.
E’ ancora possibile far sentire la propria voce firmando la petizione online contro il piano di abbattimento.
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