“Sana Alimentazione” alla Casa Circondariale di Bari: AssoVegan entra nel carcere

Promiseland -

Si è tenuto in data 26 luglio la conferenza "Sana Alimentazione" presso la Casa Circondariale di Bari: un evento organizzato da Tiziana Annichiarico con la collaborazione del dott. Favata, pensato per i detenuti ma anche per tutti quelli che ci lavorano a contatto, come agenti, operatori, volontari. Una mattinata dedicata alla salute attraverso l'alimentazione dentro il carcere, ma anche e soprattutto nella vita, libera e consapevole, che verrà.


Il 26 luglio 2018 molti detenuti della Casa Circondariale di Bari hanno partecipato al corso di “Sana Alimentazione” ideato e realizzato dalla Dott.ssa Tiziana Annicchiarico, educatore professionale nel campo del disagio minorile, devianza e marginalità, pedagogista, membro del Comitato etico, Ambasciatore della regione Puglia, coordinatore della rete nazionale degli Ambasciatori dell’Associazione Vegani Italiani Onlus.
L’evento è stato realizzato grazie alla collaborazione con il Dott. Roberto Favata, membro del comitato scientifico di Assovegan, biagromo alimentare, specializzato in biochimica degli alimenti, sicurezza alimentare, processi produttivi ecocompatibili, sistemi qualità certificati.  Formatore e divulgatore scientifico. È socio fondatore e collaboratore del Centro Omega Stargate di Palermo. Co-fondatore del C.O.C.E.A. Centro per l’Orientamento, la Coerenza e l’Educazione Alimentare di Palermo, e autore del progetto formativo divulgativo “Coerenza Alimentare”.

La Dott.ssa Tiziana Annicchiarico ci racconta: “Ben cinquantasette detenuti della Casa Circondariale di Bari hanno partecipato all’evento sulla Sana Alimentazione con molto interesse, curiosità, hanno posto molte domande al Dott. Favata, il quale con molta attenzione e disponibilità, ha risposto ad ognuno di loro.
La Casa Circondariale di Bari propone diverse attività educative, ricreative e formative rivolte ai detenuti, è un carcere che apre le porte al mondo esterno, è molto importante creare un ponte tra carcere e società. Il carcere non deve essere più considerato un’istituzione totale, non è più un contenitore che al suo interno deve contenere lo scarto della società.
E’ giusto che chi entra in carcere possa uscire migliore. Essendo un educatore nel campo della devianza e marginalità per me è molto importante realizzare soprattutto all’interno di un carcere dei percorsi educativi che permettono di restituire alla società persone migliori.

L’importanza della formazione, perché nelle persone detenute esiste la speranza del cambiamento. Ritengo sia molto importante parlare di Sana Alimentazione anche all’interno di un’istituzione penitenziaria, perché anche i detenuti hanno il diritto come tutti noi, di poter accedere ad una corretta formazione.
Grazie all’insegnamento del Dott. Favata non solo i detenuti, ma anche gli operatori dell’area pedagogica, gli agenti penitenziari, hanno imparato cosa mangiare, come scegliere e combinare gli alimenti, rispettando la stagionalità e i prodotti locali, come distribuire i pasti durante l’arco della giornata, i metodi di cottura per mantenere il più possibile le proprietà nutritive del cibo.
La nostra attenzione si è focalizzata soprattutto sugli alimenti di origine vegetale, perché l’alimentazione vegetale è un vero toccasana per la nostra salute e quindi anche per la nostra vita. I detenuti hanno messo subito in pratica i consigli del Dott. Favata, effettuando delle modifiche costruttive nella loro alimentazione.
Il carcere è un luogo dove oltre al dramma, alla sofferenza umana, esiste un mondo fatto anche di realtà positive, progetti che vanno avanti grazie all’impegno dei detenuti, dei volontari e da parte di chi dentro ad un carcere ci lavora ogni giorno”.
Il Dott. Roberto Favata ci racconta: “L’evento sulla Sana Alimentazione mi ha dato modo di poter parlare con i detenuti della Casa Circondariale di Bari di alimentazione sana, corretta, a prevalenza vegetale. Sono particolarmente contento che la Dott. Annicchiarico abbia creato questa iniziativa, sicuramente unica nel suo genere, perché siamo riusciti a dare un’ informazione a queste persone molto utile per la loro salute, per un nuovo approccio alimentare che potranno attuare sia all’interno della struttura, sia anche quando poi terminata la loro pena usciranno dal carcere e la loro vita avrà un’impronta più libera e potranno fare delle scelte più consapevoli e importanti per la loro vita”.

La Dott.ssa Tiziana Annicchiarico ringrazia con il cuore il Dott. Favata per il suo prezioso supporto, la Direttrice della Casa Circondariale di Bari Valeria Pirè, il resp.le Area Sicurezza Comm. Francesca De Musso, il resp.le Area Pedagogica Pasquale Fracalvieri, gli Educatori e tutto il personale di Polizia Penitenziaria. Inoltre un ringraziamento ed un augurio per una vita migliore è rivolto soprattutto ai detenuti che hanno partecipato a questo importante evento.
Articolo a cura della dott.ssa Tiziana Annicchiarico

Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!


Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.

Scarica gratuitamente il nostro magazine

16 commenti su ““Sana Alimentazione” alla Casa Circondariale di Bari: AssoVegan entra nel carcere”

  • Anonimo

    dice:

    Nell’articolo viene detto: “Il carcere non deve essere più considerato un’istituzione totale, non è più un contenitore che al suo interno deve contenere lo scarto della società”
    Però di fatto questa è la realtà. Ed è così a livello mondiale: raramente ci sono dei progetti seri di integrazione, formazione ecc.

  • Genna

    dice:

    Bravi. Bel progetto

  • Tina

    dice:

    Che bella iniziativa, congratulazioni!!!
    Ad maiora!!!

  • Edgar

    dice:

    Nel 2010, il vice ministro della giustizia norvegese disse che la punizione di un detenuto consiste nell’essere in carcere e non nel perdere i suoi diritti di cittadino. In Norvegia infatti l’ intento etico è divenuto una realtà concreta, applicata ogni giorno nelle strutture penitenziarie esistenti.Nel carcere di massima sicurezza di Halden non ci sono sbarre. Da fuori potrebbe sembrare un campus universitario o un ospedale. Non ci sono guardie armate a pattugliare il perimetro della struttura. Tutt’attorno distese di betulle. Nessun detenuto ha mai cercato di fuggire. Ciascuno di loro ha una stanza privata con televisione a schermo piatto, una doccia, un frigo e mobili in legno. A differenza di quello che accade nelle carceri italiane, i prigionieri trascorrono la maggior parte della giornata fuori dalla loro cella giocando a baseball, allenandosi sulle pareti da arrampicata. Vivono in comunità, si prendono cura dell’ambiente tagliando la legna necessaria ad alimentare le caldaie, coltivano orti e allevano animali. Tra di loro non ci sono solo piccoli criminali, ma anche killer, stupratori e rapinatori. La durata massima delle sentenze in Norvegia, anche per gli omicidi, è di 21 anni. Quindi, le prigioni cercano di preparare i detenuti al ritorno nella società e per questo ricreano un ambiente simile a quello delle città. Halden, ribattezzata come “la prigione più umana del mondo”, è costata oltre 187 milioni di euro. Il sistema giudiziario, identificato con la massima “meglio fuori che dentro”, evita di incarcerare i cittadini. A finire in carcere sono circa 75 persone ogni 100 mila abitanti, per capire, in Italia sono 103,8 . Il sistema nordico sembra funzionare: nel Paese scandinavo c’è un tasso di recidività del 20 per cento, uno tra i più bassi al mondo. Spero che ci si muova sempre di più in questa direzione. E questo evento ne è la prova.

  • Vania

    dice:

    Certo ok, una “sana alimentazione”…ma…vi siete resi conto in che diavolo di condizioni vivono questi poveracci? poveracci perchè in prigione ci vanno assassini, stupratori, malavitosi così come migranti che hanno l’unica colpa di essere clandestini e magari, avere qualche grammo di hashish in tasca. Vivono in condizioni pessime, che non aiutano alla riabilitazione sociale dell’individuo. E un corso come questo, se ti arriva ogni giorno un rancio composto da pasta bianca scotta, purè e un pezzo di carne non identificata (e per poter mangiare qualcosa di meglio devi fartelo portare dall’esterno o fare la “domandina” e aspettare settimane), cade un pò nel vuoto. Di sicuro andrebbe fatto a chi organizza l’alimentazione nelle carceri, ai responsabili mensa. Ed è già buona cosa che molte persone che ci lavorano abbiano partecipato. Chi sta dentro, dal canto suo, non ha molta possibilità di scelta. E trovo un pò offensivo parlare di “scelta vegetale o vegana” quando non c’è altra alternativa alla mensa, e si sa che nei carceri non ci supermercati. Fate un’ iniziativa per far entrare cibo più di qualità nei carceri: frutta, verdura, cereali in chicco, pasta integrale. Coinvolgete qualche sponsor che abbia a cuore il sociale. Se no rimarrà solo un’iniziativa e si continuerà a dire, non a caso, “ti porto le arance”.

    • Tina

      dice:

      Viene precisato che “Grazie all’insegnamento del Dott. Favata non solo i detenuti, ma anche gli operatori dell’area pedagogica, gli agenti penitenziari, hanno imparato cosa mangiare, come scegliere e combinare gli alimenti, rispettando la stagionalità e i prodotti locali, come distribuire i pasti durante l’arco della giornata, i metodi di cottura per mantenere il più possibile le proprietà nutritive del cibo”. E ancora “Il carcere è un luogo dove oltre al dramma, alla sofferenza umana, esiste un mondo fatto anche di realtà positive, progetti che vanno avanti grazie all’impegno dei detenuti, dei volontari e da parte di chi dentro ad un carcere ci lavora ogni giorno”
      Le sembra poco?

      • Tina

        dice:

        Grazie, quindi, a chi, ogni giorno, in mille modi si impegna per il cambiamento!

  • Enrico

    dice:

    Quando realizzato dalla Dottoressa Annicchiarico e dal Dott. Favata è indubbiamente una lodevole iniziativa
    Ma in ambito di scelte alimentari quante e quali sono le difficoltà per chi vive rinchiuso un un carcere ?
    Chiedo a voi , questo progetto ha un programma che può essere poi seguito dai reclusi ? Oppure è solo mirato ad un loro futuro fuori da lì?
    E poi lo ricorderanno ?
    Grazie

  • Sauro Martella

    dice:

    Tiziana è un angelo che ha scelto di donare la sua vita al bene degli altri, al bene degli ultimi… Sono orgoglioso di averla nel nostro team.

  • Renata Balducci

    dice:

    Cara Amica mia , sei una forza
    Hai la caparbia e la volontà , la preparazione professionale e di cuore per far cambiare il mondo ❤️

    • Renata Balducci

      dice:

      Grazie anche a Roberto, grande professionista e persona straordinaria!

  • Anonimo

    dice:

    Bravi organizzatori che tengono alto l’onore dei vegani che ancora una volta dimostrano il loro rispetto per i diritti di tutti

  • Michele

    dice:

    A nome dell’associazione di volontariato penitenziario INSIEME PER RICOMINCIARE ringrazio la dott.ssa Tiziana Annicchiarico e il dott. Favata’ per la lezione che hanno tenuto nella Casa Circondariale di Bari. Soddisfatti tutti …. la Direzione, l’area Sicurezza, Pedagogica, e tutti i volontari.

  • Donatella88

    dice:

    Compimenti anche all’Associazione INSIEME PER RICOMINCIARE.
    Le persone come voi meritano davvero rispetto e stima
    Bravi I dottori TIZIANA e ROBERTO .
    Spero di potervi conoscere a Bologna.

  • Anonimo

    dice:

    Ma in carcere un detenuto può chiedere pasti vegani?

  • Anonimo

    dice:

    Il lavoro svolto da AssoVegan e dalla Dottoressa Annichiarico è prezioso… buon lavoro!!! E GO VEGAN!

I commenti sono chiusi.