Si è celebrata pochi giorni fa, la prima Giornata Mondiale della Sicurezza Alimentare e sono stati pubblicati i risultati di un nuovo sondaggio Eurobarometro curato dall’EFSA sul tema. Quanto conta per gli europei la sicurezza degli alimenti?
Il sondaggio del 2019 è stato sviluppato in collaborazione con gli Stati membri dell’UE per recepire nuovi punti di vista e garantire un contatto più ravvicinato con i cittadini. Ciò che si è voluto indagare da vicino è l‘interesse generale degli europei per la sicurezza alimentare, compresi i fattori che influenzano le decisioni relative ai prodotti alimentari, i principali canali di informazione sui rischi legati all’alimentazione, i cambiamenti nel comportamento e le opinioni sulla complessità della comunicazione sui rischi legati all’alimentazione. L’indagine è stata condotta nei 28 Stati membri dell’UE tra il 9 e il 26 aprile 2019. Circa 27.655 intervistati appartenenti a diversi gruppi sociali e demografici sono stati intervistati.
Per la maggior parte la sicurezza degli alimentai degli europei è uno dei tanti fattori che, insieme al prezzo, al gusto, alla componente nutrizionale e all’origine dell’alimento, influenzano le abitudini e scelte alimentari.
Vytenis Andriukaitis, commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare ha dichiarato:
“Sono lieto che ci sia finalmente una giornata in cui si celebra l’importanza della sicurezza alimentare e si riconosce il lavoro prezioso di donne e uomini, agricoltori, veterinari, agronomi, cuochi e molti altri, che ogni giorno lavorano sodo per garantire che il cibo che finisce nei nostri piatti sia sicuro. I risultati di questo studio dimostrano che gli europei hanno un alto livello di conoscenze sui temi di sicurezza alimentare e ci tengono a ciò che mangiano. Ciò ci motiva ancora di più a proseguire nella nostra opera di garantire che i nostri elevati standard siano mantenuti e cercare di raggiungere modelli produttivi e di consumo più sostenibili”.
Le preoccupazioni principali dei consumatori degli stati UE sono le stesse: l‘uso improprio degli antibiotici, ormoni e steroidi negli animali da allevamento (44%), residui di pesticidi negli alimenti (39%) e additivi alimentari (36%).
Ecco alcuni dati che interessano da vicino l’Italia:
Da dove recepiscono le informazioni gli italiani?
Quali sono gli argomenti di cui i consumatori sono a conoscenza?
Quali sono le preoccupazioni principali?
Ecco i risultati più rilevanti dello studio pubblicati sul canale ufficiale EFSA:
- I fattori più importanti per gli europei nell’acquisto degli alimenti sono la provenienza (53%), il costo (51%), la sicurezza alimentare (50%) e il gusto (49%). Il contenuto nutrizionale è leggermente meno importante (44%), mentre etica e convinzioni personali sono al posto più basso (19%). Nel complesso il 41% degli intervistati dichiara di essere “interessato in prima persona al tema della sicurezza alimentare”. Solo appena più di un quinto degli europei (il 22%) afferma che la sicurezza è la sua principale preoccupazione nella scelta degli alimenti.
- Due terzi degli europei (il 66%) ha cambiato le proprie abitudini di consumo dopo aver ricevuto informazioni su un rischio alimentare. Per il 33% la variazione è stata permanente; per il restante 33% solo per un po’ di tempo.
- I cambiamenti nelle abitudini di consumo sono più comuni tra le donne, nelle fasce di mezza età e nei soggetti con livelli di istruzione più elevati.
- Le preoccupazioni più frequentemente citate sono “residui di antibiotici, ormoni o steroidi nelle carni” (44%), “residui di pesticidi negli alimenti” (39%), “inquinanti ambientali nel pesce, nella carne o nei latticini” (37%) e “additivi come coloranti, conservanti o aromi utilizzati in alimenti o bevande” (36%).
- La fiducia è risposta in massimo grado negli scienziati (82%) e nelle organizzazioni dei consumatori (79%) per le informazioni sui rischi legati agli alimenti, seguiti dagli agricoltori (69%), dalle autorità nazionali (60%), dalle istituzioni dell’UE (58%), dalle ONG (56%) e dai giornalisti (50%). Meno persone hanno fiducia in supermercati e ristoranti (43%), industrie alimentari (36%) e celebrità, blogger e influencer (19%).
- Poco più di 2 intervistati su 5 (il 43%) affermano che “ci sono regolamenti in vigore per garantire che il cibo che mangiamo sia sicuro”. Tre persone su dieci (il 28%) sanno che “per decidere quanto possa essere rischioso mangiare un determinato alimento, l’UE si affida alla consulenza di esperti scientifici”.

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