Il tagliere del re – Salame Veneto 500 g
Denominazione di vendita: Salame Veneto 500 g
Nome o ragione sociale dell’OSA a nome del quale il prodotto è commercializzato: ALDI Srl
Lotti coinvolti: 1190528 (indicato anche con 0528)
Nome del produttore: Becher S.p.A.
Il prodotto è venduto in confezioni da 500 g
Motivo della segnalazione: rischio microbiologico – riscontrata la presenza di Salmonella in alcuni campioni
Si invitano i consumatori che siano in possesso del prodotto indicato a non consumarlo e a riportarlo presso il punto vendita. Per informazioni si prega di contattare il servizio clienti ALDI, al seguente numero telefonico:
800 370 370 (lun-ven 08:30-17:00, sab 08:00-14:00).
Modello di richiamo_documentazione
CONAD – Mortadella Bologna IGP 100g FRESCHI&CONVENIENTI
Denominazione di vendita: Mortadella Bologna IGP 100g FRESCHI&CONVENIENTI
Nome o ragione sociale dell’OSA a nome del quale il prodotto è commercializzato: CONAD
Lotti coinvolti: 26937039 con scadenza 01/11/2019
Nome del produttore: Grandi Salumifici Italiani S.p.A.
Il prodotto è venduto in confezioni da 100 g
Motivo della segnalazione: rischio microbiologico – riscontrata la presenza di Listeria Monocytogenes
Si invitano i consumatori che siano in possesso del prodotto indicato a non consumarlo e a riportarlo presso il punto vendita.
Modello di richiamo_documentazione
Listeria e Salmonella: facciamo chiarezza
Le Listeria sono piccoli bacilli Gram-positivi presenti in tutto il mondo nell’ambiente e nell’intestino di mammiferi (uomo compreso), uccelli, aracnidi e crostacei. Ci sono molte specie di Listeria, ma la L. monocytogenes è un patogeno primario negli esseri umani. Secondo i dati pubblicati nel rapporto Oms “Who estimates of the global burden of foodborne diseases. Foodborne diseases burden epidemiology reference group 2007-2015” , l’infezione è responsabile, globalmente, di circa 14.000 casi di malattia e 3000 decessi l’anno.
Il rischio di contaminazione da Listeriosi non è associato tipicamente ed esclusivamente alla carne. Dato che l’L. monocytogenes è ubiquitario nell’ambiente, le opportunità di contaminazione sono numerose durante il processo di produzione e di consumo degli alimenti. Quasi tutti i tipi di cibo possono veicolare e trasmettere la L. monocytogenes, ma l’infezione solitamente si verifica in seguito al consumo di prodotti caseari preparati con latte non pastorizzato, verdure crude lavate male, carni e, in particolare, cibi refrigerati che non richiedono alcuna cottura prima di essere mangiati. La Listeria monocytogenes, oltretutto, è in grado di riprodursi alle temperature del frigorifero, per cui prodotti alimentari leggermente contaminati possono diventare fortemente contaminati a seguito della permanenza in frigorifero.
Le salmonellosi, invece, rappresentano una delle più frequenti patologie nell’uomo. Le infezioni provocate da salmonella si distinguono in:
- forme tifoidee, in cui l’uomo rappresenta l’unico serbatoio del microrganismo;
- forme non tifoidee, causate dalle cosiddette salmonelle minori (come S. Typhimurium e S. Enteritidis), responsabili di forme cliniche a prevalente manifestazione gastroenterica.
La salmonella è l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti. Se ne conoscono più di 2000 varianti. Le salmonelle rilevanti dal punto di vista medico appartengono alla specie Salmonella enterica di cui esistono più sottospecie. Le salmonelle vivono nell’intestino dell’uomo e degli animali, frequentemente portatori sani, e sopravvivono anche in condizioni avverse potendo persistere per mesi nell’ambiente. I principali serbatoi dell’infezione sono rappresentati dagli animali e i loro derivati (come carne, uova e latte consumati senza preventivo efficace trattamento termico) e l’ambiente (acque non potabili).
La via più comune di infezione è la via orale (es.: ingestione di cibo o acqua contaminati). Gli alimenti di origine avicola, in particolare uova e derivati, sono una frequente causa di infezione. La gravità dei sintomi varia dai semplici disturbi del tratto gastrointestinale (febbre, dolore addominale, nausea, vomito e diarrea) fino a forme cliniche più gravi (batteriemie o infezioni focali a carico per esempio di ossa e meningi) che si verificano soprattutto in condizioni fisiche già compromesse. Fonte: Ministero della Salute.
Approfondimento dal canale ufficiale EFSA (Autorità Europea Per la Sicurezza Alimentare)
Come fare per proteggersi?
Innanzitutto, non solo evitare i cibi più a rischio (i prodotti lattiero caseari non pastorizzati, carni e pesci crudi e così via), ma non bisogna sottovalutare la corretta gestione casalinga degli alimenti (igiene dell’ambiente domestico, preparazione e conservazione dei cibi) perché, dal momento dell’acquisto, la sicurezza alimentare dipende anche da noi.
È importante conservare gli alimenti correttamente, non solo alle temperature corrette, ma in un ambiente pulito. Importantissimo, per quanto attività noiosa, pulire regolarmente il frigorifero e tenerlo in ordine, possibilmente separando i prodotti crudi dagli alimenti cotti e dal cibo pronto per essere consumato e prestando attenzione al fatto che le varie zone del frigo mantengono diverse temperature. Sciacquare accuratamente i prodotti crudi, come la frutta e la verdura, sotto l’acqua corrente prima di mangiarli, tagliarli o cucinarli. Ogni prodotto, quand’anche venga sbucciato, dovrebbe essere, per prima cosa, lavato. Pulire i prodotti alimentari con la buccia dura, come i meloni e i cocomeri, con una spazzola pulita.
Lavare le mani, i coltelli, il piano di lavoro e i taglieri prima e dopo la manipolazione del cibo. Cuocere gli alimenti a temperature superiori ai 70°C. Gli avanzi non sono pericolosi, ma occorre conservarli con cura in contenitori puliti e con coperchio, attendendo il raffreddamento del contenuto per evitare creazione di condensa, e riscaldarli dopo la permanenza in frigorifero con attenzione, in modo da fargli nuovamente raggiungere una temperatura di sicurezza, per almeno 3 minuti.
Per quanto riguarda il rischio di salmonellosi, un appunto ulteriore va fatto per il consumo di uova: pericolosa risulta essere l’abitudine di rompere le uova sottovalutando la potenziale carica infettiva del guscio. È bene ricordare che piccole incrinature nel guscio possono permettere l’ingresso nell’uovo del batterio eventualmente presente nelle feci della gallina. Nel mondo, si stima che il 50% delle epidemie di salmonellosi è dovuto a uova contaminate, mentre la carne bovina e suina (consumata cruda o poco cotta) e i derivati del latte possono provocare, rispettivamente, il 15% e il 5% dei casi.

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