Sofferenza animale e allocazione delle risorse (1/2)

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Sofferenza animale e allocazione delle risorse delle Associazioni Animaliste (Prima parte) SINTESI Questo lavoro fornisce alcuni dati numerici sulla sofferenza animale nel nostro paese; a tal fine i dati vengono classificati per aree di sofferenza (animali uccisi per alimentazione, per sport, per esperimenti ecc.). Esamina poi le scelte operative delle associazioni, basandosi come campione su […]

Sofferenza animale e allocazione delle risorse delle Associazioni Animaliste

(Prima parte)

SINTESI

Questo lavoro fornisce alcuni dati numerici sulla sofferenza animale nel nostro paese; a tal fine i dati vengono classificati per aree di sofferenza (animali uccisi per alimentazione, per sport, per esperimenti ecc.).

Esamina poi le scelte operative delle associazioni, basandosi come campione su un documento programmatico presentato nel 2002 da parte dell\’attuale dirigenza della Lav, e cerca di verificare la maggiore o minore correlazione tra le situazioni di sofferenza e gli impegni dell\’associazione.

I risultati sembrano suggerire la necessità di un impegno molto maggiore a favore delle campagne per il vegetarismo o comunque per migliorare la condizione degli animali uccisi per alimentazione, mentre l\’attenzione verso gli animali di affezione pare sovrappesata rispetto alle altre situazioni di sofferenza animale.

Infine, non mancando di sottolineare i limiti di un\’analisi meramente quantitativa, propone alcune possibili indicazioni per affinare la ricerca e renderla più significativa.

E’ opinione comune tra gli animalisti che nel nostro paese sofferenza e morte di animali riguardino ogni anno decine di milioni di individui; non molti però sarebbero in grado di dettagliare con maggior precisione questa indicazione numerica.

Non è invece comune la quantificazione o anche solo la percezione del miglioramento nella condizione animale indotto dall’attività svolta in questi anni dalle associazioni animaliste nazionali; infine, sembra essere del tutto assente qualsivoglia valutazione della correlazione tra la consistenza delle situazioni di sofferenza e l’allocazione di risorse volte a contrastare tali situazioni da parte delle associazioni animaliste.

Questo lavoro si propone di fornire alcuni dati di riferimento, e di esaminare il caso del comportamento di una singola associazione (la Lav) in un determinato momento. Tale associazione è stata scelta perché l’unica di cui si disponesse di qualche documentazione idonea a comprendere gli indirizzi dettati dalla dirigenza in tema di priorità associative, e quindi anche di allocazione delle risorse.

Il lavoro non ha pretese di scientificità, sia perché si basa su dati alle volte non omogenei o non del tutto di pari datazione, sia perché in alcuni casi ricorre forzatamente ad assunzioni ragionevoli ma ipotetiche, sia perché esamina solo aspetti quantitativi trascurando quelli qualitativi. In prospettiva di riduzione della sofferenza animale non è evidentemente la stessa cosa raccomandare il consumo di uova di galline allevate a terra o invece propagandare la scelta alimentare vegan, così come non è la stessa cosa la sofferenza di una mucca allevata in un pascolo alpestre e poi macellata rispetto a quella di un animale di laboratorio che trascorre la sua infelice esistenza chiuso in una stanza in una fredda gabbia di metallo, senza contatti con i propri simili ma solo con strani mostri in camice bianco che periodicamente vengono a straziarlo nel corpo e nell’anima.

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MACROAREE DI SOFFERENZA E LORO INDICATORI NUMERICI

Il primo punto di partenza è stato quello di suddividere il campo di osservazione in macroaree di sofferenza e di morte animale; tale suddivisione è naturalmente in parte soggettiva e in parte dettata anche dalle possibilità di raccolta di dati significativi.

Le macroaree individuate sono le seguenti:

A) animali uccisi per alimentazione

B) animali uccisi per attività \”sportiva\”

C) animali uccisi per abbigliamento

D) animali sfruttati/uccisi per divertimento

E) animali sfruttati/uccisi per esperimenti

F) abusi su animali d’affezione

Sia la voce A) che la voce B) non comprendono gli animali uccisi per pesca industriale o \”sportiva\”; in massima parte tale scelta deriva dalla mancanza di dati sul numero di individui vittime della mattanza umana. Per quanto concerne la pesca, è d’uso infatti fornire dati solo riguardo al peso del pescato, e non al numero di individui uccisi, e già questo approccio la dice lunga sul progresso realizzato in tema di consapevolezza della natura dell’animale come individuo portatore di diritti. Come conseguenza, si è preferito focalizzare la ricerca sui soli animali non acquatici anche per le altre macroaree. I dati utilizzati per le voci C), D) e F) sono alquanto incerti: in particolare per la voce C) non sono a conoscenza di fonti che indichino dati relativi al numero di animali effettivamente uccisi con lo scopo principale di ottenere materiale per l’industria dell’abbigliamento e similari (e quindi pellicce, scarpe, borse, sciarpe ecc.); analogamente, per la voce D) non è stata reperita un’indicazione precisa del numero di animali sfruttati per divertimento. Quanto alla voce F), come indicatore è stato adottato il numero degli animali abbandonati o smarriti sommato al numero di rettili e animali esotici detenuti nelle case, considerati ipso facto sofferenti in quanto costretti a vivere del tutto al di fuori del loro ambiente naturale.

Con questa suddivisione, è stata ottenuta la seguente tabella:

Area

Indicatore numerico

Dato percentuale

Note

A alimentazione

635.000.000

85,1%

(a)

B sport

100.000.000

13,4%

(b)

C abbigliamento

10.000.000

1,3%

(c)

D divertimento

50.000

n.s.

(d)

E esperimenti

1.000.000

0,1%

(e)

F animali d’affezione

350.000

n.s.

(f)

Totali

746.400.000

   

  1. cavalli macellati in Italia: 278.000 nel 2001 (Impronte ottobre 2003, pag. 6)
  2. bufali allevati in Italia: 200.000 (Impronte luglio 2003, pag. 17)

    vitelli, manzi, vacche, bufali macellati: 4,5 milioni (Correggia, Addio alle carni, Lav 2001)

    maiali macellati: 13 milioni (ibidem)

    pecore e capre macellate: 7,8 milioni (ibidem)

    polli da carne macellati: 500 milioni (ibidem)

    tacchini, faraone, anatre e oche macellati: 40 milioni (ibidem)

    pulcini maschi di razza ovaiola macellati: 30 milioni (ibidem)

    conigli macellati: 10 milioni (ibidem)

    galline ovaiole vecchie macellate: 30 milioni (ibidem)

    struzzi macellati: 50.000 (ibidem)

  3. animali uccisi annualmente per attività venatoria (Impronte febbraio 2003, pag. 5)
  4. animali da pelliccia allevati in Italia: 235.000 (Impronte maggio 2001, pag. 3, citando Eurostat)
  5. pelli importate: 185.000 tonnellate (Impronte maggio 2001, pag. 3, citando Eurostat)

    fatturato 1998 del settore pellicce: 4.000 miliardi (Impronte dicembre 2000, pag. 2)

  6. palii estivi: 500 (Impronte maggio 2003, pag. 29); animali impiegati ?
  7. animali negli zoo italiani: 10.000 (Impronte maggio 2002, pag. 6)

    animali impiegati nei circhi ?

  8. animali uccisi nei laboratori: 3.500 al giorno (Impronte luglio 2003, pag. 2)
  9. animali utilizzati per fini sperimentali nel 2000: 905.000 (Impronte maggio 2002, pag. 13, citando la Gazzetta Ufficiale)

  10. animali abbandonati o smarriti ogni anno: 150.000 (Impronte maggio 2003, pag. 14)

animali seviziati nei primi 10 mesi del 2002: 2.700 (Impronte dicembre 2002, pag. 2)

animali nelle case degli italiani: 90.000 rettili, 3.000 grandi felini, 110.000 uccelli esotici (Impronte dicembre 2002, pag, 18, citando Eurispes)

cani coinvolti nei combattimenti: 15.000 (Impronte ottobre 2001, pag. 4)

Poiché la ricerca analizza le scelte operative effettuate dalla dirigenza della Lav, si è ritenuto opportuno per quanto possibile basarsi su dati pubblicati dalla stessa associazione; pare sensato infatti ipotizzare che nell’effettuazione delle sue valutazioni ogni associazione tenga prevalentemente conto dei dati elaborati in proprio o comunque accettati, se elaborati da terzi.

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LA PIANIFICAZIONE DELLA LAV A INIZIO 2002

Nel febbraio del 2002 la Lav teneva un congresso anticipato che, tra i punti all’ordine del giorno, prevedeva l’elezione del consiglio direttivo e del collegio dei probiviri; in effetti il consiglio direttivo in carica non era in scadenza né era dimissionario, ma questo aspetto procedurale esula dalle tematiche discusse in questo documento.

Poco prima, a fine gennaio 2002, tre persone poi risultate elette nel nuovo consiglio direttivo (e precisamente i soci Sansolini, Bennati, Richichi), inviavano, perché venisse diffuso tra gli iscritti, un documento di sette pagine contenente una loro proposta di riorganizzazione dell’associazione, e si candidavano contestualmente alla carica di consiglieri direttivi. Questo documento conteneva anche le priorità da assegnare all’attività associativa. Poiché il documento è stato redatto dalle persone che hanno poi rappresentato la maggioranza del consiglio direttivo, e che ricoprono le cariche di presidente e di vicepresidente dell’associazione (e ora anche di presidente del da poco costituito \”Comitato Lav\”), pare lecito pensare che lo stesso costituisca un’indicazione attendibile delle scelte operate dall’associazione.

In tema di priorità dell’attività prevista per il 2002/2003, il documento si esprimeva come segue:

I massima priorità

  • COMBATTIMENTI

II principali

  • CIRCO
  • PELLICCE
  • POLLI
  • TRASPORTO
  • VIVISEZIONE/CHIMICI/COSMETICI

III da seguire

  • OVAIOLE
  • PAC (Politica Agricola Comunitaria)
  • PESCA
  • RANDAGISMO
  • ZOO

IV da preparare

  • CACCIA

V da monitorare

  • ALLEVAMENTI ANIMALI DA PELLICCIA
  • FOIE GRAS
  • VITELLI

A distanza di due anni si può osservare che non sembrerebbero essere stati ottenuti risultati particolarmente significativi riguardo agli obiettivi principali: non è stata approvata alcuna legge contro i combattimenti, non si hanno notizie di avanzamenti di iniziative legislative verso i circhi, in tema di pellicce l’ordinanza Sirchia è stata rinnovata ma non trasformata in legge, il recepimento della direttiva sulle galline ovaiole è stato ampiamente negativo.

A dire il vero pare ora possibile che l’obiettivo di una maggiore repressione del fenomeno dei combattimenti venga raggiunto in tempi non lunghissimi, in quanto la stesura attuale della cosiddetta legge antimaltrattamenti, tuttora in discussione in Parlamento, contiene chiare disposizioni in merito. E’ ormai noto però che il prezzo per questo risultato, nella stesura attuale della normativa, sarebbe quello di allentare sensibilmente le maglie della repressione dei maltrattamenti in molte altre aree, tanto che il disegno di legge di fatto è ormai stato ripudiato da significative componenti dell’animalismo italiano.

Per quanto invece concerne l’esito del recepimento della direttiva sulle galline ovaiole, di seguito riporto un parere che evidenzia chiaramente come esso debba considerarsi del tutto fallimentare:

\”Insomma, l’esito delle iniziative recenti a difesa delle galline ovaiole è stato del tutto negativo, oltre ogni aspettativa ed ampiamente oltre i limiti della decenza\”.

A rilasciare questo parere sull’esito delle iniziative dell’associazione in tema di galline ovaiole è stata una fonte del tutto attendibile, ossia il presidente stesso della Lav (fonte: Impronte di ottobre 2003, pag. 12, dichiarazione di Adolfo Sansolini).

Un’altra osservazione che salta all’occhio leggendo il documento integrale è che in nessuna pagina appariva menzione delle tematiche relative al vegetarismo, né infatti ad esse era assegnata alcuna priorità.

Anche queste però sono considerazioni non strettamente collegate all’oggetto di questo lavoro, che è quello di cercare di verificare la relazione tra la sofferenza animale in vari campi e la relativa allocazione di risorse da parte delle associazioni.

Inchiesta di: Andrea Argenton

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