Secondo l\’Istituto di ricerca spaziale brasiliano (Inpe) tra il luglio 2001 e il giugno 2002 sono scomparsi oltre 25mila chilometri quadrati di foresta amazzonica. E\’ il tasso di deforestazione più alto dopo quello del biennio 1994-1995, che raggiunse l\’esorbitante quota di 29mila. Secondo le ricerche dell\’Inpe, basate sulle immagini satellitari, tra il 1995 e il 2001 in media sono scomparsi annualmente 18mila chilometri quadrati di foresta amazzonica in Brasile.
Numeri inquietanti. Che tradotti dalle aride cifre in un parametro per noi più comprensibile dicono che fino ad ora è stata deforestata un\’area grande quanto la Francia. E il trend di distruzione non sembra proprio accennare a fermarsi: il Wwf teme infatti che nel periodo 2002/2003 il tasso sia stato anche maggiore, per questo l\’organizzazione ha chiesto al governo brasiliano di migliorare le politiche mirate a fermare la conversione della foresta in aree che dopo un breve periodo di occupazione e sfruttamento sono abbandonate lasciando dietro di sé disoccupazione, povertà e urbanizzazione carente di servizi di base come quelli igienici.
Una delle cause della deforestazione (oltre alle attività minerarie e allo sfruttamento commerciale del legname) è l\’espansione dell\’agricoltura e dell\’allevamento di animali, che richiede sempre più spazi. Per questo motivo il Wwf chiede l\’adozione di un programma per l\’agricoltura sostenibile nelle terre già abbandonate. Sono anche necessari: l\’incremento del programma che porterà al 12% le aree forestali sotto protezione; incentivi fiscali e riduzioni di tasse per abbattere la deforestazione illegale; l\’aumento degli ettari certificati dal Forest stewardship council (Fsc) per lo sfruttamento sostenibile del legname; la pianificazione delle attività economiche, basata su criteri scientifici in modo da poter prendere in considerazione la protezione della biodiversità e delle culture locali.
Se siete arrivati a leggere fino a questo punto e ora vi chiedete: \”Però, in fondo, a noi cosa frega? Noi viviamo in Italia…\”, allora tenete presente un\’ultima considerazione: l\’Amazzonia è qualcosa di più di un ecosistema, di una grande foresta, di un immenso paese da proteggere. L\’Amazzonia è il nostro futuro. Il polmone verde che permette a tutti noi di continuare a respirare. Per quelli che, come san Tommaso, non ci credono fino a quando non ci mettono il naso, ecco una scheda realizzata da Greenpeace:
La foresta più estesa – La foresta amazzonica copre una superficie maggiore di tutta l\’Europa occidentale: quasi 6 milioni e mezzo di chilometri quadrati.
La più grande riserva d\’acqua – Un quinto dell\’acqua dolce del mondo scorre per i fiumi dell\’Amazzonia. Il bacino amazzonico è la maggior riserva di acqua dolce del pianeta.
Il fiume più lungo – Il Rio delle Amazzoni si snoda per 6.868 chilometri, la distanza tra New York e Berlino. Il punto più profondo del fiume raggiunge i 120 metri, sufficiente per affondarvi ben due torri di Pisa, una sull\’altra.
La biodiversità più ricca – Si incontrano più specie di piante in un ettaro di foresta amazzonica che in tutto il continente europeo.
Più alberi – In un unico ettaro si possono trovare oltre 200 specie di alberi e sono state contate oltre 72 specie diverse di formiche su un solo albero.
Più pesci – Nei fiumi che attraversano la foresta, nuotano pesci di un numero di specie oltre 30 volte maggiore che in tutti i corsi d\’acqua d\’Europa messi insieme.
Più grandi, più piccoli – La diversità e i contrasti della vita amazzonica sono sensazionali: la victoria-regia è una ninfea il cui diametro arriva ai due metri. La foglia di Poligonacea coccoloba può essere più grande di un uomo (2.5 metri di altezza e uno di larghezza). Il ragno caranguejeira è più grosso di un telefono cellulare, mentre esiste un scimmia dal peso di 130 grammi e della dimensione di uno spazzolino da denti.
La più misteriosa – L\’immensa quantità di specie animali e vegetali che vivono in Amazzonia è ancora in gran parte sconosciuta. Gli scienziati stimano che solo il 40% degli insetti presenti siano conosciuti. Fino a oggi sono stati identificati oltre 30.000 tipi di piante, ma si sospetta che altre 20.000 siano ancora da scoprire. Nel corso degli anni \’90, sono state scoperte tre nuove specie di scimmia, due di volatili e decine di specie di anfibi e pesci.
Testo di Maurizio Pluda
Tratto da: www.clarence.com
Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!

Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.