Spesa: è boom dei prodotti “veg”, 3,2 miliardi di euro di sell-out nel 2020

Il 2020 ha rappresentato un anno di forte crescita per le vendite di prodotti vegetali, anche in Italia: i dati della nona edizione dell'Osservatorio Immagino parlano di un +7% di sell-out rispetto al 2019.

Il 2020 è stato un anno decisamente molto positivo per il mercato plant-based: in Italia, il sell-out dei prodotti “identitari” – che riportano in etichetta claim o indicazioni che fanno riferimento a precise scelte di consumo o di vita – è aumentato rispetto ai 12 mesi precedenti di un +7%. Anche il 2019 aveva visto un aumento delle vendite dei prodotti a base vegetale, che però si era fermato a un +3,2%. Questo è quanto emerge dai dati forniti dalla nona edizione dell’Osservatorio Immagino GS1 Italy, che racconta il mondo del largo consumo italiano.

Nel complesso, il paniere dei prodotti “veg” – che comprende più di 12 mila referenze alimentari  – ha raggiunto un valore di 3,2 miliardi di euro di sell-out, che rappresentano il 10% del largo consumo alimentare in Italia. Parlando di “veg”, l’Osservatorio Immagino si riferisce a tre aree distinte, che corrispondono ad altrettanti claim presenti in etichetta. Il primo, nonché il più diffuso, è proprio “veg“, che si trova su 4438 prodotti e che lo scorso anno ha generato il 5,6% delle vendite complessive del paniere alimentare dell’Osservatorio. A seguire c’è il claim “vegetariano“, che nel 2020 ha rappresentato il 3,5% sulle vendite del paniere di prodotti analizzati. Nel corso dell’anno le vendite sono aumentate del 10,4%, grazie anche all’aumento della domanda (+8,7%).

Per finire, spicca il claim “vegan“, che ha visto passate di pomodoro, surgelati vegetali e confetture tra le referenze trainanti per le vendite dei prodotti con questa dicitura, che hanno visto un +9,5%  rispetto al 2019. Questa indicazione compare su 3370 prodotti alimentari, con un’incidenza del 2,7% sulle vendite complessive del settore alimentare monitorato dall’Osservatorio Immagino.

E questa tendenza non sembra assolutamente destinata ad arrestarsi: secondo i dati Eurispes 2021, i vegetariani e i vegani sono l’8,2% della popolazione. Rispetto al 2020, anno in cui si è raggiunto un massimo, diminuisce il numero di vegetariani, ma aumenta il numero dei vegani, che passano dal 2,2% al 2,4%. Per saperne di più: Eurispes 2021: vegani in aumento del +9% rispetto al 2020

Il boom dell’alimentazione healty, tra “ingredienti benefici” e bio

I dati rivelano “bio” come claim più importante nella categoria alimentare, tanto che si ritrova sul 9,4% dei prodotti analizzati. Il 2020 ha rappresentato un anno di crescita per le vendite di queste referenze, con un +2,9% rispetto al 2019. Allo stesso modo, lo scorso anno è continuato l’interesse per gli ingredienti “benefici”, – molto spesso di origine vegetale – considerati amici della salute, ma anche in grado di apportare un valore aggiunto sul piano del gusto.

Tra questi, i semi hanno riportato una crescita di +10,9% rispetto al 2019, e sono avanzati anche i superfruit con +2,1%, anche se i superfood hanno visto un calo del 24,3%, legato principalmente a una diminuzione dell’offerta a scaffale. Il fenomeno del 2020 nella categoria “superfruit” è sicuramente l’avocado, che ha visto il sell-out aumentare del 67,4% a fronte di un forte aumento della domanda. Non solo il frutto tal quale, però: grande successo anche per le salse e i condimenti in cui l’avocado è usato come ingrediente.

Questi dati rispecchiano sicuramente l’andamento dei consumi a livello globale, influenzato dalla pandemia: come abbiamo visto più volte, il 2020 è stato caratterizzato da una maggiore consapevolezza della connessione tra cibo e salute, e dal conseguente shift dei consumi in chiave “healthy”. Le preoccupazioni dei consumatori sulla sicurezza alimentare e il desiderio di condurre stili di vita più sani e sostenibili sono alla base di questi cambiamenti.

In generale, come Osservatorio, abbiamo più volte evidenziato come nel 2020 si sia consolidato il ruolo dell’industria alimentare a base vegetale, diventata una componente fondamentale del sistema alimentare globale. Basti pensare che lo scorso anno, l’Italia ha registrato un massimo storico in termini di numero di persone che si sono dichiarate vegane e vegetariane. L’Eurispes le ha stimate all’8,9% della popolazione: un dato che, seppure probabilmente sottostimato rispetto alla reale portata del fenomeno, risulta essere un massimo storico.

In tutto il mondo, la pandemia ha rimodellato le abitudini di consumo incoraggiando uno shift verso scelte sempre più sostenibili da parte di un’ampia fetta di consumatori. Tra questi soprattutto il consumatore flexitarian, che pur non essendo né vegetariano o vegano, consuma solo sporadicamente carne e derivati e che è il vero game changer del settore.

In un anno difficile per moltissimi settori produttivi, l’industria alimentare plant-based ha prosperato. Il lancio di nuovi prodotti è continuato in tutte le categorie e in tutto il mondo, e la crescita delle vendite al dettaglio è salita alle stelle, superando di gran lunga la crescita dei prodotti di origine animale. Cosa succederà da qui in avanti? Non lo sappiamo, ma gli esperti prevedono che anche quest’anno sarà caratterizzato da un’alimentazione più consapevole e stili di vita più sani. Se è certo che i trend del futuro saranno correlati all’andamento della pandemia, è altrettanto certo che il food vegetale è ormai entrato nelle nostre abitudini di consumo per restare.

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