“Crescere – Gran Biscotto”: è questo il nome della campagna pubblicitaria promossa da Rovagnati sul sito web aziendale in collaborazione con la Società Italiana di Pediatria. All’interno della pagina dedicata, la campagna volta a promuovere il consumo di prosciutto cotto, si apre con questo claim:
“Il prosciutto cotto è fondamentale nell’alimentazione dei bambini dalla prima infanzia all’adolescenza.”
La LAV ha segnalato la campagna e ha ottenuto l’intervento dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) che si è pronunciato in merito e ha fatto rimuovere la pagina web dal sito di Rovagnati.
Su quale base la pubblicità in questione è stata dichiarata inopportuna?
Il linguaggio utilizzato all’interno del claim ha giocato un ruolo fondamentale. In particolare la definizione di “fondamentale” riferita al prosciutto cotto pubblicizzato, è stata indicata come impropria. L’organismo di regolamentazione pubblicitaria ha quindi invitato l’azienda a modificare il messaggio.
Rovagnati ha oscurato la pagina interrompendo di fatto la campagna in corso.

Nel messaggio pubblicitario si affermava inoltre che “i pediatri lo consigliano sin dallo svezzamento, a partire dagli 8 mesi”.
Pubblicità ingannevole e disinformazione. Molte sono le campagne simili a questa, che in passato sono state segnalate per per l’uso improprio di un linguaggio che descrive, in maniera non veritiera, proprietà benefiche di determinati cibi: è il caso di prodotti di derivazione animale come carne o latte e lo scopo è sempre quello di lasciar intendere come indispensabile, il loro consumo.
“Siamo molto soddisfatti di questa ennesima pronuncia del Comitato di Controllo dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, che conferma i precedenti analoghi interventi, sempre disposti su nostra segnalazione: gli alimenti di origine animale non sono né fondamentali né indispensabili. In questo caso era stato usato il termine ‘fondamentale’, ma con l’aggravante del messaggio riferito a bambini e adolescenti!” afferma Gianluca Felicetti, Presidente LAV.
Bambini e adolescenti sono il target di riferimento di molte aziende produttrici di prosciutto cotto e di prodotti processati che lo contengono. È un alimento molto presente nelle mense scolastiche perchè, nell’ambito dei salumi, è ritenuto tra i migliori per il basso contenuto di sale. Ma è davvero cosi?
Basandoci su fatti oggettivi e dati facilmente reperibili, ricordiamo che l‘Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha inserito la carne rossa e lavorata, i salumi e gli insaccati nella lista delle sostanze che potenzialmente possono causare il cancro.
I nitriti, additivi noti come E250 (Nitrito di sodio), vengono aggiunti nella fase di lavorazione del prosciutto cotto come conservanti: conferiscono sapore e rendono rosea la carne che altrimenti, privata di questo additivo, avrebbe un colore molto meno invitante.
La IARC organo dell’ OMS Organizzazione Mondiale della Sanità, ha classificato i nitrati e i nitriti ingeriti, come probabilmente cancerogeni per gli esseri umani (Gruppo 2A).
Ecco la definizione e l’approfondimento reperibile dalla fonte www.biodizionario.it in merito all’ E250:
“I nitrati e i nitriti sono convertiti, dall’organismo che li consuma insieme al prodotto, in nitrosoamine, risultate spesso implicate nei processi potenzialmente cancerogeni. Nei lattanti e nei bambini piccoli può indurre metaemoglobinemia (danni ai globuli rossi).”
A fronte di informazioni scientifiche tanto precise e puntuali, risulta chiaro come non sia assolutamente possibile accostare aggettivi come “fondamentale” o “indispensabile” a prodotti come il prosciutto cotto (e salumi in genere) specie in riferimento alla corretta alimentazione in età pediatrica e nel periodo di svezzamento.
A tal proposito, proponiamo il dibattito che si è tenuto a Lucca, ad Aprile 2018, in occasione del VeganFest:
“Alimentazione pediatrica e Svezzamento Vegan, tavola rotonda a cura dei membri del Comitato Scientifico di Assovegan – Associazione Vegani Italiani Onlus: con il Prof. Leonardo Pinelli, professore associato di Pediatria dell’Università di Verona, la Dott.ssa Erica Congiu, biologo nutrizionista responsabile del progetto www.biodizionario.it e la Dott.ssa Rachele Bagnoli, mamma vegan e igienista dentale

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