Il 5 febbraio 2020 si celebra in Italia la settima Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare, quest’anno all’insegna della tutela della salute umana e dell’ambiente e per questo patrocinata dai Ministeri dell’Ambiente e della Salute. I numeri dello spreco nel nostro paese sfiorano ad oggi cifre impressionanti: lo sperpero di cibo degli italiani vale quasi 12 miliardi di euro, che sommati ai 3 miliardi e 293 milioni di spreco della filiera (produzione – distribuzione) ci portano ad oltre 15 miliardi di euro in totale, pari allo 0,88% del PIL del nostro paese.
A rivelarlo è un rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher – realizzato da SWG e da Last Minute Market, società nata da uno spin-off dell’Università di Bologna che sviluppa progetti e servizi contro lo spreco di cibo. I dati forniti fanno parte della campagna di sensibilizzazione “Spreco Zero” lanciata nel 2010, tuttora l’unica del genere nel nostro paese.
“Da quando si è iniziato a parlare di questo tema, circa dieci anni fa, un miglioramento c’è stato. Grazie alle campagne di informazione che abbiamo messo in campo è cresciuta la sensibilità, ma va detto che molto ha fatto la crisi economica: ha avuto l’effetto di ridurre gli acquisti e di aumentare l’attenzione”.
Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market
Il tema della Giornata Nazionale di quest’anno è “Stop food waste, feed the planet” (“stop allo spreco di cibo, nutri il pianeta”), dibattuto nella sede della fondazione Enpam dalle 10,30 tra il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il vice ministro alla Salute Pierpaolo Sileri e molte istituzioni internazionali, dalla FAO al World Food Programme. In più, nel corso dell’evento verrà anche presentata la prima Giornata mondiale per la consapevolezza sullo spreco e le perdite alimentari proclamata dalle Nazioni Unite per il 29 settembre 2020, e in anteprima il Rapporto 2020 sullo spreco alimentare dell’Osservatorio Waste Watcher.
Spreco alimentare: le stime pro capite
A tutti noi sarà capitato di gettare nella spazzatura – più o meno a cuor leggero – gli avanzi della cena del giorno prima (ancora del tutto commestibili) o di dover buttare degli alimenti finiti in fondo al frigorifero e dimenticati ben oltre la data di scadenza. Per comprendere meglio l’entità del problema può essere utile ragionare più concretamente, chiedendosi quanto cibo sprechiamo effettivamente.
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Secondo i dati raccolti, In Italia si stima uno spreco settimanale di circa 700 grammi di alimenti pro capite, per un valore di 3,80 euro – che diventano circa 200 in un anno. A livello nazionale si parla invece di 2.200.000 tonnellate di cibo buttate ogni anno nelle case degli italiani, per una stima di 36,54 chilogrammi a testa annui. L’indagine indica che gli sprechi riguardano tanto gli alimenti (64%) quanto l’acqua (58%). Per quanto riguarda il cibo, è emerso che per il 62% lo spreco è dovuto a confezioni troppo grandi, per il 52% ad acquisti superiori alle reali necessità e per il 43% alla scadenza dei prodotti indicata sull’etichetta. Anche se non sono pochi gli italiani che cercano di evitare lo spreco, non solo inventando nuove ricette per utilizzare scarti e avanzi, ma anche congelando gli alimenti e acquistando solo quello che serve davvero, queste buone abitudini non bastano. Il risparmio di cibo ottenuto in questo modo, finora, non ha infatti portato a risparmi economici che possano essere considerati significativi.
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Spreco domestico ma non solo
Se è vero che lo spreco di cibo nelle case degli italiani la fa da padrone, rappresentando ben i 4/5 del totale, è altrettanto vero che si riscontra una falla enorme sotto il profilo dello spreco alimentare anche nella distribuzione. La stima nazionale è di 220 mila tonnellate di cibo (ancora buono) gettato ogni anno, tra cui soprattutto frutta e verdura ma anche latticini, pane e prodotti da forno.
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Ecco perché ogni anno il ministero dell’Ambiente italiano, tramite la campagna Spreco Zero, premia Comuni, Regioni, imprese e scuole che si distinguono per l’impegno contro gli sprechi alimentari. “La percezione degli italiani – spiega Segrè – è ancora poco consapevole della necessità di una grande svolta culturale nella gestione del cibo a livello domestico. Eppure è questo il punto, la prevenzione degli sprechi alimentari deve partire da noi, nel quotidiano delle nostre vite, perché mangiare è un atto di giustizia e di civismo: verso noi stessi, verso gli altri, verso il mondo. I paradossi del cibo sono evidenti: 821 milioni di individui sulla terra soffrono la fame e 1 persona ogni 3 è malnutrita. Ma intanto una persona su 8 soffre di obesità“. Consapevolezza e autoanalisi sono dunque le chiavi per il cambiamento, che deve ormai partire necessariamente dal singolo cittadino.
Per approfondire: Spreco alimentare: qual è la portata del fenomeno?
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