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Stati Uniti: arriva la maxi legge sul clima. Un impegno a metà?

Passa l'IRA, il pacchetto di leggi con cui gli Stati Uniti vogliono muoversi verso un futuro più sostenibile per il clima. Peccato, però, che non si metta in discussione il sistema alimentare ancora troppo incentrato su cibi inquinanti e non etici come carne e derivati

Il Senato degli Stati Uniti ha da poco approvato una maxi-legge che viene definita storica dai Democratici. Si tratta dell’Inflation Reduction Act 2022 (IRA), un pacchetto di decreti che promette azioni concrete da parte degli USA nella lotta al climate change, come la riduzione di emissioni inquinanti, nonché l’impegno a rendere più accessibile l’assistenza sanitaria. Peccato, però, che il sistema alimentare fortemente basato sul consumo di derivati animali, dannoso per il clima e l’ambiente, non sia minimamente messo in discussione.

La maxi legge degli Stati Uniti per il clima

L’IRA, con l’approvazione del Senato, è ora diventato legge con la firma del presidente Biden. Le misure prevedono di stanziare 369 miliardi di dollari in azioni di riduzione delle emissioni e investimenti a livello nazionale, nonché in tecnologie ed energie rinnovabili.

La società di ricerca indipendente Rhodium Group stima che il disegno di legge possa ridurre le emissioni statunitensi, entro il 2030, tra il 31 e il 44% rispetto ai livelli del 2005. Il senatore democratico Brian Schatz ha festeggiato su Twitter l’approvazione del decreto, nonostante l’opposizione di tutti i senatori del Partito Repubblicano: “Abbiamo approvato la più grande legge sul clima che un paese abbia mai proposto”. Se l’IRA dovesse funzionare, le emissioni statunitensi potrebbero diminuire di 1 miliardo di tonnellate entro il 2030.

E gli allevamenti intensivi? E il consumo di carne e derivati?

Ma c’è un grande “ma”.

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Sebbene l’IRA preveda investimenti ingenti su tecnologie e produzioni più sostenibili e attente all’ambiente, ancora una volta siamo a commentare una legge sul clima che non prenda in considerazione il peso del sistema alimentare e degli allevamenti animali su ambiente, emissioni e – di conseguenza – cambiamenti climatici. Meno del 5% dei fondi dell’IRA sarà utilizzato per migliorare il sistema agricolo, senza che l’agricoltura animale sia messa anche solo in discussione. Una mancanza che, c’era da aspettarselo, è stata fortemente criticata da esperti e studiosi.

Clima: intanto gli Stati Uniti investono 1 miliardo nell’industria della carne

D’altronde la scienza è stata chiara nel ribadire che prodotti animali come carne e latte siano da escludere o perlomeno ridurre drasticamente per combattere concretamente il climate change. Eppure, soltanto a inizio 2022 il presidente Biden ha promesso di stanziare 1 miliardo di dollari in sovvenzioni all’industria nazionale della carne. Insomma: va bene parlare di sostenibilità e clima, finché non si tocca l’hamburger o il cheddar da mettere nel proprio piatto. Così facendo, l’IRA rischia di essere soltanto un’altra operazione di green-washing.

Un esempio: l’IRA punta a investire 1,5 miliardi di dollari per ridurre le perdite di metano dannose per l’ambiente generate dalla produzione di gas, ma si ignorano completamente le emissioni dannose di un sistema alimentare ancora troppo incentrato sul consumo di carne, pesce e altri derivati animali.

E ancora: l’IRA non tiene conto che, rispetto alle emissioni di carbonio, quelle di metano prodotte dagli animali sono 28 volte più potenti e, ahinoi, efficaci nel riscaldare il Pianeta. Se si pensa, infine, che un bovino è in grado di produrre quasi 100 kg di metano in un anno, e che gli Stati Uniti allevano 30 milioni di animali per la carne, allora è chiaro come l’IRA sia un grande buco nell’acqua, un qualcosa che punta a cambiare le cose senza mettere però in discussione lo status quo.

Oggi, però, è già troppo tardi per rendersene conto.


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