Susanna Penco VEGANOK CHANGE

CHANGE: Susanna Penco ti invita a partecipare al VEGANOK CHANGE

Susanna Penco risponde alle nostre domande per spiegarci perché ha deciso di aderire al VEGANOK CHANGE

Il VEGANOK CHANGE sta per arrivare e la biologa Susanna Penco ha risposto alle nostre domande per spiegarci perché la ricerca scientifica necessiti di un cambiamento, invitandoti a partecipare alla più grande rivoluzione vegan di sempre.

Ricercatrice e attivista contro la sperimentazione animale, la Dottoressa Susanna Penco condivide con noi il suo pensiero, raccontandoci aneddoti e spiegandoci perché sperimentare sugli animali, arrogandoci diritti che non abbiamo, non solo è sbagliato da un punto di vista etico, ma anche da un punto di vista scientifico, perché biologicamente diversi.

Susanna Penco

Susanna Penco: Mi chiamo Susanna Penco, detta Susy, e sono una biologa specializzata in Patologia Generale. Lavoro in qualità di ricercatrice all’Università di Genova. I temi etici relativi ad animali umani, non umani e ambiente mi hanno sempre coinvolta, poiché sono persuasa che un mondo migliore passi dal rispetto per le vite degli altri e dall’empatia per il diverso da noi, che non sono solo i neri, i rossi, o altro, bensì i nostri fratelli minori, cioè gli animali non umani. Chi non parla, chi non ha avvocati né si può difendere, chi è vittima perenne dell’egoismo specista umano: ecco, a loro va la mia simpatia, intesa in senso greco; soffro con loro poiché sono sensibile al dolore, soprattutto, di chi è innocente e indifeso. Per avere una vita più degna e un mondo più equo e giusto è indispensabile rinunciare allo strapotere che noi ci siamo arrogati verso le specie animali. Tutti amano gli animali finché non si chiede loro, allora, di non mangiarli… occorre una maggiore consapevolezza del fatto che si può vivere, più a lungo e meglio, senza mettere nel piatto qualcuno (si badi, non qualcosa), senza mangiare cadaveri di altri esseri viventi e senzienti. Gli animali sono sfruttati da sempre, per comodo nostro: li alleviamo, li mangiamo, li usiamo per la ricerca. Imprigionandoli in gabbie e poi uccidendoli dopo indicibili sofferenze, ci vestiamo della loro pelle, li sfruttiamo per spettacoli anacronistici e obsoleti, senza curarci delle loro necessità, delle loro caratteristiche etologiche: è il momento di dire basta a noi stessi e di scoprire una nuova esistenza, che sia armoniosa e rispettosa. Ciascuno può e deve fare la sua parte. Aderire a VEGANOK CHANGE sarebbe un ottimo inizio!

VEGANOK CHANGE: Dottoressa Penco, perché ritiene che sia fondamentale per il pubblico e la comunità scientifica supportare e promuovere la ricerca senza sperimentazione animale?

Susanna Penco: Innanzitutto, perché siamo noi a finanziare la ricerca, senza saperlo. E dobbiamo pertanto essere informati, consapevoli e responsabili. La ricerca dovrebbe essere trasparente perché tutti la finanziamo, riguarda tutti noi, quindi sarebbe giusto metterci al corrente dei modi, dei tempi e dei risvolti etici. Purtroppo, non esiste il “Grande Fratello” degli stabulari, noi non possiamo sapere cosa accade dentro i laboratori che sono, di fatto, blindati. Inoltre, è fondamentale che si sappia che attualmente ci sono moltissimi metodi efficaci, predittivi per l’uomo, che sostituiscono l’uso degli animali, utilizzando materiale di provenienza umana, perchè è l’uomo il destinatario delle nostre ricerche.
Vorrei raccontare un aneddoto significativo, che mi ha colpito molto. Negli anni ’90 ero specializzanda in Patologia Generale. Quando fu pubblicata la legge sull’obiezione di coscienza dell’epoca, nel 1993, feci a mie spese un numero enorme di fotocopie con l’obiettivo di diffonderle tra gli studenti di facoltà scientifiche. Una mattina, posai i plichi nell’atrio della segreteria e me ne andai, per tornare il giorno successivo per vedere quante copie fossero state prese dagli studenti. Ebbene non c’era più nemmeno 1 fotocopia! Ne fui felice, ma il custode mi disse: guarda che non sono state prese dai ragazzi, bensì buttate via dai prof. Rimasi malissimo! Attualmente molte cose sono cambiate. Gli studenti sono consapevoli, e alcuni di loro mi contattano per trovare un laboratorio che non usi animali. Io sono stata un’apripista e sono stata fortunata: da molti professori ero guardata con ironia e sconcerto per le mie posizioni, ma nel laboratorio in cui lavoravo come tirocinante sono stata appoggiata, infatti ci lavoro tuttora. Tuttavia, ero guardata più come animalista che come ricercatrice: non ero presa molto sul serio… salvo che per i denari che portavo nel mio laboratorio, frutto di raccolte fondi elargite generosamente dagli animalisti!
Le tecniche senza animali erano poco più che agli albori ma non erano, almeno in Italia, molto usate. Purtroppo, anche attualmente, non è così scontato trovare un lab “animal free”, tuttavia è cambiato l’atteggiamento dei ricercatori. Mentre un tempo gli obiettori come me venivano messi alla porta e quasi derisi, presi in giro, ora vengono rispettati, seppur non sempre condivisi. Molti dei miei colleghi, un tempo scettici e ancorati al mantra assurdo dell’indispensabilità dell’utilizzo di animali, ora hanno cambiato idea e rotta di navigazione scientifica e si cimentano con le nuove tecnologie “animal free” e “human based”. Finalmente!
Molti ricercatori pensano che i progressi in medicina e biologia vadano avanti NONOSTANTE, e non grazie alla sperimentazione animale. Promuovendo l’uso di metodiche innovative, dalle colture cellulari, anche staminali, umane tridimensionali, alla robotica, alla microfluidica “on a chip”, ai bioreattori multicompartimentali, agli organoidi, alle stampanti tridimensionali, agli studi di statistica ed epidemiologia, ai modelli al computer e simulazioni, agli studi clinici, alle tecniche di “imaging” fino all’indagine dei tessuti post mortem umani donati alla scienza, si potrà arrivare non solo alla medicina personalizzata, di precisione, specie specifica, ma potremo giungere a conoscere le cause, tutt’oggi sconosciute, di molte malattie inguaribili che ci affliggono. E riusciremo ovviamente a prevenirle, conoscendo le cause. Un grande traguardo, a beneficio dei malati e anche delle esangui tasche del Sistema Sanitario Nazionale!
L’utilizzo di animali è inutile, perché studiare una cura su una specie diversa da quella a cui la cura è destinata non ha alcun senso. È dannosa perché detrae dei soldi, spendendoli in modo sbagliato, e perché spesso i farmaci testati sugli animali poi creano dei problemi all’uomo. E poi c’è la questione etica: noi umani ci arroghiamo con gli animali dei diritti che non abbiamo. Li facciamo soffrire per provare sulla loro pelle malattie che non appartengono alla loro specie. O per testare cure di patologie che hanno anche loro, ma che poi non saranno nemmeno usate a loro beneficio.

VEGANOK CHANGE: Quali sono stati i progressi più significativi o le scoperte che lei ha osservato nel campo della ricerca senza sperimentazione animale durante la sua carriera?

Susanna Penco: Per quanto riguarda la ricerca in generale, posso dire che solo in tempi relativamente recenti sono stai usati metodi “animal free”, ma significativi risultati sono stati ottenuti ad esempio nel campo della Malattia di Alzheimer, della schizofrenia, delle malattie epatiche, della produzione di anticorpi, dello studio dei meccanismi di sviluppo embrionale, ma sono davvero troppi per elencarli… Voglio solo ricordare, infine, che i farmaci che hanno trasformato una malattia mortale e temibile come l’AIDS in una malattia cronica con cui convivere, non sono stati ottenuti lavorando su roditori e nemmeno sulle scimmie, bensì sull’uomo!
Vorrei dire qualcosa riguardo la mia attività di ricerca. Durante i miei anni di lavoro, con il mio gruppo di ricerca abbiamo indagato svariati campi, dalla tossicologia in vitro, al metabolismo cellulare, alla cosmetologia, fino ad oggi, momento in cui ci stiamo dedicando a una grave malattia che è la seconda causa di cecità nel mondo dopo la cataratta: il glaucoma. Le nostre ricercatrici hanno appena messo a punto un modello umano. In pratica, abbiamo ottenuto un organoide retinico derivato da cellule staminali pluripotenti acquistate da una ditta specializzata. Quindi abbiamo ottenuto una struttura costituita da cellule di tipo nervoso a partire da cellule umane, mentre i modelli precedenti erano di roditore! È un modello di tessuto nervoso specifico che, speriamo, possa essere utile anche per studiare le malattie neurodegenerative. L’organoide retinico può quindi essere una potenziale riserva di cellule a fenotipo retinico utile in futuro per diverse ricerche. Attualmente l’obiettivo è ottimizzare il quantitativo di cellule retiniche estrapolate dall’organoide con il fine di avere tanto materiale per studiare la fisiologia di cellule nervose e, più in generale, la neuroprotezione. Sono molto fiera, infine, di annunciare che a Brescia e a Bologna è possibile donare il corpo post mortem al fine di ricerca e di “training” per i giovani chirurghi: da un’idea che ho avuto anni fa, dopo aver saputo di essere malata di sclerosi multipla, il mio sogno è ora realtà. Abbiamo infatti una legge “ad hoc” e finalmente c’è qualcuno che la sta mettendo in pratica.

VEGANOK CHANGE: Supporto VEGANOK CHANGE perché…

Susanna Penco: Perché mi sento in sintonia con il vostro pensiero, con le vostre idee e i vostri ideali, che faccio miei. Auguro a tutti buon VEGANOK CHANGE!

Partecipa anche tu al VEGANOK CHANGE come Susanna Penco e sii parte del cambiamento.

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