Svezia caccia lupi

In Svezia via libera alla più grande caccia al lupo dei tempi moderni

Continuerà fino a fine gennaio la caccia ai lupi in Svezia, con l'obiettivo di "mantenere l'equilibrio" sulle popolazioni locali: in questo modo, però, si mette ancora più a rischio una specie già gravemente minacciata in queste zone.

In Svezia è partita la più grande – e controversa – caccia al lupo degli ultimi anni, nonostante la specie sia dichiarata in pericolo di estinzione: l’attività venatoria, che sarà consentita fino alla fine del mese, consentirà a diversi gruppi di cacciatori esperti di abbattere in tutto 75 animali, su una popolazione di appena 460.

Il motivo, secondo quanto riportato, sarebbe la necessità di “tenere sotto controllo” le popolazioni di lupi sparse sul territorio: “La caccia è assolutamente necessaria per rallentare la crescita dei lupi – ha dichiarato Gunnar Glöersen, responsabile dell’attività venatoria presso l’Associazione dei Cacciatori Svedesi – Si tratta del branco più grande che abbiamo avuto nei tempi moderni.”

La notizia è stata accolta con veementi proteste da parte di animalisti e ambientalisti svedesi e non, ma i sostenitori di questa decisione gridano allo scampato pericolo, dal momento che i lupi sono considerati pericolosi per gli attacchi agli animali domestici: mantenere l’equilibrio e proteggere gli altri animali sono quindi le motivazioni dietro a questa decisione anacronistica, crudele e decisamente poco lungimirante.

A seguito delle proteste, il Governo svedese ha chiesto alla sua Agenzia per la protezione ambientale (EPA) di verificare le sue raccomandazioni in base ai numeri di popolazione animale consentiti. In precedenza, l’EPA aveva dichiarato che la popolazione di lupi non avrebbe dovuto scendere sotto i 300 esemplari, per paura di danni irreparabili alle specie. Tuttavia, il Parlamento svedese ha votato a maggioranza per ridurre il numero a 170.

L’appello degli animalisti e delle associazioni anti-caccia

In tutto questo non va dimenticato che l’abbattimento indiscriminato di una specie selvatica non coinvolge esclusivamente quella determinata specie, ma altera i delicati equilibri degli ecosistemi ed è una minaccia concreta per la biodiversità dei luoghi in cui avviene: “I lupi, in quanto principali predatori nella catena alimentare, sono un prerequisito per la biodiversità. Uccidere un quarto della popolazione attraverso la caccia ha conseguenze negative per gli animali e la natura“, ha dichiarato al Guardian Marie Stegard, presidente del gruppo anti-caccia svedese Jaktkritikerna – È disastroso per l’intero ecosistema. L’esistenza dei lupi contribuisce a una vita animale e vegetale più ricca. Anche la sopravvivenza umana dipende da ecosistemi sani”.

Tutto questo, inoltre, contrasta con il sentimento comune riguardo alla caccia, completamente cambiato negli ultimi anni: attività considerata quasi come un passatempo per lungo tempo in Svezia, oggi la caccia al lupo – e non solo – è osteggiata dalla gran parte dei cittadini.

E l’unica spiegazione possibile a questa crudeltà, rimane la più semplice ma anche la peggiore: “Secondo noi – dichiara Stegard – la ragione del via libera a questa caccia è legata semplicemente al fatto che c’è una forte richiesta di sparare ai lupi tra i cacciatori. Le organizzazioni di cacciatori hanno un potere enorme in Svezia”.

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