Si pensa che Lulu sia la tartaruga in cattività più anziana del mondo: detenuta tra le mura dell’inglese Sea Life Brighton – il più antico acquario del mondo, attivo fin dal 1872 – inizia a mostrare segni di angoscia e insofferenza. Nuotando in cerchio e rimanendo immobile in un angolo della sua piccola vasca, ha destato la preoccupazione di molti. A intervenire per richiedere che Lulu possa vivere quello che le resta in un santuario per animali è l’associazione Close Sea Life.
Con una campagna, gli attivisti hanno portato l’attenzione sulla storia di questa tartaruga ottuagenaria e sul suo diritto alla libertà, ma anche sull’importanza di dire basta a questo tipo di sfruttamento animale: “Sea Life si è impegnata a non esporre i delfini nel 1991, e ora deve stare al passo con i tempi e concedere la stessa libertà a Lulu, che ha sopportato una vita innaturale di prigionia per oltre ottant’anni” dichiara un portavoce di Close Sea Life. “L’acquario ha la capacità e i mezzi per aiutare Lulu a vivere i suoi ultimi anni in un ambiente pacifico” continua. La richiesta è di dare la libertà a Lulu, ma anche di far sì che l’acquario non detenga più alcun tipo di tartaruga dopo di lei.
Ma la replica del Sea Life Brighton lascia con l’amaro in bocca: secondo la struttura, Lulu non è adatta a vivere in libertà, nemmeno all’interno di un ambiente protetto come quello di un santuario. Catturata negli anni ’40 per diventare la protagonista di uno spot pubblicitario, da allora ha vissuto in cattività passando da uno zoo all’altro, fino ad approdare qui, circa 20 anni fa. “La sua casa a Brighton offre a Lulu uno spazio sicuro da esplorare, tra cui una spiaggia dedicata e numerosi luoghi dove immergersi, fare un leggero esercizio fisico e riposare.” si legge in un comunicato stampa.
Naturalmente, la storia di Lulu è quella di tantissimi altri animali prima e dopo di lei, privati della libertà per il volere di un essere che, di superiore, ha solo la cattiveria.
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