Terremoto: anche gli animali contano

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In seguito ai drammatici avvenimenti che hanno colpito il centro Italia nelle scorse settimane ed alle innumerevoli polemiche innalzate dal web e dai media anche di fronte a tanto dolore. Proponiamo di seguito l’articolo scritto da Donatella Malfitano, membro del comitato etico dell’ Associazione Vegani Italiani Onlus, riguardo ai tanti animali vittime e protagonisti di questa tragedia, […]

terremoto amatrice cane
In seguito ai drammatici avvenimenti che hanno colpito il centro Italia nelle scorse settimane ed alle innumerevoli polemiche innalzate dal web e dai media anche di fronte a tanto dolore. Proponiamo di seguito l’articolo scritto da Donatella Malfitano, membro del comitato etico dell’ Associazione Vegani Italiani Onlus, riguardo ai tanti animali vittime e protagonisti di questa tragedia, ed in risposta all’articolo pubblicato dal quotidiano Il Foglio.
“Il terremoto ci insegna che anche gli animali contano. E confronti e polemiche si devono evitare.
In un dramma, come quello del terremoto che il 24 agosto ha colpito Amatrice, Accumuli e Arquata del Tronto e ha fatto, ad oggi, 294 vittime e 388 feriti (ancora una decina i dispersi), non dovrebbero mai trovare posto ironia ignorante e tanto meno polemiche superflue e inappropriate. Se ne sono lette diverse in questi giorni, ma fortunatamente il sentimento comune è e rimane quello della vicinanza, della solidarietà, dell’unione a chi ha perso tutto, in primo luogo i propri cari.
E del non dimenticare, mai e soprattutto troppo in fretta, come se la tragedia sparisse una volta abbassati i riflettori dei media.
In quest’ottica appare allora incomprensibile leggere riflessioni (critiche) sul rapporto tra uomini e animali, che mai forse è apparso così forte, o a cui è stata dedicata attenzione mediatica, rispetto al passato o in simili tragedie (il che non vuol dire che non sia esistito).
Il lavoro instancabile dei soccorritori è avvenuto spesso in squadra con i cani, anche loro instancabili e magnificamente addestrati a salvare vite, ogni tipo di vita e senza distinzioni.
Ne è stato dato il giusto merito e chi lavora con gli animali è sicuramente il primo a poterne parlare e a poter spiegare cosa avviene in quelle situazioni e che il cane arriva dove l’essere umano non può. Sono state salvate delle vite, tante, grazie alle unità cinofile. E, come ha raccontato un operatore, “i cani rischiano molto: se tutto va abbastanza bene, tornano a casa con dissenterie e coliti, c’è il rischio che possano mangiare qualsiasi cosa”.
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Si sono viste immagini di cani accucciati accanto alla bara dell’amico umano con cui hanno vissuto e che hanno cercato tra le macerie, e nuclei famigliari spezzati, stretti attorno a feretri, in abbracci di cui hanno fatto naturalmente parte anche i loro fedeli compagni a quattro zampe.
Si sono viste immagini di cani salvati e ricongiunti con i propri padroni, cani rimasti soli ma adottati nelle tendopoli; cani che hanno aiutato a scavare in quello che rimaneva della propria casa nella speranza di trovare qualche sopravvissuto, e piangere mentre lo faceva.
Cani che, seppur spossati, hanno continuato a fare la guardia di quanto rimaneva della propria casa o hanno continuato ad aspettarvici i padroni, dopo essere usciti dai crolli, speranzosi.
E chi ha superficialmente o avventatamente tentato di criticare l’operato di chi ne soccorreva qualcuno, sentendone i guaiti tra i calcinacci, hanno poi risposto i fatti, come il sorriso di un bambino traumatizzato perché in quelle macerie aveva perso tutta la sua famiglia e quel cagnolino ritrovato era l’unico affetto rimasto.
Cani che hanno un nome – Leo, Tommy, Matilde, Flash, Bravo, Laga, e tanti altri.
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Altri animali sopravvissuti hanno timidamente cominciato a ricomparire, o sono stati ritrovati, in questi giorni e a quasi una settimana dal sisma.
Sfiniti, traumatizzati, affamati e assetati. Spesso feriti. I gatti in particolar modo, il più delle volte scappati in anfratti nel momento della scossa, hanno resistito con paura e diffidenza prima di avventurarsi fuori, affacciarsi sul crollo delle proprie abitazioni e lasciarsi prendere dai soccorritori e dalle varie associazioni animaliste attive sul territorio.
Il ricongiungimento del cane appena estratto dai resti dell’abitazione al suo proprietario ferito, l’abbraccio e la gratitudine di una terremotata con la sua gattina Gioia a diversi giorni dal sisma e, ancora dopo, della cagnetta Lola riunita al suo padrone, l’annuncio entusiastico dei vigili del fuoco al ritrovamento di un labrador a 9 giorni dalla tragedia, come molti altri raccontano dei legami forti che ci uniscono agli animali e che nessuna critica può e deve scalfire.
Anche altre bestie sono rimaste vittime del sisma, che ha lasciato sotto le macerie allevamenti interi (mentre ad oggi alcune centinaia di mucche sono state salvate), e ancora asini, galline, pulcini, tartarughe, conigli
Tanti quelli che hanno lanciato appelli sui social networks per ritrovare i propri amici domestici, e anche chi, dopo essersi salvato dal terremoto, è ritornato ad Amatrice per ritrovare il proprio gatto.
Insomma, storie che hanno testimoniato l’importanza della presenza degli animali nelle nostre vite, anche e proprio quando la stessa vita viene portata via in un attimo.
Di fronte all’amore incondizionato, ai pianti e alla gratitudine di chi ha ritrovato gli animali con i quali ha vissuto fino al momento della sisma, ai piccoli e gradi miracoli che riescono a compiere, dal salvataggio di una vita al conforto dopo il dramma al rappresentare l’unico legame familiare rimasto, ecco, si diceva, si rimane sconcertati di fronte a critiche e riflessioni provocatorie come quelle apparse sul Foglio (“Il terremoto ci fa capire che ormai i cani contano più che i bambini”, 1 settembre 2016).
Mondo cane. I cani salvati, i cani salvatori, i cani disperati sulle bare dei padroni… I terremoti non si possono prevedere ma io posso prevedere che dopo il prossimo terremoto il conteggio delle vittime comprenderà, oltre ai cristiani, i cani”, sentenzia l’autore.
Per concludere: “Cani, un tempo a qualcosa servivate, caccia, raccolta dei tartufi, guida dei ciechi, ma adesso siete più nocivi delle nutrie”.
Alla luce di quanto detto sopra, non si capisce quale sia il problema e soprattutto il perché di un confronto provocatorio.
Fortunatamente l’articolo, questa volta, rappresenta una nota fuori dal coro della stampa italiana in questi giorni e sull’argomento. Il terremoto non ci ha fatto capire che “i cani contano più dei bambini”, bensì che gli animali contano e basta. Perché meravigliarsi se tanti italiani li amano?
Se può “consolare” l’autore, a seguito del terremoto che ha colpito Haiti nel 2010, erano così tanti i cani rimasti orfani (già, anche gli haitiani hanno cani in famiglia…) che era scattata un’azione solidale per adottarli o comunque non lasciarli abbandonati (purtroppo, essendo il contesto diverso, e non trovando soluzioni, alcuni veterinari avevano dovuto piegarsi alla scelta disperata dell’eutanasia…).
Peccato. Per una volta in cui non si parla di abbandono di animali (gli stessi che esseri umani ne hanno invece salvati, in questi giorni) o di maltrattamenti, bensì di unioni e legami che, nel dramma di una perdita, assumono il valore di una piccola speranza o di un grande conforto, ecco, per una volta si faceva meglio a star zitti.
Donatella Malfitano”
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