La storia di Tilikum, l’esemplare di orca morto pochi giorni fa, dopo una lunga agonia nonostante le cure per la grave infezione polmonare contratta, ha fatto si che le luci si riaccendessero sull’allevamento e l’addestramento degli animali in cattività.
Molti hanno espresso lo sdegno nei confronti di tutte quelle strutture che continuano ad attirare visitatori speculando sulla vita di altri esseri viventi costretti alla prigionia per il puro divertimento dell’essere umano. I social media si sono riempiti di parole di amore per Tilikum “finalmente” libero da quella vita che l’ha fatto nascere nell’oceano e incontrare l’uomo che l’ha strappato alla sua famiglia a soli due anni di età.
Non è questo l’epilogo che ci saremmo aspettati per un animale maestoso che ha più volte dimostrato la sua insofferenza a un’esistenza all’interno di una vasca grande appena lo spazio per girare su se stesso. La sfortuna di Tilikum è stata incontrare sulla sua strada proprio chi l’avrebbe condannato a una vita del tutto innaturale e ad una morte psicologica già dal giorno della sua cattura al largo delle coste islandesi nel novembre del 1983.
Sei tonnellate di peso, sette metri di lunghezza, pinne da oltre due metri l’una, diventò negli anni il capostipite della maggior parte delle orche allevate nel mondo da Sea World, sono state ventuno, infatti, quelle fatte nascere grazie al suo sperma, undici delle quali sopravvivono ancora nei parchi acquatici in giro per il mondo.
Tilikum, purtroppo, è diventato famoso per tre episodi in cui altrettante persone hanno perso la vita. Ha ucciso tre persone: un addestratore a Sealand Of The Pacific nel 1991; una persona entrata abusivamente a SeaWorld durante la notte nel 1999; e infine l’addestratrice Dawn Brancheau nel 2010. Gabriela Cowperthwaite, la regista del documentario Blackfish (2013), dichiarò: “Quando ho iniziato a fare le riprese, Tilly (soprannome col quale veniva chiamato) mi terrorizzava. Lo vedevo nei miei incubi. Solo quando ho appreso della sua cattura e conosciuto la sua vita in cattività, allora ho iniziato a capire la profondità di questa tragedia così complessa”.
Il 13 settembre scorso, dopo la notizia data da Sea World sulla decisione di non far nascere nuove orche all’interno delle sue strutture, il Governatore dello Stato della California, Jerry Brown, ha firmato il disegno di legge AB 2140, presentato da Richard Bloom, che decreterà illegale i programmi di mantenimento e allevamento di orche in cattività nei parchi SeaWorld. Il disegno di legge iniziale prevedeva il trasferimento degli animali in santuari loro dedicati affinché potessero finalmente vivere nell’oceano nel rispetto di una vita il più libera possibile. Il colosso dell’intrattenimento ha purtroppo respinto ogni richiesta, limitandosi ad accettare di mantenere la parola data sulla questione nascite.
Gli animali soffrono, e non solo fisicamente. Stress, vizi, comportamenti stereotipati, pianti, angosce, panico, depressione profonda sono tutti comportamenti documentati diverse volte in tutte quelle situazioni di prigionia ai quali sono costretti. Il dominio sugli animali non si limita al modo in cui imbandiamo la nostra tavola o riempiamo il nostro frigorifero. Essere vegan vuol dire essere consapevoli del fatto che gli animali, come noi, hanno propri interessi, provano sentimenti, dolore e amore.
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