Che l’Iditarod Race sia una gara crudele e che con il benessere animale non ha nulla a che fare, lo dicono i numeri.
Come riporta l’OIPA – Organizzazione Internazionale Protezione Animali – la nota gara con cani da slitta soltanto nell’ultima edizione ha visto il ritiro di più di 250 cani, stremati, feriti o malati. Cani che, a causa di questa competizione per diletto puramente umano, finiscono anche per morire dopo una vita di sofferenze.
Purtroppo è stata annunciata la prossima edizione di questo evento che, incredibilmente, è addirittura sponsorizzata dalla Formula 1: come se ci fosse una qualche affinità tra guidare un’auto da corsa e correre tra i ghiacci trainati da animali allevati soltanto per l’occasione.
La crudeltà della Iditarod Race
Spesso i cani impiegati nella Iditarod Race sono costretti a vivere una vita all’esterno in condizioni atmosferiche di freddo estremo. Non è raro che siano incatenati per tutta la loro vita, se non quando trainano una slitta, tra maltrattamenti e abusi comprovati da indagini.
Come riporta l’OIPA, nel corso degli anni la competizione è costata la vita a più di 150 animali, stando ovviamente solo ai numeri ufficiali. Un dato che però sembra aggiustato al ribasso, perché non tiene conto di quanti cani muoiono lontano dalla pista, ma sempre e comunque a seguito della gara, o negli allevamenti in preparazione per la stessa.
Tanti brand si sono defilati negli anni
“Sponsorizzare l’Iditarod Race significa promuovere la crudeltà e l’abuso sugli animali”, afferma senza mezzi termini Valentina Bagnato, responsabile Relazioni internazionali di OIPA International.
Soprattutto per questo motivo, spiega Bagnato, “negli ultimi anni numerose aziende, alla luce delle evidenze e per preservare la propria reputazione, hanno annullato le loro sponsorizzazioni, tagliando i ponti con questa feroce competizione. Tra queste, ExxonMobil, uno dei più grandi sostenitori, seguita da Alaska Airlines, Chrysler, Coca-Cola, Jack Daniel’s, Wells Fargo, Millennium Hotels and Resorts e decine di altri brand”.
L’OIPA invia un’istanza a Formula 1
Per questo motivo OIPA International ha inviato un’istanza al presidente di Formula 1 Stefano Domenicali, facendo seguito a simili richieste che non hanno ottenuto risposta da parte di PETA del novembre 2021 e dell’aprile 2022, per prendere in considerazione la chiusura dei rapporti con l’Iditarod Race.
“Chiediamo, anche per preservare l’immagine della vostra azienda e per portare un messaggio di positività e rispetto verso tutti gli esseri viventi, di rivedere i vostri piani di sponsorizzazione”, scrive nell’istanza Massimo Pradella, Presidente di OIPA International, “senza dimenticare che sempre più persone oggi sono molto sensibili e attente alle tematiche animaliste”. Temi già presentati da OIPA e PETA UK all’autodromo di Monza, dove si sono recati in occasione dell’ultimo Gran Premio per protestare e per far conoscere alle persone di che tipo di competizione si fa promotrice Formula 1.

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