caso LEIDAA

Trasparenza e integrità: il caso LEIDAA deve avere risposte

Sauro Martella, fondatore di VEGANOK, invita a fare chiarezza sul caso LEIDAA per il bene della causa animalista

Scrivere questo articolo è per me estremamente difficile, perché le persone coinvolte non sono solo figure di spicco nel mondo della difesa animale, ma anche persone a cui riconosco di aver dedicato parte importante della propria vita nella difesa di chi non ha voce. Persone con le quali nel tempo ho personalmente instaurato diverse collaborazioni e che mi hanno sempre dimostrato entusiasmo e disponibilità quando le finalità erano la diffusione vegan. È proprio per questo che mi sento in dovere di affrontare l’argomento con la massima onestà, trasparenza e senso di responsabilità.

Sauro Martella
Sauro Martella, fondatore VEGANOK.

Il fatto

In questi giorni un’inchiesta andata in onda su Report ha scosso profondamente il mondo animalista. La giornalista Giulia Innocenzi, nota per le sue indagini sui soprusi contro gli animali e sulle violazioni della legge negli allevamenti, ha realizzato un servizio in cui viene messa in discussione la gestione dei fondi dell’Associazione Onlus LEIDAA, presieduta da Michela Vittoria Brambilla. L’inchiesta evidenzia l’utilizzo di fondi destinati all’associazione per spese personali, aprendo un dibattito che rende necessario un chiarimento trasparente.

caso Leidaa
Da sinistra: Giulia Innocenzi, Michela Vittoria Brambilla.

Due donne, due attiviste, due persone che ho sempre considerato dalla stessa parte in questa battaglia, oggi si trovano su posizioni contrapposte in una vicenda che non può lasciare indifferente nessuno di noi che da anni dedichiamo la nostra vita alla difesa degli animali.

La necessità di chiarezza

Quando ho appreso questa notizia, il primo sentimento che ho provato è stato sbigottimento. È impossibile non rimanere colpiti da una vicenda così delicata. Se c’è una cosa che ho sempre considerato fondamentale nella nostra battaglia è l’assoluta integrità: il nostro impegno è fondato sulla coerenza, sulla trasparenza e sulla fiducia di chi crede in noi.

Per questo motivo, invito apertamente Michela Vittoria Brambilla a esporsi pubblicamente per chiarire ogni dubbio, perché questa situazione non può e non deve rimanere sospesa nell’incertezza. Se le accuse sono infondate, è necessario dimostrarlo con fatti incontrovertibili. Se, invece, sono presenti errori o gestioni non corrette dei fondi dell’associazione è fondamentale che vengano ammessi con la stessa onestà e il coraggio che ogni attivista dovrebbe avere e che, a onor del vero, Michela Brambilla ha sempre dimostrato con forza e determinazione.

Con il massimo rispetto per Michela Vittoria Brambilla e per tutto ciò che ha fatto di importante in questi anni, ritengo che il lavoro giornalistico di Giulia Innocenzi, che da tempo porta avanti inchieste di grande valore e che fa onore a una categoria che ne ha molto bisogno, è fondamentale al miglioramento della società e in nessun caso può restare senza risposta.

Ogni accusa di scorrettezza all’interno di un’associazione animalista mina la fiducia di chi sostiene la nostra battaglia e offre il fianco a chi vorrebbe screditare la causa.

Dare risposte senza minare la fiducia

Quando si insinua il dubbio che dietro un’organizzazione che dovrebbe difendere gli animali ci siano ombre e irregolarità, si rischia di allontanare le persone, di scoraggiarle dal donare e dal sostenere il lavoro di chi ogni giorno si impegna per un cambiamento.

Ma questo non deve trasformarsi in una sfiducia generalizzata. Il rischio è che vicende come questa facciano credere che tutte le associazioni siano compromesse o che nel mondo del volontariato manchi trasparenza nella gestione dei fondi. Non possiamo permetterlo. Esistono tantissime realtà che operano con dedizione, amore e rispetto, garantendo un impegno autentico e trasparente.

Il lavoro di inchiesta di Giulia Innocenzi è stato ed è fondamentale, perché porta alla luce criticità che meritano attenzione e risposte chiare. Con questa indagine ha dato il calcio d’inizio a un confronto necessario, ma il tema della trasparenza non può dipendere solo dal lavoro di un singolo giornalista. Sarebbe importante che questa richiesta si estendesse a tutte le associazioni, diventando un principio condiviso e un impegno costante per l’intero settore affinché il volontariato animalista possa continuare a essere sinonimo di integrità e fiducia.

La trasparenza non deve essere un tema occasionale, ma un principio costante che riguarda ogni realtà impegnata nella tutela degli animali. Solo così possiamo garantire la credibilità del movimento e il sostegno di chi ogni giorno sceglie di fidarsi e donare.

A questo proposito, voglio mandare un messaggio chiaro a tutti i volontari: non lasciate che questa indagine vi scoraggi. Il lavoro che avete fatto e che continuerete a fare è prezioso e insostituibile. Ogni giorno, grazie al vostro impegno, il movimento animalista e vegan compie passi avanti fondamentali. E proprio per questo, oggi più che mai, è essenziale che resti saldo nei suoi valori di fiducia, coerenza e trasparenza.

L’urgenza di una risposta

Non possiamo permettere che questa frattura resti aperta. Per il bene degli animali, per il bene della causa, per il bene della verità, chi ha sbagliato deve assumersene la responsabilità, e chi è stato accusato ingiustamente deve poterlo dimostrare in modo chiaro. Il movimento animalista non può permettersi di perdere credibilità, perché la sua forza è la sua coerenza.

La mia speranza è che tutto questo possa risolversi nel modo più limpido possibile, senza lasciare spazio ad ambiguità o sospetti. Non ci possono essere zone d’ombra in una battaglia che richiede la massima integrità morale. E mi auguro con tutto il cuore che questa vicenda non si concluda con lacerazioni insanabili, ma con una lezione importante per tutti noi: l’unico modo per difendere chi non ha voce è rimanere irreprensibili, sempre.


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