Un Pellicano a Milano?

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Un Pellicano a Milano? Una canzone dello zecchino d’oro di qualche anno fa parlava di un pellicano a Milano senza ali. Sembra essere profetica a distanza di anni. Si continuano a scovare scambi e trasporti di animali esotici nelle città. Pappagalli, rettili e curiosi mammiferi sembrano essere i preferiti dai cittadini italiani alla ricerca di […]

Un Pellicano a Milano?

Una canzone dello zecchino d’oro di qualche anno fa parlava di un pellicano a Milano senza ali.

Sembra essere profetica a distanza di anni. Si continuano a scovare scambi e trasporti di animali esotici nelle città.
Pappagalli, rettili e curiosi mammiferi sembrano essere i preferiti dai cittadini italiani alla ricerca di qualcosa per stupire gli amici. Questi “finti amanti della natura”, non si rendono conto della differenza che sussiste tra un animale allevato in cattività e un animale catturato in un ambiente selvaggio, senza considerare le necessità ambientali dell’animale stesso. I metodi di cattura di animali selvaggi sono considerati tortura, oltre che essere fatti senza criterio nei confronti dell’ambiente e della specie “raccolta”.
Il rapporto Zoomafia della Lav parla chiaro, il traffico della mafia che usa gli animali si aggira intorno ai 3 miliardi di euro. Nelle ville dei mafiosi, fino a qualche anno fa, c’era una grande richiesta di animali esotici che i malavitosi usavano come simbolo del proprio potere. La mafia sfrutta questi traffici per trasportare preziosi e droga con le casse che contengono gli animali e spesso dentro gli stessi. Non di rado le forze dell’ordine hanno scoperto cocaina nascosta tra i quarti di bue destinati alla grande distribuzione. Un centro nevralgico di questo commercio, di animali esotici e pellami rari, è proprio l’Italia sia per interessi mafiosi sia per la vicinanza con l’Africa da cui arrivano questi sfortunati animali. Nel nostro paese sembrano arrivare gli ordini per tutti gli “acquirenti” europei, torturatori spesso inconsapevoli, che desiderano un Macaco come soprammobile da mostrare in pubblico. Il problema, poi, che ne scaturisce è ovviamente il decorso vitale di questi animali esotici che vengono abbandonati, per inesperienza o incapacità,  nelle campagne o in altri luoghi. Da ormai due mesi, ad esempio, una Pantera si aggira nelle campagne del palermitano fuggita con molta probabilità da una villa privata.
Si legge nelle cronache del milanese di pitoni che escono dai water piuttosto che da tombini. La domanda, secondo il rapporto della Lav, non sembra calare. Quello che si evince, dunque, è che questo mercato, progressivamente diminuito in ambienti mafiosi, ha trovato nuovi acquirenti. Infatti, i bracconieri hanno sostituito le grandi bestie con pitoni, pappagalli e specie rare e a volte in via d’estinzione, per sopperire alle richieste dei piccoli privati.
Non dimentichiamo che alcuni stilisti dell’alta moda usano pelli di rettili rari, o in via di estinzione, per fabbricare borsette o portafogli. Proprio l’industria della moda italiana è la prima acquirente al mondo di pelli di rettili rari e monopolista in smercio di pelli sudamericane. Il consumismo supera davvero la logica a discapito di vite innocenti. Com’è possibile fare qualcosa? Come si può fermare tutto questo scempio? Boicottando.
L’unico strumento del consumatore consapevole è boicottare marche e industrie che fanno uso di pelli e pellame di dubbia provenienza.
Quanto al commercio di animali esotici per esposizione quello che si può fare è deprecare i proprietari e segnalare ai carabinieri eventuale e sospetta detenzione di animali esotici da parte di vicini e soprattutto di negozi di animali.

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