Don Gianfranco Formenton, parroco di Sant\’Angelo in Mercole (Spoleto), propone la sua riflessione sul coinvolgimento della chiesa cattolica e di Dio in guerra.
L’arruolamento di Dio in guerra… assolutamente involontario da parte sua che (ne sono sicuro) non ha nessun interesse e nessuna intenzione a benedire via via l’America, la regina d’Inghilterra, l’Italia, le nostre armi, i nostri soldati ecc. Ma tant’è, ce l’hanno tirato dentro anche stavolta. C’era da aspettarselo.
Dalle crociate, alle lotte comunali, alla conquista dell’America, alle guerre mondiali… c’è sempre stato qualche imperatore che ha issato il simbolo della croce sui propri stendardi, qualche cappellano militare pronto a benedire uomini e armi contro il nemico, qualche \”carroccio\” su cui celebrare messe di guerra per propiziare i favori celesti ed alti prelati a esaltare i valori morali dei \”nostri\” contro le attitudini immorali degli \”altri\”.
La categoria del \”nemico\” non esiste nelle pagine evangeliche e se esiste è per stabilire una volta per tutte che il \”nemico\” non esiste. Ma da sempre troviamo preti sulla \”nostra\” trincea a implorare Dio ad avere un occhio di riguardo per i \”nostri\”, mentre sull’\”altra\” trincea altri preti pregano lo stesso Dio chiedendogli la stessa cosa. Credo che Dio si trovi in forte difficoltà in queste situazioni.
Che c’entra. Per quanto riguarda questa guerra è tutto più facile. Gli altri sono mussulmani e quindi anche Dio dovrebbe sentirsi più sereno e potrebbe ricordarsi ad esempio di Lepanto quando si arruolò persino la Beata Vergine Maria che in quell’occasione acquistò persino il titolo di Regina della Vittoria.
Siamo riusciti anche questa volta ad arruolarlo, Dio, a chiedergli di fare cose che non può fare. È la mistica della guerra. Gli uomini che uccidono per cavoli loro sono degli assassini. Gli uomini inquadrati negli eserciti, al soldo (soldati!) dei governi, delle industrie belliche, delle multinazionali del petrolio, sono degli eroi della patria.
E sembra che la storia tutta, umana e divina, si pieghi di volta in volta ai destini della patria, ai sacri confini “stabiliti da Dio”, ai desideri degli imperatori, dei dittatori, dei governi. Nelle preghiere del carabiniere, dell’alpino, dell’aviatore, del carrista, del bersagliere… si trovano mille argomenti che dovrebbero convincere Dio a rendere immancabilmente forti le \”nostre\” armi.
Nella Chiesa cattolica c’è persino una categoria strana di preti, stipendiata dall’Esercito, inquadrata nella sua gerarchia, addetta a ricordare a Dio i suoi doveri versi i \”nostri\” soldati: i cappellani militari che a loro volta sono inquadrati in un’altra gerarchia teologicamente inesistente ma che è contemplata dagli ordinamenti giuridici: l’Ordinariato Militare. Vale a dire che in pratica esiste una \”Chiesa militare\” con relativo Vescovo. Per la Chiesa sono preti e monsignori. Per l’esercito sono capitani, tenenti ecc.. con relative insegne da apporre sul bavero e stipendio da ufficiale.
È una specie di legittimazione religiosa dell’immorale industria delle armi, e della politica guerrafondaia (perché le armi che Dio dovrebbe benedire qualcuno le avrà pure costruite, e saranno al servizio di qualcuno, o no?) di nobilitazione morale di addestramenti studiati per trasformare uomini normali in guerrieri, in Rambo dalle \”virtù morali\” ben descritte in film come Full Metal Jaket, in Platoon, in Apocalipse Now, ecc., di giustificazione storica della violenza come mezzo normale per risolvere le controversie internazionali. (Ma che gli raccontate ai \”nostri\” ragazzi? Che il Vangelo è d’accordo con le farneticazioni dei loro istruttori invasati?)
Su qualche vaga citazione evangelica abbiamo costruito una morale sessuale monumentale capace di fare le lastre persino agli spermatozoi; sul comandamento \”Tu non uccidere\”, chiaro, preciso, contundente, solare, evidente, non equivocabile… abbiamo lasciato passare sopra secoli di violenza, abbiamo fatto passare cammelli attraverso crune di aghi, abbiamo benedetto guerre, genocidi, violenze di ogni tipo, in nome di Dio, in nome della Patria, in nome della Chiesa… Implacabili fino alla spietatezza nella sessualità, tolleranti e conniventi sulla violenza organizzata (questa è la guerra) fino a fornire legittimazione morale ai signori della guerra di tutti i tempi.
Viviamo in un mondo complicato ma ci sono parole che non si possono equivocare. I soldati di un esercito in armi non possono essere operatori di pace. Un prete non può essere soldato (al soldo) di un esercito. Una guerra preventiva è una guerra di aggressione. \”Tu non uccidere\” non può ammettere eccezioni.
E poi la verità. Il povero, vecchio Papa l’aveva detto: «la prima vittima della guerra è la verità». Ed è sempre così. Lo è sempre stato ma ora di più. La menzogna è una necessità. Bisogna mentire prima, durante e dopo. È la logica dei bollettini di guerra che obbediscono solo alla legge della propaganda militare (anche i moderni bollettini di guerra camuffati da Porta a Porta e simili). È la logica della retorica che colora gli avvenimenti con le tonalità imposte dai regimi e dalle democrazie parziali. È la logica delle benedizioni e delle prediche militari che danno un valore divino a cose solamente umane.
Gino Strada, medico, profeta e laico parla sempre (ma con la censura vigente lo fanno parlare sempre meno) degli aspetti chirurgici dei corpi umani dilaniati dalle mine e dalle bombe ed è proprio quello che adesso nessuno vuole sentire. Tra Gino Strada e i vari Vespa, Costanzo e Ferrara la differenza è solo questa: che il primo conosce gli effetti devastanti della guerra sui corpi umani e gli altri si dilettano in particolari e prediche patriottiche.
«Se avessero i loro figli lì, non parlerebbero più…» ha affermato un giorno. Perché la guerra è questa e basta ed è allucinante che ci sia ancora qualcuno che pensa che ci siano ideali o qualcosa di simile (se non gli interessi dell’impero) nelle strategie pianificate dal Pentagono o qualcosa di nobile nei contingenti di pace inviati dai governi vassalli per partecipare alla spartizione del bottino.
Gli eserciti moderni sono strutture di peccato creati da altre strutture di peccato che li organizzano per difendere interessi e privilegi che nulla hanno a che fare con la normale vicenda umana. La moderna tecnologia militare che non tiene in nessun conto i costi in vite umane (il 99% delle vittime sono civili), che sottrae risorse vitali per l’umanità consentendo all’occidente di spendere in questa guerra quello che basterebbe per risolvere tutti i problemi alimentari e medici di tutta l’umanità, non consente a nessun cristiano di partecipare a queste stragi organizzate, a questo terrorismo di stato (neanche come cuciniere direbbe don Lorenzo Milani) né consente a nessun prete o vescovo o cardinale di benedire niente e nessuno.
E oltretutto è inutile perché certamente Dio non ascolta queste preghiere stupide e retoriche. Spesso i soldati che muoiono sono buoni, ma non è la moralità personale che rende moralmente accettabile anche solo l’idea della guerra. Anche i civili che muoiono sotto i bombardamenti democratici sono buoni e la loro morte sì che rende immorale la guerra anche se sono mussulmani.
Monsignor Bagnasco, Vescovo Militare di una chiesa che non esiste, si arrenda, dia le dimissioni, sciolga il suo \”esercito\” di cappellani militari e torniamo tutti a invocare e a costruire la pace nelle parrocchie di tutto il mondo. Torniamo ad insegnare ai giovani a disobbedire alla logica della violenza, a rifiutarsi di offrire incenso all’imperatore, a sognare che la pace è possibile anche su questo mondo e che non è necessario aspettare il requiescat in pace ai funerali di Stato. Sarebbe un bel segno e il Papa, ne sono sicuro, ne sarebbe felice e capirebbe che ha fatto bene a condannare fino all’ultimo momento questa inutile, illegale, idiota strage, senza \”se\” e senza \”ma\”.
Buon Natale a tutti.
Testo di Don Gianfranco Formenton
Tratto da: www.nigrizia.it
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