Una liberazione non solo Umana, ma appartenente ad ogni vita senziente.

Promiseland -

La liberazione Animale è giunta ad un punto di svolta. I dibattiti storici, e di conseguenza quelli attualmente in essere, devono per forza di cose allargare gli orizzonti verso nuove e proficue vedute. La storia Umana dunque non come triste ricordo, ma abile mezzo per raggiungere menti assopite da coinvolgimenti astratti e dissonanti.


Il collegamento che, naturalmente, dovrebbe esistere tra sofferenza Umana ed Animale ancora oggi non viene stato totalmente concepito e quindi assimilato. Ciò spiega come sia faticoso, purtroppo, divulgare una nuova consapevolezza della vita altrui. In particolare la vita Animale è considerata dalla maggioranza delle persone come un aspetto di secondo livello rispetto ad altre situazioni pur importanti ma certamente non fondamentali, come lo sono invece quelle riguardanti gli Animali.
Detto questo, risulta più evidente come l’eredità di dominio assoluto maturato nei secoli addietro sia ancora pesantemente presente in ogni rappresentazione e condivisione pubblica. I dibattiti e gli scambi culturali sono mistificazioni progettate ad arte dal concetto specista. Uno strumento abile e sofisticato, quest’ultimo, che viene testato giornalmente in ogni ambito sociale e produttivo. La società odierna, così come la vediamo strutturata, è indiscutibilmente discesa da pratiche antropocentriche.
Per chi ha compreso il difetto di questo macabro meccanismo, è innanzitutto sbagliato assumere un atteggiamento di prepotenza e superiorità verso i deboli e gli indifesi. Ovvero supremazia ed usurpazione che si ripercuote a danno di tutta la collettività. Il potere assunto è stato innanzitutto assoggettato verso la vita Animale. Gli Animali senzienti, di cui ancora oggi si fa fatica a giudicarli tali, sono vittime incontrastate di ogni egemonia, riconosciute nel peggiore dei casi come risorsa utile al progresso tecnologico. La vivisezione (alias sperimentazione scientifica), gli allevamenti intensivi, la ricerca spaziale, i luoghi di detenzione quali zoo e delfinari o circhi e parchi marini, le nuove frontiere dell’alimentazione carnivora (Insetti, Zebre, Coccodrilli), o peggio nuove concezioni di produzione in vitro (vedi carne sintetica) sono solo alcuni mezzi altamente congeniali che permettono (prolungheranno) lo sfruttamento in atto. L’aspetto titubante, e a tratti preoccupante di quest’ultime proposte di consumo, pare essere motivo di risposta ad una sempre più crescente domanda di chiarezza in merito appunto alla carneficina Animale. Mangiare Insetti servirà a placare lo sdegno scaturito dal movimento liberazionista? La questione non sarà affrontata affatto se ci sarà dunque una piena risoluzione della questione Animale.
Se è pur vero che nuove consapevolezze emergono all’orizzonte, grazie anche all’aumento esponenziale di nuove e valide proposte alternative (spesso nutrizionali e/o etiche), ancora molto deve essere fatto per convincere sempre più persone ad assumere atteggiamenti responsabili. Soprattutto convinzioni importanti ed utili ad un confronto costruttivo che possa scalfire il sistema deterrente. Un sistema costituito da rigide regole di usi e costumi, ma anche leggi e norme giuridiche, che stentano a ribaltare i pregiudizi e i consensi popolari. Quelli comuni, quelli assodati, assolutamente istituzionalizzati.

E’ scioccante, nel 2018, compiere azioni e manifestazioni retrograde al pari della corsa dei Buoi a Chieuti in Puglia, in cui di recente ha perso la vita un anziano spettatore travolto da un Cavallo (forse impaurito dagli stessi Bovini ridicolizzati, torturati e costretti a correre follemente). Eppure tutto ciò avviene quotidianamente, in ogni luogo comune, a dispetto di ogni vittima sacrificata. E’ necessario uccidere involontariamente una vita Umana per risvegliare le coscienze e dire basta a queste orride celebrazioni? Sembrerebbe di sì, e ci si pone la domanda: è veramente utile creare un documento giuridico a difesa degli Animali seviziati? Un testo valido che ogni associazione, o gruppi di persone comuni, possa utilizzare a scopo informativo e di protesta. Questo per far sì che simili celebrazioni di morte e sofferenza siano ostacolate e rifiutate con sdegno ed orrore. Certamente una giurisdizione migliore a favore degli Animali, come abbiamo ribadito più volte, è sicuramente il percorso giusto per dare a quest’ultimi migliori aspettative di vita.
Sì, ma non basta.
Attualmente in Italia le sagre sono più di un migliaio, sparse per tutto il territorio nazionale. Si tratta per lo più di fotocopie relative ad una tradizione storica, in cui ogni comunità locale propone le sue origini culinarie e comportamentali: si va dall’uccisione del Maiale all’Agnello o Capretto, dalle Rane al Cinghiale o Capriolo, dai Pesci ai Volatili…e forse domani ai Grilli e Cavallette. Un infinità di aberrazioni, in cui si assiste alla triste immagine di poveri Animali incatenati e conservati in luoghi angusti e privi di libertà. Spesso in questi posti, piazze o fiere per lo più, l’esposizione di gabbie piene di Uccelli, Pesciolini, Conigli, Galline ecc. è normalmente consentita. Alcuni Comuni ne vietano la vendita, ma i controlli sono esigui e spesso molti tutori della legge (complici anche’essi perchè spettatori e quindi partecipanti) chiudono un occhio.
Ecco perchè è estremamente importante diffondere maggiore informazione, maggiore consapevolezza su chi (e non cosa) sono gli Animali tutti: non cavie, non oggetti, non comparse, non soprammobili…non cose da utilizzare a proprio profitto.
Gli Animali sono parte di noi, e del nostro progresso morale. Non facciamone scherno per nascondere le nostre bramosie di potere. Ogni convenienza personale deve essere pari al benessere altrui, questo per poterci meglio identificare su ideologie del passato, date ricorrenti che volevano attribuire alla liberazione in essere un diverso significato. La memoria ci riporta a numerosi casi di violenza ed usurpazione: guerre, martirii, olocausti…ogni peggior nefandezza commessa dall’essere Umano. Casi emblematici in cui si cerca di attribuire il merito della loro fine a fantomatici gruppi di liberazione. Coraggiosi e spavaldi individui che hanno contribuito a terminare queste tragedie troppo spesso strumentalizzate.

Ma perchè esiste un’ingenua contraddizione in queste famose circostanze storiche? Esiste una totale ipocrisia volta a giustificare troppo chiaramente le malefatte Umane. Come i Cani di Chernobyl…abbandonati al loro triste destino perchè ritenuti contagiosi e quindi letali. O la povera Cagnetta Laika…morta agonizzante nella sua capsula spaziale mentre credeva di aiutare il suo amico esploratore. O tutti gli Animali lasciati morire nello zoo di Aleppo in Siria, o in quello nella striscia di Gaza…cui forse un intervento di salvezza avrebbe compromesso le strategie politico/militari. Questi ultimi intrappolati nel conflitto, che aveva coinvolto israeliani e palestinesi, sarebbero morti senza l’intervento delle organizzazioni competenti…probabilmente a seguito di ordini supremi.
Tutte queste vittime inconsapevoli dovrebbero servire dunque come esempio e monito per futuri accadimenti? Non si direbbe, perchè qualcosa non torna…se analizziamo bene il contesto circoscritto.
Senza addentrarci in argomenti non consoni a questa circostanza, forse sarebbe il caso di rivoluzionare il nostro approccio sostanziale e mirato alla consonanza cognitiva. Attitudine fondamentale da coltivare e divulgare a chiunque, non solo se richiesto ma anche semplicemente a titolo gratuito come spunto di riflessione consapevole.
 
Fonte Promiseland.it

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10 commenti su “Una liberazione non solo Umana, ma appartenente ad ogni vita senziente.”

  • Paola Re

    dice:

    Chieuti, dove si svolge la famigerata corsa, non è in Molise ma in Puglia, in provincia di Foggia. Tanto per peggiorare la situazione, in data 08.03.18, il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo – Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia ha avviato il procedimento per il riconoscimento e la tutela di questa carrese. E molto probabilmente il riconoscimento andrà a buon fine.

    • Cara Paola, correggo il refuso e per quanto riguarda il riconoscimento da parte delle istituzioni ci stiamo adoperando con ogni mezzo a noi disponibile per ostacolare l’orrenda iniziativa.
      Grazie come sempre per le tue precisazioni.
      Cari saluti.

  • Paola Re

    dice:

    Il 4 Maggio ho scritto a Ministero dei Beni Culturali e del Turismo – Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia per esprimere dissenso. Nessuna risposta. Non sono ancora trascorsi i 30 giorni di prassi per avere la risposta ma sono certa che non arriverà.
    Dopo il riconoscimento della falconeria patrimonio dell’U.N.E.S.C.O., mi aspetto qualsiasi cosa da enti, istituzioni e associazioni che si occupano di cultura.

  • Sauro Martella

    dice:

    Purtroppo le istituzioni sono spesso lontane dal comprendere che servono risposte…

  • Anonimo

    dice:

    Ahinoi le istituzioni sono dalla parte della “tradizione” ma io sono certa che prima p poi… molte cose cambieranno!

  • Anonimo

    dice:

    Il mondo deve cambiare! Una cosa è sicura… noi non molleremo!

  • Tina

    dice:

    Ciao Roberto, i tuoi articoli, scritti con fervore ed umanità, mi portano ad una riflessione interiore e ad una presa di coscienza ancora maggiore di fronte ad un sistema di
    potere che non tutela i deboli e gli indifesi.
    Ho letto in un tuo articolo ”aspecista”
    Cos’è, me lo potresti spiegare?
    Grazie

    • Ciao Tina, ti avevo già risposto alla stessa domanda in un altro articolo… forse non l’hai letta, ma non fa nulla la riporto anche qui.
      Il termine aspecista si collega direttamente all’antispecismo ed è riferito ad un concetto piuttosto che ad un comportamento o ideologia. Spesso si fa riferimento ad un’ipotetica società aspecista, futura, ovvero tutto ciò che non è oggi il nostro vivere quotidiano. Questo perché nell’attuale presente adottare uno stile di vita ideologico pari all’antispecismo significa estromettere da noi stessi la maggior delle abitudini e/o doveri che la società istituzionale ci ha fornito, molte delle quali arbitrariamente. Pensiamo per esempio ai lavori che siamo costretti a svolgere per garantirci il cibo ed altri strumenti utili, spesso superflui, obbligati da status sociali e quindi assodati. Determinate associazioni comportamentali che attribuiamo a noi stessi sono frutto di induzioni che ereditiamo da famiglia, scuola, politica, gruppi di condivisione come i social network ecc. ecc. Una società aspecista dovrebbe essere tutto l’opposto, ed in ogni caso lontano dall’egocentrismo che ci contraddistingue dagli altri Animali.
      Una persona aspecista oggi, purtroppo, è un individuo asociale e quindi malvisto dalla comunità…proprio perché, per concetti estranei all’antropocentrismo, non si identifica nei canoni comuni della globalizzazione di specie.
      Un vegano etico, per esempio, è parte di quel cambiamento in quanto rifiuta il carnismo ed ogni assonanza relativa.
      Naturalmente questo è il mio modesto parere, contestabile a priori.
      Grazie per la domanda, ti abbraccio!

  • Tina

    dice:

    Scusami Roberto. ma non vedevo visualizzato il mio commento nell’altro articolo. Quindi ho pensato che non fosse stato accolto.
    Grazie della spiegazione!!!
    In effetti i “diversi” hanno una vita più difficile, ma l’unione fa la forza!!! Ce la faremo!
    Un abbraccio

  • Giulia 88

    dice:

    Noi ogni giorno “ lottiamo” pacificamente affinché un giorno tutto questo strazio sia solo un terribile momento fa cancellare della storia dell’uomo si questo pianeta chiamato Terra . Ma questa è la nostra MADRE TERRA ed omettere il sostantivo “ Madre” ha portato ad una evidente mancanza di rispetto e di onore .

I commenti sono chiusi.