USA: dal 2020, via libera alla carne coltivata

La maggiore richiesta di alternative alla carne sta spingendo start-up e grandi investitori a sviluppare nuovi prodotti ad altissimo contenuto tecnologico. Sostanzialmente, alla base della ricerca, due filosofie diverse: eliminare la carne dall'alimentazione sostituendola con prodotti a base di proteine vegetali o produrre carne senza allevamenti. La ricerca sulla carne coltivata (o carne in vitro o sintetica), è un settore fatto di investimenti molto consistenti. Dal 2020 negli Stati Uniti diventerà una realtà. Il via libera ufficiale di USDA e FDA. Il Dipartimento per l'agricoltura degli Stati Uniti (Usda) e la Food and Drug Administration (Fda) degli Stati Uniti hanno tenuto un incontro pubblico per discutere l'uso di cellule di bestiame e pollame per sviluppare prodotti alimentari da cellule coltivate. Durante questo incontro, le parti interessate hanno condiviso le prospettive sulla regolamentazione necessaria sia per promuovere questi prodotti alimentari innovativi che per identificare standard di salute pubblica.

La maggiore richiesta di alternative alla carne sta spingendo start-up e grandi investitori a sviluppare nuovi prodotti ad altissimo contenuto tecnologico. Sostanzialmente, alla base della ricerca, due filosofie diverse: eliminare la carne dall’alimentazione sostituendola con prodotti a base di proteine vegetali o produrre carne senza allevamenti. Per ciò che concerne la carne in vitro, nel 2013, il ricercatore dell’Università di Maastricht Mark Post aveva presentato il primo burger prodotto in laboratorio: il costo? 325mila dollari.

Il procedimento parte da cellule staminali muscolari prelevate da un animale adulto, e coltivate in vitro su speciali impalcature che permettono di ottenere piccoli flamenti di fbre muscolari: ne servono 20 mila per realizzare un burger.

Fonte: rapporto 2018 Osservatorio VEGANOK

Ma in che modo il governo definisce e regola un prodotto come “carne coltivata?”
Fda e Usda hanno dibattuto a lungo sulla questione e hanno pubblicato un comunicato stampa congiunto sugli aspetti regolatori e di sicurezza di questi prodotti.

Ne proponiamo la traduzione:

“Dichiarazione del segretario dell’USDA Perdue e del commissario della FDA Gottlieb sulla regolamentazione dei prodotti alimentari coltivati ​​con cellule animali da bestiame e pollame

“Il Dipartimento per l’agricoltura degli Stati Uniti (Usda) e la Food and Drug Administration (Fda) degli Stati Uniti hanno tenuto un incontro pubblico per discutere l’uso di cellule di bestiame e pollame per sviluppare prodotti alimentari da cellule coltivate. Durante questo incontro, le parti interessate hanno condiviso preziose prospettive sulla regolamentazione necessaria sia per promuovere questi prodotti alimentari innovativi che per mantenere i più elevati standard di salute pubblica.

Dopo varie discussioni tra le nostre due agenzie che hanno elaborato questo feedback delle parti interessate, abbiamo concluso che sia l’USDA che la FDA dovrebbero supervisionare congiuntamente la produzione di prodotti alimentari da cellule coltivate. Basandosi sull’esperienza sia dell’USDA che della FDA, le Agenzie annunciano oggi un accordo su un quadro normativo congiunto in cui la FDA sovrintende alla raccolta di cellule, alla banca di conservazione, alla crescita e differenziazione delle cellule. Durante la fase di raccolta delle cellule la supervisione passerà dal controllo di FDA a USDA. L’USDA supervisionerà quindi la produzione e l’etichettatura dei prodotti alimentari. Inoltre, le Agenzie stanno perfezionando attivamente i dettagli tecnici che includono una solida collaborazione e condivisione delle informazioni tra le agenzie per consentire a ciascuno di svolgere i rispettivi ruoli.

Questo quadro normativo sfrutterà sia l’esperienza della FDA che regola la tecnologia di coltura cellulare e i biosistemi viventi, sia l’esperienza dell’USDA nella regolazione di prodotti zootecnici e di pollame destinati al consumo umano. L’USDA e la FDA sono fiduciose che questo quadro normativo possa essere implementato con successo e assicurare la sicurezza di questi prodotti. Poiché le nostre agenzie hanno l’autorità necessaria per disciplinare in modo appropriato i prodotti alimentari coltivati ​​da cellule di bestiame e pollame, l’Amministrazione non crede che sia necessaria una legislazione su questo argomento.”

Si prevede che il mercato della clean meat crescerà rapidamente nei prossimi anni, prevedendo di raggiungere un valore globale di 20 milioni di dollari entro il 2027. La Future Meat Technologies, una società israeliana di carni in vitro, ha persino affermato che il prodotto potrebbe raggiungere il prezzo con la carne tradizionale. Yaakov Nahmias, fondatore e capo scienziato di Future Meat, aveva dichiarato tempo fa: “Se iniziamo piccolo e rimaniamo piccoli, possiamo sostanzialmente ridurre drasticamente i costi, e il carico di capitale diminuisce di un ordine di grandezza o più. Con questi due giochi – un bioreattore più efficiente e un modello di produzione distribuito – possiamo sostanzialmente ridurre il costo a circa $ 5 al chilogrammo.”

La clean meat mira a sostituire la produzione di carne convenzionale i cui numeri sono agghiaccianti: più di 100 miliardi di animali vengono allevati per il cibo ogni anno, utilizzando un’enorme quantità di risorse naturali e contribuendo a una grande quantità di gas serra potente, il metano. Alcune stime suggeriscono che l’industria del bestiame produce il 51% di tutti i gas serra.

La carne coltivata rappresenta una tappa, non una soluzione definitiva. 

I prodotti 100% vegetali stanno rispondendo ottimamente alle terribili conseguenze della produzione di carne intensiva: la tecnologia alimentare assume un ruolo sempre più importante nella produzione di prodotti sostituti che, sempre più fedelmente, imitano le proteine animali senza l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi. Per produrre un burger vegetale, ci vuole il 75% in meno di acqua e il 95% in meno del terreno utilizzato dagli allevamenti con un conseguente ridotto impatto ambientale.

I numeri del mercato dei prodotti plant-based (fonte Rapporto Osservatorio VEGANOK 2018):

  • 7,4 miliardi di euro: mercato globale prodotti Plant based
  • 11,90 miliardi di euro: stima mercato globale Plant based al 2022
  • 5,2 miliardi di euro: stima mercato globale Plant based sostitutivi della carne al 2020.

La questione sulla clean meat è complessa: innanzitutto non si tratta di un prodotto vegano come da più parti è stato sostenuto. Il target a cui sono rivolti questi prodotti non è senza dubbio il vegano che, avendo operato una scelta di tipo etico, non è interessato a mangiare proteine animali. I prodotti plant-based soddisfano perfettamente il fabbisogno proteico sia in termini nutrizionali che in termini di sapore e godibilità del prodotto. Può però rappresentare un’alternativa per coloro che consumano carne. La carne coltivata rappresenta un importante passo verso la liberazione animale e la fine dello sfruttamento: una importante tappa verso alternative 100% plant-based. Sicuramente non un traguardo ma una transizione.

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