Usa: Il latte vegetale è un acquisto fisso per il 48% degli americani

Il consumo di latte vegetale sta crescendo a ritmi davvero incoraggianti in tutto il mondo. Dall'America, l'ultima indagine condotta da IPSOS: ciò che è emerso è la tendenza dei consumatori a diventare "dual buyers": acquistano cioè sia latte vaccino che latte plant-based. Un trend che coinvolge il 48% degli americani. La consapevolezza circa le atrocità della produzione di latte animale, la salute e la sostenibilità sono i principali driver che conducono al consolidamento di questa abitudine di spesa: il latte plant-based è ormai un acquisto fisso nel carrello della metà degli americani. La ricerca non ha menzionato paesi europei. In Italia, si riscontra un incremento sostanziale ed analogo del settore.

Quasi la metà degli americani che consumano latte vaccino, hanno acquistato con frequenza anche latte vegetale negli ultimi sei mesi, riferisce Food Navigator.

Un sondaggio di 2.006 adulti – condotto dalla società di ricerche di mercato globale IPSOS – ha rivelato che il 48% degli americani acquista sia varietà di latte vegano che latte di derivazione animale. Il sondaggio è stato commissionato da Dairy Management Inc., un’associazione di categoria finanziata prevalentemente dal Programma di promozione dei latticini negli Stati Uniti.

Più della metà (51%) delle persone che acquistano entrambi i tipi di latte ritiene che il latte plant-based offra una qualità proteica identica se non maggiore a quella dei latticini, lo studio ha dimostrato. Il risultato ha “sorpreso” alcuni dietologi poiché si è ritenuto che i consumatori avrebbero preferito le proteine ​​del latte per la loro routine alimentare, una tendenza dominante negli ultimi decenni.

In generale, i “dual buyers” (quelli che acquistano sia latte che bevande di origine vegetale) percepiscono la loro salute generale, come un fattore importante che li spinge a scegliere più di frequente il latte vegetale rispetto a quello di origine animale.

Le persone in tutto il mondo stanno notevolmente aumentando il consumo di latte plant-based. Lo scorso ottobre è stato annunciato che oltre il 30% dei californiani preferisce il latte vegetale ai latticini. Nel Regno Unito, le vendite di latte senza latte sono aumentate del 30% tra il 2015 e il 2017. Anche nel 2017, gli australiani hanno acquistato più di $ 200 milioni di latte vegano. Mentre le opzioni vegane diventano più popolari, le vendite di latticini hanno subito un calo.

Un certo numero di fattori sta guidando il passaggio dal latte vaccino verso la controparte vegan. Il pubblico è più che mai consapevole del “lato oscuro della produzione di latte” e dei processi dolorosi utilizzati per produrre e raccogliere il latte per il consumo umano.

Dal punto di vista della salute, l’assunzione di latticini è legata a colesterolo pressione sanguigna alti, acne e intolleranza al lattosio fino a patologie più gravi e degenerative.

La sostenibilità è un altro fattore che sta sta ispirando i consumatori ad acquistare dairy free. L’industria è legata alle elevate emissioni di gas serra, al degrado delle risorse idriche locali e alla perdita di biodiversità. La più grande analisi di produzione alimentare mai pubblicata, ha dimostrato che ridurre il consumo di carne e latticini e diventare vegan è “l’unico modo per ridurre l’impatto sul pianeta Terra”.

Lo studio, dal titolo “Reducing food’s environmental impacts through producers and consumers” è stato pubblicato nel Journal of Science. Ce ne occuperemo in un approfondimento dedicato.

Joseph Poore ricercatore a capo dello studio aveva affermato:

“Una dieta vegana è probabilmente l’unico modo per ridurre l’impatto sul pianeta Terra, non solo al livello di emissioni di gas serra ma anche per ciò che concerne l’acidificazione globale, l’eutrofizzazione, l’uso del suolo e l’uso dell’acqua. È molto più efficace che ridurre il numero di volte in cui si vola o acquistare un’auto elettrica.”

Qual è la situazione in Italia sul consumo di latte vegetale?

Il vegetale piace sempre di più tanto che entro il 2021 il nostro sarà il settimo al mondo fra i paesi che consumano maggiormente tipi di latte alternativo, secondo una ricerca condotta da Euromonitor International, società leader mondiale nelle indagini di mercato. Fino a non molto tempo fa, il più diffuso era il latte di soia ma ci  sono altri prodotti che stanno conquistando il mercato come il latte di cereali e alle noci (+75,1% secondo Nielsen), tanto che anche le aziende produttrici di latte vaccino (come Parmalat e Granarolo, che hanno lanciato linee di prodotti alternativi) si stanno prendendo una fetta di questo mercato, nel quale le aziende italiane sono protagoniste fin dagli albori.

In Italia sono circa 12 milioni le persone che oggi consumano bevande vegetali, un dato in crescita del 5% rispetto alla fine del 2016. Si tratta di una categoria di bevande apprezzata da un pubblico di età compresa tra i 25 e i 54 anni, più femminile che maschile (58% donne) e con una fascia di reddito medio alto. (dati Nielsen).

Secondo l’ultimo studio dell’Osservatorio VEGANOK sui consumi del 2018, entro il 2024, il valore del latte vegetale e dei suoi sostituti arriverà a 34,4 miliardi di euro e i driver di spesa lato consumatore sono etica e consapevolezza sui temi legati alla salute.

Leggi anche: Impatto ambientale: qual è il latte vegetale migliore?


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