Le analisi su 20 campioni di uva effettuate in Svizzera dalla rivista KTipp hanno mostrato risultati poco rassicuranti: tutti e 20 i prodotti sono risultati contaminati da pesticidi; oltre la metà di essi in quantità tutt’altro che trascurabili. La contaminazione massiva da pesticidi è trasversale: origine e prezzo non rappresentano una garanzia.
Per il test di laboratorio, sono state acquistate a metà agosto uve bianche e rosse provenienti da colture convenzionali. Il risultato è scioccante: tutte le varietà contenevano residui di pesticidi; inoltre su 16 dei 20 campioni sono stati rilevati livelli molto elevati di sostanze contaminanti. I frutti provenivano da Italia (11 campioni), Francia, Spagna e Turchia.
Il test ha esaminato l’uva per verificare la presenza di oltre 500 pesticidi. La più grande quantità è stata trovata nella varietà “Muscat de Hambourg” venduta dalla catena Globus: una tra le varietà più costose e pregiate.
Le soglie massime legali non sono state superate in nessun campione ma il vero problema è la somma delle singole sostanze: la legge fornisce indicazioni solo per i livelli massimi dei singoli elementi ma non esistono disposizioni o regolamenti che tengano in considerazione la quantità totale in un cocktail di antiparassitari complessivo. Il risultato è che gli agricoltori sfruttano il sistema e iniettano molti pesticidi diversi in modo da ridurre la quantità massima di ogni singola componente. Inoltre va considerato un altro aspetto fondamentale: una persona ovviamente non si nutre di sola uva in un giorno; consuma molti cibi contaminati, beve vino e tè. Ecco perché è importante che ogni singolo prodotto sia reso il più pulito possibile dai produttori.
Il rischio è legato all’interazione tra le sostanze, oggetto di ricerca dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare Efsa: più della metà delle uve sono state contaminate con quattro o più pesticidi. Le uve turche di Eurospar a Zurigo contenevano addirittura 15 pesticidi.
Lettura della tabella:
La tabella mostra le varietà di uva e la denominazione dei prodotti (Bezeichnung), i canali di distribuzione in cui i prodotti vengono commercializzati (Eingekauft bei), la presenza o meno di packaging (Verpackung) indicata con i termini gebinde (incartato) e offen (sfuso) e il prezzo che il cliente finale paga per chilo di prodotto (Bezahlter Preis pro Kilo in Fr): i prezzi sono indicati in franchi. L’origine dei prodotti esaminati è indicata nella colonna Herkunft. Come si può notare, una quantità di pesticidi è presente in tutti i campioni: possiamo rilevare sia la somma dei residui di pesticidi indicata in mg per chilo (Summe der Pestizidrückstände in mg/kg1) che il numero di pesticidi per ogni grappolo esaminato (Anzahl Pestizide ab 0,01 mg/kg). Nell’ultima colonna (Gesamtbewertung) c’è un giudizio globale sulla contaminazione: media (mittel belestat), alta (Hoch belastet) e molto alta (Sehr hoch belastet).
Il laboratorio ha riscontrato nei 20 campioni un totale di 35 pesticidi: otto sono insetticidi e i rimanenti sono fungicidi. Parliamo di sostanze per le quali esistono delle soglie di utilizzo massime in quanto dannose per l’uomo e per l’ambiente. In 14 uve il laboratorio ha rilevato la presenza di acido fosfonico: un fungicida classificato come “altamente corrosivo”. Dieci dei pesticidi trovati sono indicati dall’Ufficio federale dell’agricoltura svizzero come “pesticidi con un potenziale di rischio speciale” e ne sono state rilevate tracce in tutti i campioni. L’uva viene distribuita da Migros, Coop, Aldi, Lidl, Globus ed Eurospar.
Le reazioni delle catene della grande distribuzione sono state immediate: Spar ha deciso di revocare il contratto con il fornitore turco. Altri operatori però, data la situazione non hanno trovato motivi per agire: le catene Migros, Globus, Aldi e Lidl sottolineano che, essendo tutti i residui al di sotto dei limiti di legge, non interverranno sulle forniture. Coop informa che, alla luce del fatto che le uve sono trattate con prodotti per la protezione delle colture legalmente autorizzati, non adotterà misure straordinarie.
Altri test effettuati nel tempo, dimostrano che l’uva contiene spesso un cocktail di pesticidi: rimanendo sempre nell’ambito delle ricerche effettuate su territorio svizzero, nel 2016, l’Autorità per la sicurezza alimentare della Bassa Sassonia aveva testato 93 campioni di uva provenienti da dieci paesi. Solo quattro prodotti risultavano privi di pesticidi. L’Ufficio ha trovato un totale di 53 diverse sostanze chimiche. L’uva indiana conteneva la maggior parte dei residui.
Ulteriori test hanno dimostrato che i pesticidi sulle uve possono solo parzialmente essere lavati via con acqua. Anche l’ammollo o lo sfregamento non aiutano molto. La maggior parte delle sostanze penetra in profondità nel chicco.

Ecco la lista dei 15 pesticidi rilevati:
Pirimetanil fungicida
Deltametrina insetticida
Ciflutrin insetticida
Ciflufenamid fungicida
Imidacloprid insetticida
Famoxadone fungicida
Acido fosfonico
Fluxapyroxad fungicida
Metossifenozide insetticida
Pyraclostrobin fungicida
Ciprodinil fungicida
Boscalid fungicida
Penconazolo fungicida
Myclobutanil fungicida
Spirotetramat insetticida
Studio originale, consultabile a questo link: Uva contaminata da pesticidi

Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!