vegan scelta politica

Essere vegan è anche (e soprattutto) una scelta politica: ecco perché

Forse in poch* ci pensano, ma la scelta vegan è anche profondamente politica: di fatto, si tratta di una lotta contro l’oppressore che abusa del proprio potere.

Nel corso della vita di una persona che ha fatto la scelta vegana, soprattutto quando ha preso da poco questa decisione, non è improbabile che questa si trovi ad affrontare battute sarcastiche da parte di persone onnivore che la fanno sentire fuori luogo. Può darsi dunque che la persona in questione, per non dare fastidio o per non alimentare un conflitto, decida di difendere il proprio percorso come una scelta individuale di cui non deve o non vuole convincere nessuno. 

L’urgenza di un cambiamento radicale pone però ogni persona vegana di fronte alla necessità di iniziare ad affermare il proprio punto di vista anche e soprattutto per ciò di cui realmente si tratta: la scelta vegan è profondamente politica, anche quando non se ne ha piena consapevolezza.

Cosa c’entra la politica ora?

Chi si pone questa domanda rientra probabilmente nella categoria di persone che associa al concetto di politica l’immagine di chi detiene un ruolo istituzionale, o al massimo del cittadino al momento del voto. Ma la politica, in realtà, è e deve essere molto di più: non per nulla in greco antico polis significa città-Stato, ovvero quella forma di governo in cui tutti i cittadini sono chiamati a prendere parte attivamente alla vita pubblica e alle decisioni che riguardano la città (nell’antica Grecia venivano considerati cittadini solo i maschi adulti e liberi, ma sotto questo aspetto, per fortuna, le cose sono un po’ cambiate). Si possono definire scelte politiche, dunque, tutte quelle che hanno un impatto (diretto o indiretto) non solo sulla propria vita, ma anche su quella del resto della comunità.

L’impatto della scelta vegan

La lista di motivi per i quali la scelta vegan è una questione politica (a differenza, per esempio, della scelta di un’alimentazione plant-based dettata da ragioni salutistiche) è lunga, e ogni punto meriterebbe non solo un ampio spazio, ma anche un dibattito a sé. Quelle che seguono sono dunque solo le ragioni principali. Partendo da presupposti antispecisti, che dovrebbero essere condivisi da tutte le persone vegane e che mirano ad abbattere la gerarchia di potere tra esseri umani e animali non-umani, si palesa il primo passaggio fondamentale. Considerando gli altri animali come pari dell’essere umano e non come suoi subordinati, infatti, si realizza nel veganismo una lotta contro l’oppressore che abusa del proprio potere.

In piena crisi ambientale, inoltre, a beneficiare degli effetti della riduzione del consumo di carne per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica è tutta la comunità (così come, d’altronde, a pagare le conseguenze della persistenza degli allevamenti intensivi è anche chi porta avanti una scelta vegana).

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Non bisogna dimenticare l’aspetto economico: secondo un articolo pubblicato nel 2021 dall’associazione Animal Equality, l’industria della carne genererebbe da sola circa 30 miliardi di euro all’anno: poiché le scelte economiche sono intrecciate a doppio filo con quelle politiche e poiché spesso il profitto viene posto come priorità a scapito dei più deboli, è chiaro che un’industria come quella della carne ha attualmente un impatto di non poco conto. Infine c’è la questione dell’attivismo come azione dettata da una forte convinzione e dal forte desiderio di cambiare lo status quo delle cose: oltre alle proteste e alle contestazioni, si può riconoscere anche alla semplice scelta di non nutrirsi di carne o di derivati animali il valore di una protesta non-violenta.

Un ultimo tassello: l’intersezionalità

C’è ancora un punto da non trascurare quando si parla di veganismo come scelta politica. Antispecismo, antirazzismo, femminismo, attivisti LGBTQIA+, associazioni in difesa della pace e dei diritti umani: sono solo alcuni dei numerosi movimenti che portano avanti delle lotte e rivendicazioni ben precise, aventi come tratto comune il fatto di voler eliminare le dinamiche di oppressione e sfruttamento in favore di una liberazione collettiva.

Individuare questo aspetto è fondamentale perché tutti questi gruppi facciano fronte comune contro la violenza ingiustificata affinché, unendo alle altre la propria voce, si possa urlare più forte: è proprio qui che risiede la chiave dell’intersezionalità.

Leggi anche: Coming out vegan: guida semiseria per annunciare al mondo che hai preso questa decisione


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