I vegani rischiano una carenza di ferro? Dopo l’immotivata preoccupazione per la carenza di proteine, questa è sicuramente una delle questioni più discusse quando si parla di alimentazione 100% vegetale. Grazie al contributo del Dr. Michele Riefoli – Biologo Nutrizionista e autore del libro “Rivoluzione Integrale” edito da Mondadori – capiamo da dove nasce questo timore e perché è assolutamente infondato.
Ferro eme e ferro non-eme: di cosa si tratta?
Come spiega il Dr. Riefoli, la preoccupazione riguardo a una possibile carenza di ferro per i vegani è del tutto senza fondamento scientifico, anzi molto spesso coloro che seguono un’alimentazione 100% vegetale assumono più ferro di vegetariani e onnivori. Posto che il ferro nel nostro organismo deriva dall’apporto dietetico, questo nutriente è disponibile in due forme: eme e non-eme. Il primo è il cosiddetto ferro ematico ed è presente solo nei tessuti di origine animale; il secondo deriva al 100% dagli alimenti di origine vegetale.
“Il ferro che è presente nei tessuti animali è al 60% non-eme, e solo il 40% è ferro eme. Il ferro eme viene assorbito più facilmente, ma non tutti sanno che il ferro non-eme è molto più suscettibile di tutti quei fattori che ne favoriscono l’assorbimento. In altre parole, se il ferro proviene dai vegetali, in quegli stessi alimenti esistono fattori che ne favoriscono l’assorbimento”. Questo, conclude il Dr. Riefoli, rende il ferro non-eme assolutamente adeguato, se non migliore dal punto di vista della prestazione nutrizionale rispetto al ferro eme.
Nessuna preoccupazione per un’eventuale carenza di ferro per i vegani, anzi non è raro che passando da un’alimentazione onnivora a una 100% vegetale, il problema di un ridotto apporto o assorbimento di ferro venga risolto.
Guarda il video con l’intervento del Dr. Riefoli:
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