Vegani equitazione

Perché i vegani non praticano l’equitazione?

No, l'equitazione non è un'attività etica: per questo motivo, i vegani dicono no a questo tipo di sport. In questo articolo ti spieghiamo perché.

C’è chi ancora crede che essere vegan voglia dire limitarsi a non nutrirsi di carne, pesce e derivati animali, e a non indossare abiti e accessori in pelle. Sbaglia: la scelta vegan è intrinsecamente antispecista, cioè porta a considerare l’animale come un proprio pari da rispettare come tale, non certo come qualcuno o qualcosa al servizio dell’essere umano. Evitare di fare violenza sugli animali, dunque, significa boicottare anche tutte le situazioni e attività che comportino una loro sottomissione all’uomo. Tra questi casi si trova anche l’equitazione.

“Ma i cavalli non vengono uccisi…”: vegani ed equitazione

È vero, i maneggi non sono gli allevamenti, ma sono comunque spazi molto limitanti per gli animali. In natura, infatti, i cavalli percorrono fino a 40 km al giorno, mentre in maneggio si ritrovano a vivere in spazi anche di 8mq e a uscire solo quando qualcuno lo decide per loro. Una volta all’aperto, inoltre, sono costretti a essere cavalcati contro la loro volontà, subendo spesso, soprattutto nel caso di cavalli destinati a gareggiare, violenze fisiche, come è successo il 6 agosto 2021 a Saint Boy, il cavallo destinato all’atleta tedesca di pentathlon Annika Schleu. 

Inoltre, spesso e volentieri i cavalli non ricevono un’alimentazione adeguata: se in natura sarebbero liberi di mangiare tutto il giorno quanto vogliono, nei maneggi ricevono solitamente il cibo due volte al giorno, rischiando l’insorgere nei cavalli di comportamenti nervosi come tic e stereotipie. Un esempio è il ballo dell’orso, ovvero il comportamento per cui il cavallo continua a girare in cerchio, o il ticchio di appoggio, che consiste nell’appoggiare gli incisivi superiori sulla staccionata.

Vegani equitazione

L’(assente) autodeterminazione dei cavalli

In tutto questo che ruolo ha l’autodeterminazione dei cavalli? Quando è successo che abbiano espresso il consenso perché gli venisse messo il morso, venissero cavalcati, abitassero gli spazi che sono costretti ad abitare? Chi giustifica questo sport dicendo che alla fine l’animale costruisce un vero e proprio rapporto con il suo fantino dovrebbe chiedersi se sia effettivamente nella natura dell’animale comportarsi così, oppure se, come è evidentemente più sensato, l’animale sia stato allevato per soddisfare e gratificare l’uomo, e il suo affetto sia dovuto a questo elemento e anche, in parte, al tentativo di sopravvivere a una forma di prigionia che qualcun altro gli ha imposto.

I vegani non possono che essere contrari a ogni forma di privazione di libertà degli animali (motivo per cui si rifiutano anche di andare negli acquari o allo zoo), e per questo non potranno mai trovarsi d’accordo con un’attività non etica come l’equitazione.


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