Vegani in aumento e vegetariani in diminuzione: i dati Eurispes 2019

Secondo i dati Eurispes il numero dei vegani in Italia è aumentato di un punto percentuale rispetto al 2018: al momento risulta una quota di 1,9% del campione intervistato. Un dato a nostro avviso sottostimato rispetto ai reali numeri di chi approccia un'alimentazione plant-based ma ciò che emerge da quest'indagine, è che senz'altro possiamo parlare di consolidamento effettivo e non più di semplice trend alimentare. Un consolidamento che supera la classica dicotomia tra alimentazione vegetale e alimentazione onnivora.

Anche quest’anno, è stato pubblicato il rapporto Eurispes che monitora le abitudini degli italiani.

L’analisi è stata effettuata su un campione di 1132 persone, stratificato in base alla distribuzione della popolazione per sesso, classe d’età ed area geografica risultante dai dati dell’ultimo Censimento Istat. I dati sono stati raccolti attraverso la somministrazione face to face di un questionario semistrutturato ad alternative fisse predeterminate, composto da domande a risposta chiusa o semichiusa.

Che cosa è emerso sul tema dell’alimentazione vegetale?

L’alimentazione plant-based risulta essere consolidata nel nostro paese. Nel complesso, il numero di vegetariani e vegani risulta essere a quota 7,3% (+0,2% rispetto al 2018, -0,3% rispetto al 2017, -0,7% rispetto al 2016, +1,4% rispetto al 2015, +0,2% rispetto al 2014). Nonostante il 5,4% degli intervistati si dichiari vegetariano (con un calo dello 0,8 rispetto al 2018), il numero dei vegani risulta essere aumentato di un punto percentuale: ad oggi, secondo Eurispes la popolazione vegana ricopre l’1,9% del totale.

A trainare il cambiamento è prevalentemente la popolazione femminile: il 5,8% è vegetariano contro il 5% degli uomini, il 2,8% è vegano contro l’1,1% degli uomini.

Le motivazioni?

Per un quarto di coloro che hanno scelto una dieta vegetariana o vegana (25,1%), essa rappresenta una filosofia di vita; 3 su 10 ritengono abbia benefici sulla salute e il 3,6% per motivazioni ambientali.

Parallelamente a questi dati, si riscontra un vero e proprio boom dei prodotti “speciali”. Un italiano su quattro (19,3%) compra prodotti senza glutine, tuttavia, solo al 6,4% è stata diagnosticata una intolleranza, mentre il 12,9% li assume senza essere intollerante. Il 18,6% compra prodotti senza lievito: il 4,6% è stato effettivamente riconosciuto intollerante, a differenza del 14% che ammette di non esserlo. Un quarto dei consumatori (26%) acquista prodotti senza lattosio, ma solo l’8,5% lo fa per una diagnosi di intolleranza; segno che si sta rafforzando anche una certa consapevolezza alimentare verso scelte ponderate ed informate.

Nonostante i dati Eurispes si basino su un campione a nostro avviso troppo esiguo, ciò che risulta essere confermato è il trend in ascesa dell’alimentazione vegetale: un consolidamento effettivo che supera la classica opposizione tra alimentazione vegetale e alimentazione onnivora.

Le tematiche relative a consumi, a nuovi driver di spesa e ai trend che premiano lo studio di formulazioni plant-based, non si possono risolvere sul piano della dicotomia tra vegani e onnivori; se da una parte infatti i consumi della carne diminuiscono anche nell’ambito di chi segue una dieta onnivora, dall’altra si stabilizza la scelta di chi segue la filosofia vegan a fronte di motivazioni e spinte che non sono esclusivamente alimentari ma che abbracciano delle considerazioni di più ampio respiro alla cui base ci sono motivazioni etiche e di rispetto per il pianeta e le sue forme di vita.

La Dott.ssa Paola Cane senior marketing strategist, responsabile dell’Osservatorio VEGANOK per l’analisi del mercato dei prodotti vegani lato consumer, aveva spiegato in una precedente intervista:

“essere vegan non è un regime alimentare: è un modo di voler cambiare il mondo, tutti i giorni. E ci credono in molti, tanto che lo dimostrano anche i piani industriali di alcune multinazionali che investono in ricerca e sviluppo di prodotti etici, ecologici, biologici e sostenibili.”

Il rapporto 2018 dell’Osservatorio VEGANOK aveva aperto la disamina dei consumi dell’anno con un’affermazione: “l’alimentazione 100% vegetale sta diventando il new normal anche per i consumatori che non hanno abbracciato la scelta di vita vegana”. Le abitudini di spesa degli italiani stanno cambiando e vanno verso una direzione di consumo più consapevole. Gli scaffali della GDO ampliano lo spazio dedicato ai prodotti plant-based e lo studio delle materie prime permette di offrire prodotti sempre più in linea con le esigenze di mercato. Il consumo di prodotti a base vegetale aumenta vertiginosamente.

A fronte di questo aumento, anche la politica ha iniziato ad interessarsi concretamente per tutelare chi segue un’alimentazione vegetale.

È di Settembre 2018 la notizia secondo la quale risulta essere stata presentata alla Camera una proposta di legge dal titolo: Norme per garantire l’opzione per la dieta vegetariana e la dieta vegana nelle mense e nei luoghi di ristoro pubblici e privati.

Tutte le mense pubbliche devono offrire l’opzione vegana e vegetariana. Il progetto in realtà riguarda tutti i luoghi di ristoro e prevede sanzioni da 2.500 fino a 10.000 euro per coloro che non si adeguano.

Ne abbiamo parlato in questo articolo: Mensa scolastica: sanzioni se manca l’opzione vegan 

È stato presentato anche un disegno di legge (DDL S. 506 – XVIII Legislatura) per chiedere l’abbassamento dell’iva sul latte vegetale dal 22% al 5%. Le numerose petizioni avevano lottato per ottenere il 4%, cioè l’aliquota che si applica ai beni di prima necessità ma il 5% sarebbe in ogni caso un ottimo risultato considerato che la quota attualmente in vigore (il 22%) è la stessa applicata ai beni di lusso. Leggi qui: Latte vegetale: presentato disegno di legge per abbassare l’iva al 5% 


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