alimentazione vegana

I vegani rischiano una carenza di proteine?

I vegetali non contengono proteine "nobili", e per questo i vegani rischiano una carenza? Il Dr. Michele Riefoli - Biologo Nutrizionista - spiega perché si tratta di una preoccupazione infondata.

La possibilità di andare incontro a una carenza di proteine è una delle preoccupazioni più diffuse (e più infondate) quando si sceglie di eliminare gli alimenti di origine animale: i vegani rischiano una carenza di proteine? Il Dr. Michele Riefoli,  Biologo Nutrizionista e autore del libro “Rivoluzione Integrale” edito da Mondadori, ci spiega perché si tratta di un mito da sfatare, senza alcun fondamento scientifico.

Il mito delle “proteine nobili”? Frutto di una convenzione

L’idea che la scelta plant-based possa essere carente di proteine, come spiega il Dr. Riefoli, deriva dalla convinzione che solo gli alimenti di origine animale contengano le cosiddette proteine nobili, complete di tutti gli amminoacidi essenziali – che non possono, cioè, essere sintetizzati dall’organismo, ma devono essere assunti tramite gli alimenti.

Le proteine sono lunghe catene di amminoacidi, che sono i “tasselli” che le compongono; un po’ come le lettere dell’alfabeto: così come combinando le vocali e le consonanti possiamo creare infinite parole, allo stesso modo con gli amminoacidi possiamo creare infinite proteine. In natura esistono 20 amminoacidi, di cui 8 vengono definiti essenziali.

Il punto è che si tratta di una mera convenzione: “Tutto nasce dall’idea che le proteine delle uova di gallina – spiega il Dr. Riefoli – sarebbero il punto di riferimento per stabilire la “nobiltà” delle proteine dei nostri cibi. Gli alimenti di origine animale contengono tutti e 8 gli amminoacidi essenziali, nelle quantità e nelle proporzioni simili a quelle delle uova di gallina, ed ecco perché vengono definite proteine nobili”.

Alimentazione vegetale? Nessun pericolo per le proteine

Come spiega il Dr. Riefoli, quando si sente dire che le proteine vegetali sarebbero “non nobili” – perché prive di alcuni amminoacidi essenziali – è bene considerare che esiste il principio della complementarietà proteica: “Se un individuo mangiasse solamente un vegetale per tutta la vita, probabilmente andrebbe incontro all’insufficienza di uno o più amminoacidi. Ma poiché normalmente una persona si nutre con più fonti vegetali durante la settimana, quello che non trova in un alimento lo trova facilmente in un altro“.  Una dieta 100% vegetale varia, dunque, garantisce l’apporto proteico necessario, senza il rischio di carenze.

Guarda il video con l’intervento del Dr. Michele Riefoli:


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