Nutrizione Vegetale? Sì grazie!

Quando si parla di scelta alimentazione vegetale si sente il bisogno di ricevere sempre maggiori informazioni a riguardo. La disinformazione che gira intorno all’argomento non può che nuocere a tutti i benefici che una scelta di vita vegan può invece portare alla nostra salute e a quella dell’ambiente che ci circonda. Per quanto riguarda il benessere di […]

Quando si parla di scelta alimentazione vegetale si sente il bisogno di ricevere sempre maggiori informazioni a riguardo. La disinformazione che gira intorno all’argomento non può che nuocere a tutti i benefici che una scelta di vita vegan può invece portare alla nostra salute e a quella dell’ambiente che ci circonda.

Per quanto riguarda il benessere di neonati e bambini è fondamentale far riferimento sempre alle conoscenze di medici e nutrizionisti aggiornati e specializzati. Ne parliamo proprio assieme alle dott.sse Marilù Mengoni e Sabina Bietolini, biologhe nutrizioniste, e al dott. Maurizio Conte, pedtriatra, tutti membri del comitato scientifico dell’Associazione Vegani Italiani Onlus.

“Se in Italia sta aumentando, secondo i dati ufficiali dell’Osservatorio VeganOK, il numero dei vegani, si può dire che sta sempre più aumentando, parallelamente alla disinformazione e alla superficialità con cui spesso vengono trattati questi dati.

Ciò che bisogna andare a verificare è, oltre al numero, anche lo stato di salute di chi sta seguendo uno stile di vita vegano, a confronto con coloro che continuano a consumare un eccesso di proteine animali.

È vero che vegani non ci si improvvisa, ma quello che è ancor più vero è che ancora oggi è necessario parlare delle regole di come nutrirci al meglio, dal momento che abbiamo completamente perso la capacità istintiva di farlo. Ecco dunque che si può affermare che tutti quanti (e non solo i vegani) dovrebbero avere un’idea dei nutrienti necessari per rimanere in salute nel tempo.

I dati parlano chiaro: molte le patologie legate ad un eccesso di cibo (carne, formaggi, latte, uova, carboidrati raffinati, come zucchero, pasta o pane) e molti i bambini che sono obesi o diabetici (in Italia i casi di diabete di tipo 2 stanno aumentando anche nelle fasce giovanili, oltre a detenere il primato europeo per sovrappeso ed obesità in età scolare). Tutto ciò tra coloro che non hanno fatto una scelta vegan.

L’aumento del numero dei vegan piace a molti medici e nutrizionisti. Secondo il recente rapporto 2016 dell’AND (Accademy of Nutrition and Dietetics) infatti, “le diete vegetariane correttamente bilanciate sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e comportano benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusa gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia, adolescenza, e per gli atleti”. Tale affermazione è così consolidata che l’AND, l’associazione americana di nutrizionisti più grande al mondo per numero di associati, la ha pubblicata per la prima volta nel 1987, riaffermandola ogni 3-5 anni, fino ad oggi.

Tra l’altro, pochi casi si sono verificati di fai-da- te, in quanto chi fa una scelta vegan di solito tende a non improvvisare e a farsi consigliare da nutrizionisti esperti, cosa che invece non accade per chi si nutre sulla scia di abitudini alimentari perpetuate di generazione in generazione e che non tiene conto dell’effettivo fabbisogno nutrizionale dell’individuo.

Spesso si parla di imporre una scelta vegan ai bambini, senza tenere conto che l’imposizione avviene in tutti i casi, perché i bambini non sono in grado di scegliere, devono farlo i genitori per loro e non è detto che sia giusto imporre loro uno stile di vita che includa gli animali come alimento.

Il regime dietetico adatto per un bambino – spiega il pediatra Maurizio Conte, membro del comitato scientifico dell’Associazione Vegani Italiani Onlus- deve rispettare la fisiologia del corpo umano sin dall’introduzione dei primi alimenti, che dovranno essere proposti singolarmente e senza fretta. Ogni lattante ha la sua storia, ogni lattante dovrebbe avere la sua dieta individuale, unica come lui. Ho letto di recente su un quotidiano che un bambino per crescere in modo sano ha bisogno di mangiare anche carne e pesce, ma questa affermazione entra in forte contraddizione con quanto comunicato dall’AIRC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, organismo specializzato dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS), che, dopo aver esaminato 800 studi scientifici, ha affermato che mangiare carne rossa, soprattutto se processata e conservata (salami, prosciutti, etc) incrementa considerevolmente il rischio di ammalarsi di cancro. La maggior parte delle carni trasformate, appartenenti al gruppo 1 “cancerogeni accertati per l’uomo” della classificazione AIRC sulle sostanze cancerogene, contiene carne di maiale o di manzo, ma le carni trasformate possono anche contenere altre carni rosse oppure pollame, frattaglie o sottoprodotti come il sangue. Esempi di carni lavorate sono hotdog, wurstel, prosciutto, salsicce, carne in scatola, carne secca, infine preparati e sughi a base di carne.

Nel corso della vita (da 0 a 84 anni) circa 1 persona su 2 si ammalerà di tumore (Rapporto AIRTUM Registro Tumori 2012). Il tumore in assoluto più frequente sarà quello del colon retto (14%). Uno su 400 nuovi nati in Italia prima del compimento del 15° anno d’età si ammalerà di cancro, che già rappresenta la prima causa di morte per malattia nei bambini superiori all’anno.

Da anni e in migliaia di studi ormai si parla delle gravi problematiche legate al consumo di carne, agli allevamenti intensivi, ai problemi ambientali, all’alto contenuto di sostanze tossiche derivanti dall’inquinamento e concentrate in dosi massicce proprio nella carne.

Si parla di interferenti endocrini, di “endocrine disruptors” cioè di pesticidi, diserbanti, fungicidi, insetticidi, rodenticidi, fitoregolatori, nitrosamine, diossina, etc. Le Diossine, in particolare, sono liposolubili, si accumulano e rimangono nei tessuti. L’uomo non può eliminarle, la donna le trasferisce al bambino. Oltre il 90% di esse penetrano nell’organismo tramite: LATTE e derivati, CARNE e PESCE.

La contaminazione della catena alimentare può seriamente compromettere la salute umana con probabili danni trans-generazionali legati a modifiche EPIGENETICHE. Quindi PERCHE’ SI CONSIGLIA L’ASSUNZIONE DI CARNE DAL 6° MESE o purtroppo anche prima ? Per evitare la carenza di ferro. Perché può verificarsi una carenza di ferro? Ma quali sono le PROVE (Evidence Based Medicine) di questa proposta nutrizionale nei primi anni di vita? Non ci sono.

La tempistica ottimale dell’introduzione di specifici alimenti complementari manca di evidenze ed è in gran parte basata solo sul consenso e sulle tradizioni. Parliamo quindi dell’uso di farmaci per l’ipercolesterolemia nella popolazione pediatrica. Gli ultimi decenni hanno dimostrato un aumento della prevalenza delle patologie croniche nella popolazione pediatrica, per cui l”American Heart Association e l”AAP supportano l”uso di terapia ipolipemizzante con farmaci in pazienti giovani dagli 8 anni di età e la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato tutti i farmaci attualmente disponibili: statine (atorvastatina, simvastatina, rosuvastatina, lovastatina e fluvastatina) per l’uso in pazienti a 10 anni di età, con l’eccezione della pravastatina, che ha l’approvazione per i bambini di 8 anni, ma dati di sicurezza e di efficacia per l’uso delle statine nella popolazione pediatrica al momento non esistono.

Inoltre sta emergendo dalla letteratura scientifica l’origine nell’infanzia, addirittura nella gravidanza, delle patologie che si sviluppano nella vita adulta. Si parla di programmazione fetale ed educazione precoce del sistema immunitario. Ecco perché diventa fondamentale la PREVENZIONE in età prescolare, da 0 a 4 anni. Secondo Alberto Ugazio, direttore del Dipartimento di Medicina Pediatrica dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, è necessario «agire sulla nutrizione “pre” e “post” natale, in quel periodo sensibile della vita in cui il bambino matura la capacità di regolare il metabolismo sia a breve sia a lungo termine: è la prima e più efficace arma per prevenire non solo sovrappeso e obesità ma diabete, ipertensione, malattie cardio- ischemiche, allergie ed osteoporosi»

I pregiudizi riguardo alla proposta vegan sono stati sostituiti da prove scientifiche che dimostrano che la nutrizione a base vegetale riduce il rischio della maggior parte delle malattie contemporanee. Il futuro della nutrizione a base vegetale è promettente e soprattutto inevitabile, perché un tipo di alimentazione sostenibile è fondamentale per il benessere del genere umano. Un numero sempre crescente di persone non vuole far soffrire gli animali né vuole il cambiamento climatico e vuole evitare malattie prevenibili, garantendo un futuro vivibile ai suoi figli e alle future generazioni.

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www.assovegan.it

www.osservatorioveganok.com


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