I consumi di latte vaccino sono in calo a livello globale principalmente per 3 fattori: dal punto di vista salutistico ormai moltissime evidenze scientifiche hanno portato milioni di persone a sostituire il latte vaccino con bevande vegetali, dal punto di vista etico si prende sempre più coscienza del fatto che una mucca in natura vivrebbe 20 anni, mentre in un allevamento viene sfruttata per 4/5 anni, diventando poi improduttiva come nel caso del latte, viene macellata. In natura produrrebbe 4 litri al giorno per il suo cucciolo, in allevamento produce 40l al giorno, viene munta da macchinari che le provocano dolore e mastiti. Infine secondo un recente studio dell’università di Oxford dal punto di vista ambientale il latte vaccino non è più sostenibile a causa delle emissioni di gas serra tre volte superiori a quelle della produzione di bevande vegetali.
Si è svolta la Giornata Mondiale degli Oceani che quest’anno ha ricordato il ruolo fondamentale che questi ricoprono nella sopravvivenza di qualsiasi forma di vita sulla Terra. Nonostante la loro importanza, gli oceani sono quasi al collasso per mano dell’uomo: di questo passo, entro il 2048 gli oceani saranno vuoti, popolati esclusivamente dalla plastica. Parliamo delle 10 milioni di tonnellate di rifiuti che vengono gettati nei mari di tutto il mondo ogni anno, e che causano la morte di oltre un milione di animali marini. Le reti da pesca costituiscono il 48% della plastica dispersa nei nostri oceani e altri tipi di attrezzi da pesca rappresentano la maggior parte del resto.
Si è celebrata anche la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Proprio alla vigilia di questa giornata è stato installato a Roma l’orologio del clima, sulla facciata del Ministero della Transizione Ecologica. Esattamente come quello comparso lo scorso settembre su un grattacielo nel cuore di Manhattan, è lì per ricordarci che ci resta poco tempo prima che la crisi climatica diventi irreversibile. Poco più di 6 anni e 7 mesi, durante i quali dovranno essere prese tutte le misure necessarie per limitare l’innalzamento della temperatura media della Terra a 1,5°C, come previsto dall’Accordo di Parigi sul clima del 2015.
Addio alle pellicce anche in Estonia: dal 1 gennaio 2026, dopo un periodo di transizione di cinque anni valido fino al 31 dicembre del 2025, in Estonia non sarà più possibile allevare animali per la produzione di pelliccia. La decisione è arrivata in questi giorni da parte del Parlamento, che ha votato a favore di un progetto di legge presentato nell’ottobre dello scorso anno. Lo stesso progetto che era già stato respinto nel 2017 e nel 2019, ma ora renderà l’Estonia il sedicesimo paese dell’Unione Europea ad adottare un simile provvedimento.
FONTE: osservatorioveganok.com
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