Si chiama “Meat of future” (carne del futuro) ed è il progetto lanciato dalla nota catena americana di fast food KFC con l’obiettivo di creare per la prima volta carne di pollo in laboratorio per ottenere un alimento che richiami per gusto, aspetto e consistenza il proprio prodotto di punta, ma con diversi vantaggi. Non si tratta di un prodotto vegetariano o vegano, ma di un esperimento portato avanti espressamente per rispondere alle esigenze di mercato. la carne coltivata in laboratorio consente di ridurre di oltre la metà il consumo di energia, di 25 volte le emissioni di gas serra e di 100 volte l’uso del suolo, rispetto alla tradizionale produzione di carne negli allevamenti. l’azienda dichiara “questo prodotto è più etico della carne tradizionale: il processo di produzione non provoca alcun danno agli animali.
Impennata di avocado e thè matcha nel carrello della spesa italiana che mettono a segno i migliori trend di vendite, conquistando i primi posti della hit parade dei 26 ingredienti benefici più dinamici rilevati nell’edizione 2020 dell’Osservatorio Immagino. Nell’analisi, sono stati posti sotto esame 26 ingredienti benefici e ne sono state misurate le vendite realizzate in supermercati e ipermercati su un campione di 71.723 prodotti. I 26 ingredienti sono stati suddivisi in 6 aggregati: superfruit, supercereali/farine, dolcificanti, semi, spezie e superfood. Ciò che emerge in linea prioritaria è che il successo di alcuni prodotti alimentari, venduti in quanto tali o utilizzati come ingredienti, è legato alla percezione di benessere e forma fisica implicitamente connessi alle referenze.
Aumenta la richiesta di Cosmesi green ed etica: Uala, sito e applicazione dedicato al mondo beauty e wellness, ha effettuato un’indagine per fare il punto sul tema della cosmesi sostenibile. Il dato principale emerso, è che sono in aumento i saloni che lavorano per offrire trattamenti naturali, biologici, cruelty free e vegan ai propri clienti. Il dato è quantificato ad un +19% rispetto al 2018. I trattamenti sostenibili hanno accresciuto il loro successo su tutto il territorio nazionale: si registra un + 20% dal 2018. Le regioni del nord Italia sono quelle con il numero di richieste maggiori.
Aumentano gli appassionati di giardinaggio e di coltivazione per l’autoconsumo. Numeri incoraggianti che lasciano presagire un ritorno alla normalità fatto di acquisti e consumi più ponderati, consapevoli e auspicabilmente, di prodotti vegetali. I green lovers sono 19 mln, una quota pari al 39% della popolazione italiana.. La quota di di questi nuovi hobbie cresce anche nelle famiglie con redditi mensili superiori a 2.500 euro al mese (10%) e tra chi ha fatto smart working (11%). Saranno 17 mln (cioè il 34% della popolazione) gli italiani che continueranno, anche nel 2021, a prendersi cura di orti, terreni, giardini, terrazzi e piante in casa.
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Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.
Gian Maria Cavalieri
dice:La frangia più estremista del movimento vegano non vede di buon occhio la carne coltivata e, a mio parere, è un errore. La stragrande maggioranza della popolazione non rinuncerà MAI alla carne. Offrendogli un’alternativa, forse – e spero – potrebbe indirizzarsi verso questa soluzione che non porta al macello miliardi di animali ogni anno.
Meglio lo sgozzamento o il prelievo di cellule staminali? Io scelgo il male minore. Inoltre, sarebbe una soluzione anche per i vegani che hanno animali carnivori/onnivori che non possono alimentarsi con prodotti vegetali. Bisognerebbe cercare di essere più lungimiranti, realisti e meno ideologici.
Betty Barbieri
dice:Come sempre un TG ricco di notizie interessanti! 🙂