Oggi riprendiamo una delle nostre rubriche più amate, rispondendo a un commento che ci ha ricordato come ci sia “scarsa conoscenza di quanti pesticidi si usano sulle verdure e sulla frutta”. L’utente in questione ricorda che non sono un toccasana – e no, certo che non lo sono – e invita a un comportamento più logico: “Mangiare meno carne e di maggiore qualità, invece di diventare “estremisti del vegan”.
Ecco, il fatto che per la produzione di frutta e verdura – specialmente su scala industriale – si usino pesticidi è fuori di dubbio, così come lo è il fatto che non siano benefici per la salute. Però: non solo i vegani mangiano frutta e verdura, no? Una dieta che si possa definire ben bilanciata, anche laddove contenga carne e derivati animali, si basa proprio sul consumo di vegetali, in primis frutta e verdura ma anche cereali e legumi. La tanto decantata dieta mediterranea, a cui si fa riferimento quando la si contrappone alla scelta vegan come ideale, è proprio questo: una piramide alimentare in cui il posto d’onore è riservato a frutta e verdura, e dove carne e derivati animali rientrano in minima parte. Un problema quindi che non riguarda solo i vegan*, ma chiunque voglia seguire una dieta equilibrata.
A questo si aggiunge un altro aspetto importantissimo: se è vero che frutta e verdura sono spesso addizionate di sostanze chimiche potenzialmente dannose, è altrettanto vero che carne e derivati animali lo sono probabilmente di più. La scienza ormai da tempo afferma che ci sono tante e valide ragioni per eliminare la carne dalla propria dieta, come ad esempio il contenuto di colesterolo o la sua correlazione con l’insorgenza del diabete. Lo stesso si può dire per latte e latticini e uova, ai quali – grazie alla collaborazione dei membri del Comitato Tecnico Scientifico di AssoVegan – abbiamo dedicato diversi contenuti specifici sul nostro sito.
Senza contare la questione dell’uso di antibiotici negli allevamenti, necessari a causa delle condizioni igienico-sanitarie precarie in cui sono stabulati gli animali: per evitare la diffusione di patologie che possono risultare pericolose anche per l’uomo, gli antibiotici diventano essenziali. Il loro uso indiscriminato e al di là dei controlli può spesso portare alla produzione di carne e derivati animali che li contengono, per non parlare del pericolosissimo fenomeno dell’antibiotico resistenza.
Per finire, ci preme soffermarci sulla questione del presunto “estremismo” della scelta vegan: se dal lato alimentare si vede solo la “privazione” degli alimenti di origine animale – sbagliando, senza tenere conto delle tantissime alternative vegetali a disposizione! – da un punto di vista strettamente etico, cosa c’è di estremo nell’opporsi allo sfruttamento animale e cercare di combattere la crisi climatica che stiamo vivendo?
Estremo, semmai, è il continuare a indossare un paraocchi senza guardare in faccia la realtà e ammettere che mangiare “poca” carne (quanta, poi?) non è la soluzione a nessuno dei problemi che stiamo vivendo.
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