La Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia dichiara, in una sentenza storica, che le attività di baleneria del Giappone in Oceano del Sud “non sono a scopo di ricerca scientifica”.
31 Marzo 2013
Nel contesto di una splendida vittoria per le balene, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ – International Court of Justice) dell’Aia ha annunciato oggi la propria decisione vincolante sull’importante caso che ha visto l’Australia contro il Giappone, stabilendo che il Programma di caccia alle balene del Giappone in Antartide, JARPA II, non è a scopo di ricerca scientifica e ha, quindi, ordinato che tutti i permessi rilasciati sotto il Programma JARPA II siano revocati. La notizia è stata applaudita e celebrata da Sea Shepherd Conservation Society Stati Uniti e Sea Shepherd Australia, le quali sono entrambe direttamente intervenute contro i balenieri giapponesi in Oceano del Sud.
Il Capitano Alex Cornelissen, Direttore Esecutivo di Sea Shepherd Global e Geert Vons, Direttore di Sea Shepherd Olanda hanno rappresentato Sea Shepherd in aula durante l’emissione di questa storica sentenza sulle attività baleniere del Giappone in Antartide, accompagnati dal legale olandese di Sea Shepherd Global.
Il caso contro il Giappone è stato discusso presso la Corte Internazionale di Giustizia nel luglio dello scorso anno per decidere se il Giappone abbia violato i suoi obblighi internazionali nell’attuazione del Programma “a scopo di ricerca scientifica” in Oceano del Sud JARPA II, per decidere sulla richiesta di cessazione dell’attuazione del JARPA II e sulla richiesta di revoca di tutti i permessi relativi fino a quando il Giappone non fornirà garanzie del fatto che le proprie attività siano conformi al diritto internazionale.
Con 12 voti contro 4, la Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che i permessi concessi dal Giappone per il suo Programma di baleneria non rispondono ai requisiti dello scopo scientifico, come delineato dalla normativa della Commissione Internazionale per la Baleneria (IWC – International Whaling Commission).
Ordina quindi al Giappone di revocare i permessi a scopo scientifico emessi sulla base del Programma JARPA II e di astenersi dal concedere ulteriori autorizzazioni in forza di tale programma.
Prima dell’emissione del verdetto, qualcuno aveva ritenuto che la Corte Internazionale di Giustizia non avrebbe permesso la caccia di balenottere comuni e megattere, specie a rischio estinzione, ma avrebbe forse cercato un compromesso per consentire la prosecuzione della caccia alle balenottere minori.
Tuttavia, Sea Shepherd ha sempre sostenuto la tesi che, non importa di quale specie si tratti, le balene non devono essere uccise, soprattutto all’interno di un Santuario. Santuario significa “un luogo di rifugio o sicurezza; una riserva naturale” dove gli animali sono protetti.
Uccidere all’interno di un Santuario internazionalmente istituito significa farsi beffa degli accordi internazionali intercorsi tra quei Paesi che hanno voluto la nascita del Santuario nel 1994.
Allora, 23 Paesi sostennero l’accordo e il Giappone fu l’unico stato membro dell’IWC ad opporvisi.
Anche l’ambasciatore del Giappone negli Stati Uniti, Kenichiro Sasae, nel corso di un incontro pubblico a Los Angeles nel dicembre 2013, cui parteciparono anche i rappresentanti di Sea Shepherd Stati Uniti, si è espresso in questi termini sul tema balene e baleneria: “Come individuo, mi piacciono le balene e se esci in barca e vedi una balena, non ti viene in mente alcun motivo per uccidere un animale così bello. Ma ci sono storia e politica. Solo un piccolo numero di giapponesi vuole ottenere questa vittoria. Ma la maggioranza dei giapponesi non mangia più carne di balena”.
Durante lo stesso incontro, l’ambasciatore Sasae ha dichiarato che il Giappone si sarebbe attenuto alla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia.
L’equipaggio internazionale di volontari di Sea Shepherd Conservation Society ha agito in prima linea nelle acque ostili e remote dell’Antartide per otto anni, ha poi passato questa sfida nelle mani di Sea Shepherd Australia negli ultimi due anni e continuerà ad affrontare i balenieri giapponesi in Antartide fino a quando non verrà messa la parola fine, una volta per tutte, alle uccisioni in questa “zona di sicurezza” istituita a livello internazionale per le balene.
Nel corso degli anni, Sea Shepherd è stata l’unica Organizzazione ad intervenire direttamente contro la caccia commerciale ed illegale alle balene del Giappone, condotta sotto il pretesto della ricerca scientifica, mentre tale pretesa di scientificità veniva messa in discussione a livello globale.
Infatti, Sea Shepherd è stata l’unico ostacolo che si è infrapposto tra le maestose balene e gli arpioni dei balenieri, quando queste specie, protette a livello internazionale con molti esemplari in stato di gravidanza, migrano attraverso le acque antartiche ogni anno.
“Con la sentenza di oggi, la Corte Internazionale di Giustizia ha assunto una posizione corretta ed equa che si colloca nel corso giusto della storia, proteggendo le balene del Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud ed il vitale ecosistema marino antartico, una decisione che riguarda direttamente la comunità internazionale e le generazioni future” ha detto il Capitano Alex Cornelissen, Direttore Esecutivo di Sea Shepherd Global.
“Anche se gli arpioni implacabili del Giappone hanno continuato a spingere molte specie di balene verso l’estinzione, Sea Shepherd è sicura che in seguito alla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia sarà la baleneria ad essere relegata nelle pagine dei libri di storia”, ha aggiunto.
“Nonostante la moratoria sulla caccia commerciale alle balene, il Giappone ha continuato a reclamare la vita di migliaia di gentili giganti del mare in un luogo che dovrebbe essere il loro rifugio sicuro”, ha detto il fondatore di Sea Shepherd, il Capitano Paul Watson.
“Sea Shepherd ed io, insieme a milioni di persone consapevoli in tutto il mondo, ci auguriamo che il Giappone onori questa sentenza del Tribunale Internazionale e lasci in pace le balene”.
Sea Shepherd Global preparerà le sue navi per tornare in Oceano del Sud nel Dicembre 2014, qualora il Giappone scegliesse di ignorare questa sentenza. Se la flotta baleniera giapponese tornerà in Oceano del Sud, l’equipaggio di Sea Shepherd sarà lì a far rispettare la sentenza contro le baleniere pirata del Giappone.
Per approfondimenti:
Articolo: L’Australia porta il Giappone davanti alla Corte di Giustizia dell’Aia
Articolo: Conclusa la caccia alle balene!
www.seashepherd.org.au
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Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.
Melania
dice:parlavo con un giapponese e molti di loro neanche sanno di quello che il Giappone fa contro le balene…
Franco Merolli
dice:Un popolo che ha subito la bomba atomica, aveva il dovere di abiurare, da sempre, ogni forma di violenza gratuita, qual’è la caccia alle balene. Qual’è la pesca nel suo insieme.